fbpx

Fissa un appuntamento

L'Aquila colloqui in presenza e on line tramite Skype. Possibilità di colloqui a seduta singola.

Chiamami:
+39 328 28 38 399

Scrivimi una email:
didonato.francesca@live.it

Poliamore #aTuPerTu  Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Poliamore #aTuPerTu Francesca Di Donato

Posto che ogni relazione ha delle regole a se stanti, penso che una dinamica comune che viene messa in gioco nel poliamore abbia come fondamento un tentanto compromesso
tra l’insicurezza/sicurezza e il bisogno di libertà da certi vincoli.
L’INSICUREZZA dettata
– dalla paura del restare soli
– da ciò che è incerto quando si sta con una sola persona
LA SICUREZZA data
– dalla relazione stessa
– e ancor più, da più relazioni
IL SENSO DI LIBERTA’ dato 
– dalla possibilità di entrare e uscire dalle diverse relazioni messe in gioco.

Ogni relazione, anche quella a due, comporta un compromesso tra queste istanze, tuttavia nel poliamore si sente meno, a mio parere, il rischio di perdere il proprio IO nel NOI. 
Non meno ha le sembianze di un’abbuffata, con relativa difficoltà a stare o anche solo ipotizzare di stare con il vuoto.
C’è chi, per paura di essere abbandonato, non si lega mai fino in fondo a qualcuno.
C’è chi ha paura, innamorandosi, di perdere il controllo sulle proprie emozioni, di non riuscire a uscirne una volta entrati e, quindi, finisce per investire a piccoli dosi su più fronti…
C’è chi cerca in questo modo una conferma e un riconoscimento personali.

La questione è che chi si apre al poliamore definisce legami profondi ognuno di quelli nei quali è coinvolto, semplicemente sono percepiti legami diversi.
Alla luce di questo, se è vero che l’innamoramento è un tentativo di ricomporre l’unità primaria, nel poliamore questo tentativo che carattere ha? E che ci dice di quel legame primario?

__________________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

La terapia come viaggio  #aTuPerTu Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

La terapia come viaggio #aTuPerTu Francesca Di Donato

 

E tu? Hai già iniziato il tuo viaggio interiore, alla scoperta di te?

Sì, perché ciò che conta è proprio lì dentro, in quel mondo in cui tutto ha senso, perché il senso sei tu;
un mondo bizzarro eppure affascinante, unico, suggestivo… fatto di tortuosi sentieri e boschi atri, terre selvagge persino, ma che vale la pena attraversare non solo per darti l’occasione di prenderti cura dei campi inariditi e dei giardini incolti, ma soprattutto per scoprire le tue terre inesplorate e i tuoi prati fioriti.

È un viaggio che ti meriti. Trova la tua guida.
Fra

_______________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

 

“Questo non è amore.” Tratto da una storia vera.  Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

“Questo non è amore.” Tratto da una storia vera. Francesca Di Donato

(Tratto da una pagina per un concorso sulla violenza sulle donne. Il contenuto è stato autorizzato.)

Ero bambina quando ho capito che le persone potevano essere cattive.

Ero piccola quando ho capito che l’amore portava sofferenza.
I baci, gli abbracci li vedevo unicamente in TV.

Ero piccola quando ho visto mio padre picchiare mia mamma.

Ero piccola quando mia madre, carica di lacrime e lividi, mi chiedeva di non farne voce con nessuno.

Ero piccola quando disegnavo la famiglia che avrei voluto piuttosto che quella che avevo.

Ero piccola quando difendevo mia mamma o quando vedevo lei difendere i miei fratelli.

Ero piccola quando imparai a gestire tutto questo da sola, silenziosamente.

Ero piccola quando imparai a sorridere, nascondendo il dolore come si fa con le scarpe sotto al letto.

Crescevo e mi ripetevo: “Questo non è amore. Non prendere esempio da tutto questo perché là fuori non è tutto brutto, non sono tutti cattivi. Impara a fare il contrario di ciò che vedi! Da sola!”
Nessuno che mi avesse suggerito questo punto di vista: ebbi la forza di costruirmelo da me.

Ho sempre fatto tutto da sola, autonomamente. E su questa scia ho costruito me stessa.

Crescendo, però, le difficoltà dell’essere autosufficiente si sono fatte sentire: non sono brava a chiedere aiuto e gli scheletri della mia infanzia, a volte, fanno troppo rumore nell’armadio e li faccio uscire, anche se per poco. Questo piccolo, ma per me grande, passo mi è stato possibile solo iniziando a lavorare su me stessa, con l’aiuto che ho sempre cercato e che alla fine è arrivato.

Crescendo non ho dimenticato, però, quello che sin da piccola mi ripeto è “Questo non è amore…!”

Anonimo.

________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

L’uccello del malaugurio. Tratto da una storia vera. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

L’uccello del malaugurio. Tratto da una storia vera. Francesca Di Donato

Questa mattina mentre mi dirigevo verso la mia amata montagna in compagnia di un’amica e collega, improvvisamente un canto strano iniziò a muoversi verso e sopra di noi.
Una… due… tre.. quattro cornacchie… ecco un’altra cornacchia ancora, per strada, che saltella con un pochino di difficoltà.
Ho notato la cosa, ma senza dargli troppa importanza, perché l’attenzione era su quelle presenze e sul quel particolare suono.
Poco dopo, però, l’occhio è tornato sulla cornacchia che camminava sul ciglio della strada. Passa un’auto. Non vola. Cerca solo di ripararsi.
C’è qualcosa che non va. Da questo momento l’attenzione era tutta lì. Passa un’altra macchina. Riesce per fortuna a spostarsi vicino a un muretto che separa la strada dal giardino di una casa. Un muretto basso. Ok. Non riusciva a volare, era chiaro. Come mi muovo per poggiarla almeno per il muretto, noto di nuovo il canto degli uccelli in volo, stanno tutti su di lei. Waw una cosa straordinaria… ho immaginato fosse il richiamo per quel compagno bisognoso. Ne arrivano altri due dalla montagna, sempre nella nostra direzione.
Riesco ad afferrarla… piccolina… solo una volta ha provato ad allontanarsi, poi si è affidata.
L’ho messa sul muretto. ”Ecco, vola!
No, cavolo! Il volo è troppo basso. Non ce la fa.” La preoccupazione c’era. C’erano ancora gli altri a volare lì su di lei o balzando da un ramo all’altro.
Una scena emozionante. Commovente.
Persino incredibile, se penso che il primo pensiero balenato all’arrivo di quelle cornacchie è stata all’espressione “uccello del malaugurio”.
E, invece, mi hanno insegnato qualcosa e regalato un’emozione unica, oggi, quelle cornacchie.

Quando esci, osserva ciò che accade, guardati attorno: accadono cose meravigliose.

Francesca

L’uccello del malaugurio

__________________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

Le resistenze. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Le resistenze. Francesca Di Donato

La seguente riflessione nasce grazie a un interrogativo, stimolo di riflessione, di un futuro collega: <<Le “resistenze” in terapia esistono veramente, solo alcune o sono un retaggio di una cultura psicoanalitica che non ha più ragione di esistere?>>

In meccanica la resistenza è una forza che si oppone al movimento di un dato corpo.
In ambito militare è una difesa contro un avversario… quindi credo che le resistenze esistano nella misura in cui il nostro funzionamento psichico non è tanto diverso da quello di processi esterni a noi che descriviamo proprio grazie alla lettura della nostra psiche.

Alla luce di questo, la resistenza per me è una disposizione che mette in atto la persona anche rispetto a ciò che mette in gioco lo Psicologo.
Questo vuol dire che la resistenza è del paziente?
No.
Allora è dello Psicologo?
No.
La resistenza attiene alla RELAZIONE.

Esiste la resistenza al cambiamento? Sì. Anche se la chiamerei “resistenza NEL cambiamento” ed essa coinvolge tutti gli attori, non solo l’uno o solo l’altro. Tutti.

Esiste l’ambivalenza verso il cambiamento.
Esiste il grado di inconsapevolezza che incide sulla richiesta di aiuto.
Esiste la persona con i suoi tempi, i suoi bisogni, i suoi valori, le sue risorse… ed esiste lo Psicologo che a volte invece di sintonizzarsi su di essi, resta bloccato sui propri.
Quindi esiste anche la controresistenza, oltre la resistenza.
Esiste l’autosabotaggio.
Esiste la collusione.
E tutte queste dimensioni esistono come tentativi di dare un nome a delle dinamiche messe in gioco dalle parti coinvolte.
Ci sono perciò tante variabili che entrano in gioco e che favoriscono, alimentano, sostengono e innescano resistenze e tutte queste interagiscono in una circolarità che non può tenere fuori uno dei due attori chiamati in causa.

Le resistenze sono segnali, perché se pensiamo che -rifacendoci alla meccanica- esse sono espressione del massimo sforzo che qualcosa è in grado di sopportare prima di arrivare a rottura, allora sono preziosi inviti a fermarci e chiederci cosa sta accadendo… non solo nel paziente, anche dentro di noi e, quindi, nella relazione terapeutica.

Tuttavia spesso la resistenza viene citata da alcuni colleghi per deresponsabilizzarsi su quanto sta accadendo.

__________________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

Altruismo. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Altruismo. Francesca Di Donato

Ma esiste davvero l’altruismo?

Alla fine di tutto anche quando si fa qualcosa per qualcuno, non lo si sto facendo per se stessi?
Magari lo si fa per assecondare un proprio valore… o per sentirsi bene con se stessi, sentire di aver fatto la cosa giusta…. oppure per non sentirsi in colpa o, ancora, per sentirsi dire grazie o per sentire di essere stati gentili o altruisti, appunto. A volte perché si fa all’altro ciò che si vorrebbe fosse fatto a se stessi.

Allora, forse, l’altruismo altro non è un modo per soddisfare alcuni propri bisogni, attraverso l’altro: “sono interessata al tuo benessere, perché alla fine sono interessata al mio quando mi occupo del tuo.”

_______________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

Libri per Psicologi – #a tu per tu . Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Libri per Psicologi – #a tu per tu . Francesca Di Donato

Quello che leggo e i libri che scelgo sono e saranno parte del mio bagaglio culturale e professionale.

Prima di partire, ti faresti mai preparare il tuo bagaglio da viaggio da qualcun altro, magari anche sconosciuto? Io no.
Ecco, l’esperienza della libera professione è come un viaggio per terre inesplorate, di cui non conoscerai la meta, fintanto non ti metterai in cammino, un passo dopo l’altro: puoi scegliere un itinerario, ma solo vivendo l’esperienza, capirai davvero quali strade percorrerai e in quali luoghi ti fermerai.

Uno degli aspetti più sottovalutati -o ignorati perfino- è quanto sia importante costruire la propria identità professionale a partire da ogni pagina letta e da ogni libro scelto -intendo scelto da te- che farà da contenuto e sostegno al tuo viaggio.

E’ vero che si può chiedere consiglio ad altri su cosa portarsi in viaggio, ma qui è della tua professione che stiamo parlando, una professione nel quale farai tu stesso da guida per qualcun altro: impara a metterti in gioco, ad assumerti qualche piccolo rischio, ad ascoltarti, a fidarti di te…
quello che va bene per me, può non andar bene per te.
…prenditi del tempo, va in libreria, seleziona dei libri, annusa le pagine, sfogliali, leggine alcuni contenuti e quando ne trovi uno che senti adatto a te e che soddisfa i tuoi bisogni, acquistalo.

E’ così che un libro smette di essere solo un libro con dei contenuti da imparare, diventando invece, un vero compagno di viaggio.

Prova e fammi sapere!

__________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

Autostima. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Autostima. Francesca Di Donato

Noto spesso quanto questa parola venga utilizzata in modo poco consono a ciò che, di fatto, rappresenta. 
Pensate a quante volte avete ascoltato qualcuno o addirittura a quando voi stessi avete affermato
“Tizio non ha autostima” 
“Caio ha troppa autostima”
“Sempronio ha autostima!” 

La parola “autostima” non sta a indicare di per sé una qualità positiva, così come fare affermazioni del tipo “ha -poca o troppa- autostima” non significa alcunché. 

Scomponiamo la parola: AUTO-STIMA, fare una stima di se stessi —> indica un PROCESSO di valutazione. 

Una stima che quanto più è realistica, tanto più muove su un piano di efficacia personale. 

Non conta che sia alta o bassa, troppa o poca. 
Conta che sia REALISTICA,
senza SOTTO-VALUTARSI o SOPRA-VALUTARSI.

L’AUTOSTIMA non è qualcosa che si “HA”, ma qualcosa che si “FA”. 

 

Se ora potessi immaginare una linea retta che va *dal sotto-valutarsi al sopra-valutarsi*, lungo questo continuum, dove ti collocheresti? 
E dove, invece, vorresti trovarti? 
Se pensi possa aiutarti e ti va di farlo, disegnalo a mo’ di grafico.
Indicando con A dove ti collochi ora e con B dove vorresti essere collocato.   
A __________________________________B

E una volta indicati i due punti, se lo trovi opportuno, rispondi a queste domande: 
– Da cosa ti accorgeresti di essere passato da A a B
– Quali cose, pensieri, azioni, emozioni, atteggiamenti, disposizioni interiori e sensazioni dovresti sperimentare per sentirti sul punto B?

Buona stima di te.
Francesca

__________________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

A.A.A. cercasi lavoro – #a tu per tu . Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

A.A.A. cercasi lavoro – #a tu per tu . Francesca Di Donato

Anche oggi, su Facebook, sono incappata su uno dei tanti post, di chi chiede che possibilità lavorative si hanno o se è una pazzia fare Psicologia.
Partiamo dalle informazioni scomode:
Il Fabbisogno di Psicologi registrato quest’anno sul fronte Sanità è stato 0.
Siamo più di 100.000 Psicologi su un territorio che non giustifica un simile numero e di questi, qualcosa come 40.000 (prendila come cifra approssimativa perché sto andando a memoria), non lavorano come Psicologi.
Questi numeri non fanno ben sperare, ma il punto è che non sono questi numeri a dire se la tua è la scelta migliore o no.
Farcela e COME farcela dipende anche e/o soprattutto dalla persona, aldilà di qualunque altra cosa ti venga detta. 

Quante possibilità ci sono che chi non ce l’ha fatta o sta avendo molte difficoltà ti dica che ce la puoi fare? Poche.

E poi ci sono quelli che ti dicono che la specializzazione è l’unico modo che hai, ma spesso sono coloro che non sanno che esistono altre strade e questo li rende poco attendibili.
Quindi, quante possibilità ci sono che le persone, le quali hanno visto un’unica strada davanti a sé, ti dicano che hai delle alternative per raggiungere il medesimo traguardo? Poche.
Specie considerando quanta disinformazione e quanti pregiudizi vengono alimentati già a partire dalle cattedre universitarie.

Se fare Psicologia sarà una pazzia o no e quale percorso formativo ti servirà per farcela, che sia in ambito clinico o altri, dipenderà in larga parte da te in termini di impegno, abilità personali e capacità imprenditoriali.

Tutte le strade possono essere percorribili e allo stesso tempo possono essere molto impervie; tuttavia, nonostante i numerosi ostacoli, tu potresti essere una di quelli che ce la fa e qui nessuno può saperlo. Nessuno può arrogarsi il diritto di dirti di lasciar perdere.

Farcela e COME farcela dipende anche e/o soprattutto da te. E’ un rischio che solo tu puoi scegliere di correre oppure no. 

Per un certo tipo di scelte, non ci si dovrebbe basare sulle storie altrui, ma scrivere la propria di storia e scegliere in base alle possibilità -risorse o criticità, interne e/o esterne- che si incontrano strada facendo. 

E’ un bene aprirsi al confronto, ma non è auspicabile basare le proprie scelte sulle narrazioni altrui, che emergono da persone che non sono solo titoli, qualifiche e formazioni, ma anche individui con certe caratteristiche, persone che potrebbero aver fatto scelte giuste e buone per loro stesse e, quindi, ce l’hanno fatta, o potrebbero aver fatto scelte sbagliate e, di conseguenza, stanno qui a dire che, senza quello o quell’altro, anche tu non ce la farai mai. 

Ognuno di noi ha un bagaglio diverso: non percorreremo mai neppure le stesse strade allo stesso modo, figuriamoci quando le strade sono diverse.
Sia almeno questa la spinta per provarci! 

Non permettere a nessuno di dirti che non puoi fare nulla, solo perché non ce l’hanno fatta loro.
Non permettere a nessuno di farti lo sgambetto solo perché temono tu possa farcela davvero.
Non permettere a nessuno di dirti che non puoi fare nulla, a meno che tu non prenda quella precisa strada, cioè quella percorsa da loro.
Metti solo in conto che richiede davvero tanta tenacia, occorre sapersi muovere nel mondo del lavoro e imparare a giostrarsi in quella della libera professione.

Cerca solo di capire cosa vuoi fare, verso cosa vuoi direzionarti, guarda a chi ce l’ha fatta e cerca di capire come sia accaduto. 
Inizia a chiederti che tipo di persona e professionista vuoi essere e di cosa vuoi occuparti.

Chiaramente la formazione seria e continua, la preparazione e le competenze sono importanti e non bisogna improvvisarsi, ma ognuna di queste variabili assume quantità, qualità e forme diverse, da individuo a individuo.

Traccia la tua strada, perché solo sperimentandoti puoi verificare cosa vale per te e cosa no: chiediti se preferisci il rischio di un rimorso o di un rimpianto. 

Quindi, raccogli informazioni, confrontati, guardati attorno, ma non farti condizionare da chi ti dice che non ce la farai, perché TU NON SEI QUELLA PERSONA.

Francesca

Annunci di lavoro per Dtp, Psicologi e studenti di psicologia : https://scuoladipsicologia.com/annunci-di-lavoro/

Prospettive occupazionali https://scuoladipsicologia.com/2020/08/05/studiare-psicologia-oggi-prospettive-occupazionali/
L’uso della parola “corso” nella promozione professionale: https://scuoladipsicologia.com/2022/03/16/sulluso-della-parola-corso-nella-promozione-professionale/
Promozione professionale https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/promozione-professionale/
errori e orrori della promozione professionale https://scuoladipsicologia.com/2020/12/16/errori-ed-orrori-della-promozione-professionale/
____________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online – SCUOLA DI PSICOLOGIA lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi
____________________________
Canali Telegram
Scarica l’app di telegram e ISCRIVITI ai canali per restare aggiornato
4 canali pubblici + 1 privato
1• canale: aggiornamento sulle OFFERTE DI LAVORO che chiedono come requisito la laurea triennale e magistrale
Link: https://t.me/formazioneonlineperPSICOLOGIeDTP
2• canale: aggiornamento sulle OFFERTE DI LAVORO che chiedono come requisito l’iscrizione all’Ordine
Link: https://t.me/scuoladipsicologia
3• canale: NEWSLETTER per restare aggiornato sulle novità e sulla professione, info fiscali e non)
Link: https://t.me/formazionepraticaPSICOLOGIeDTP
4• canale: aggiornamento professionale ECM gratuiti
Link: https://t.me/lopsicologoaiutalaltroacurarsi
5• canale privato: per allievi di Scuola di Psicologia: link inviato per mail
____________________________
Canali social
Facebook
. profilo (tasto segui) 
https://www.facebook.com/didonato.francesca/
. pagina professionale 
https://www.facebook.com/scuoladipsicologia.francescadidonato/
Instagram
. profilo personale 
https://www.instagram.com/francesca_di.donato/
.profilo professionale 
https://www.instagram.com/scuoladipsicologia/

Murgia contro Morelli. Francesca Di Donato

5 anni ago · · 0 comments

Murgia contro Morelli. Francesca Di Donato

Ho ascoltato l’intervista -se così si può definire un attacco pre intenzionale- della Murgia a Morelli.

Puoi guardarla qui prima di legegre se vuoi https://www.youtube.com/watch?v=cmzmhnHEIi0&t=7s

Morelli non è stato compreso e tutta l’intervista mi pare avesse un solo fine: quello di tirar fuori un sessimo ostile che in realtà non c’è.

In quell’intervista vedo due persone che hanno -in tre minuti- parlato su due livelli distinti:
intrapsichico lui, extrapsichico lei.
Chi conosce le transazioni e i giochi dell’AT ha anche una lettura aggiuntiva. Osservando un’intervista di lei a Freeda possiamo persino ipotizzare un transfert https://www.facebook.com/watch/?v=2861195840628612

Tuttavia se a Morelli fosse stata data la possibilità di spiegarsi e contestualizzare, magari lo avrebbero capito tutti cosa intendeva.
O forse no, visto che anche buona parte degli Psicologi si è indignata.

Le parole di Morelli sono un tentativo di esternalizzare una dimensione intrapsichica e la Murgia non lo ha compreso.
Ma ci sta, perché lei non lo conosce quel mondo.

Ma uno Psicologo o chi studia Psicologia invece ha meno scusanti.
Il contesto di quelle affermazioni, quindi, non è solo la frase presa per intero ovvero quella che lei riprende nella chiamata, ma è la cornice teorica a cui quelle informazioni fanno appello.
Io ho avuto modo di studiare molto Jung e Hillman e infatti non ho trovato nulla di sconcertante nelle sue parole.

Morelli ha gestito male quella pressione?
Si l’ha gestita male. Molto male.
Qualcuno ha detto: e ma noi dobbiamo essere in grado di gestirla.
Certo, sarebbe auspicabile.
Ma dovremmo essere capaci di fare tante cose, come:
– non giudicare senza conoscere
– aprirci a conoscere ciò che della Psicologia non conosciamo
– evitare di puntare il dito verso qualcuno senza conoscere bene il contesto di cui sopra
Quindi, mi sembra che in questa faccenda tutti abbiamo qualcosa da rivedere in nome della professione che rappresentiamo.

Il teatrino non verbale intavolato dai due speaker radiofonici, mostra che non c’era davvero voglia di comprendere attraverso quelle domande…. e, dunque, l’aver gestito le domande in quel modo allusivo e inquisitorio, la rende co-responsabile dell’epilogo, compreso quel “stai zitta!”.

Ma per molti è più semplice vederla solo come vittima e inneggiare a un femminismo di bassa qualità: due dimensioni che ritengo siano tra gli atteggiamenti che più danneggiano noi donne.

Quindi, molto banalmente, in quell’intervista È MANCATO L’ASCOLTO…
In molti spettatori, invece, è mancata la capacità di osservazione e capacità di analisi.

Ti lascio con una domanda spunto di riflessione:
PER VALORIZZARSI COME DONNA, BISOGNA DIVENTARE COME UN UOMO?

___________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

error: Content is protected !!