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8.Uno schiaffo non ha mai fatto male. Sara Anderlini

8 mesi ago · · 0 comments

8.Uno schiaffo non ha mai fatto male. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

Uno schiaffo non ha mai fatto male di Sara Anderlini

“Uno schiaffo non ha mai fatto male” è uno dei retaggi culturali che ci portiamo e che affonda le sue radici nell’educazione autoritaria con cui molti di noi sono cresciuti. Bisogna partire da una premessa: quando noi pensiamo di dare uno schiaffo o zittire un bambino partiamo dal presupposto che dobbiamo “correggere” un comportamento non adeguato e sentiamo di non avere altri strumenti a disposizione, abbiamo perso il controllo.

Educare significa “tirare fuori”, creare le condizioni affinché il bambino cresca saggiando le sue potenzialità, questo non è possibile attraverso la repressione che la sculacciata, lo schiaffo provocano.

Cosa prova il bambino? Mortificazione, paura, il bambino subisce una violenza a tutti gli effetti. Questo tipo di educazione sembra funzionare nel breve termine perché il bambino tenderà ad evitare quel tipo di comportamento per paura della reazione del genitore. Ciò che però va sottolineato è che questo porta ad improntare la relazione sul potere e sulla paura. Questo ha effetti anche a lungo termine, la violenza verso l’altro viene legittimata, non si accompagnerà il bambino a conoscere, esprimere e canalizzare le proprie emozioni e questo non porterà a sviluppare fiducia nel genitore. Possiamo offrire di meglio ai nostri figli. Possiamo offrire di meglio ogni volta che di fronte ad un comportamento sbagliato ci mettiamo nei panni del bambino che sta crescendo con gli strumenti che ha a disposizione e ponendoci al suo livello improntiamo la relazione sul dialogo ponendo limiti in modo fermo ma amorevole, partendo dal presupposto che ciò che il bambino fa non lo sta facendo contro di noi ma che, essendo gli unici modi che lui conosce, abbiamo la responsabilità di accompagnarlo con rispetto verso modi e comportamenti più accettabili pur coltivando la sua libertà di essere ciò che è.

Altrettanto importante è l’educazione emotiva che passa anche attraverso il linguaggio che noi usiamo e il modo in cui reagiamo, che attraverso sculacciate e punizioni fisiche si perde completamente. Educare alle emozioni significa verbalizzare ciò che il bambino prova in modo che lui impari a sentirle e riconoscerle dentro di sé. Questo è utile anche per stabilire una connessione che faciliterà poi il dialogo e la comprensione da parte del bambino.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

7.Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

9 mesi ago · · 0 comments

7.Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

In che modo le emozioni della mamma influenzano la vita prenatale del bambino?

Durante la gravidanza la mamma si trova di fronte a molte emozioni diverse, gioia, tristezza, rabbia, paura, eccitazione, sorpresa e tante tante altre. Nessuna emozione di per sè ha una valenza positiva o negativa, perché, sebbene in alcuni casi per noi alcune emozioni possano essere spiacevoli, esse sono espressione di un mondo interiore che ha molte sfumature e che per questo motivo non può essere diviso e categorizzato in positivo e negativo. Le emozioni inoltre non si escludono a vicenda per cui è possibile sentirsi ,per esempio, gioiosi e arrabbiati allo stesso tempo. Ma tutte queste emozioni dunque influenzano in modo diretto il feto?

Le emozioni della mamma influenzano il feto ma non in modo diretto o deterministico, il contatto infatti del feto con le emozioni della mamma permette al feto di fare conoscenza del mondo psichico e contribuisce alla sua formazione come identità anche psichica in termini di conoscenze ,ossia permette al feto di cominciare a sperimentare quel mondo interiore con cui entra in contatto per la prima volta proprio grazie alla mamma.

Ma se il bambino entra in contatto con queste emozioni, allora come si sentirà di fronte a emozioni che per la mamma sono spiacevoli? come detto prima tutte le emozioni hanno diritto di esistere ed ognuna di loro ci permette di esprimere qualcosa, per questo motivo avere conoscenza di un mondo emotivo ricco può arricchire l’esperienza della vita prenatale del feto, e non è necessario per la mamma sentirsi in colpa se si hanno emozioni spiacevoli, è necessario però avere consapevolezza dell’importanza della connessione emotiva. Questa consapevolezza si può alimentare cercando momenti di quiete e calma in cui mamma e papà trovano il tempo per fare delle cose con il feto, una lettura, una carezza o un semplice pensiero rivolto a lui che permetta di ricordargli che quella vita è lì anche nella corsa della quotidianità e che per permetta al feto di sperimentare il mondo di emozioni che è rivolto a lui.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

9 mesi ago · · 0 comments

Dov’è lo stupore

Tra le perdite più dolorose che si hanno diventando grandi c’è, probabilmente, quella legata alla capacità di stupirsi, tipica dei bambini che si affacciano al mondo.
Nel tempo, si sentono, vedono e vivono talmente tante cose brutte e spaventose, a volte inferte proprio da chi dovrebbe aver cura o dare aiuto che, anche davanti a ciò che merita uno sguardo ammirato, lo stupore può lasciare il posto a qualcosa di più mesto, perfino all’indugio rassegnato tipico della malinconia.
Aver cura di sé è anche recuperare questo stato di meraviglia
___________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Scuola di psicologia – lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi

di Giuseppe Cinieri – possibili applicazioni del Training autogeno: sindromi/disturbi mentali, sintomatologie psicosomatiche/fisiche, potenziamento

9 mesi ago · · 0 comments

di Giuseppe Cinieri – possibili applicazioni del Training autogeno: sindromi/disturbi mentali, sintomatologie psicosomatiche/fisiche, potenziamento

Il seguente articolo, scritto a opera dello Psicologo Giuseppe Cinieri, va ad ampliare la ricca raccolta di ricerche a supporto dell’uso del Training autogeno in diversi contesti e ambiti applicativi, scritta a opera dello stesso Giuseppe Cinieri in collaborazione con la Psicologa Simona Delli Santi, presente nel libro “Training autogeno – il quaderno teorico-applicativo per Psicologi e Dott. in tecniche psicologichedi Francesca Di Donato, nuova edizione ampliata, in vendita su Amazon 

La nuova edizione ampliata contiene più di 100 pagine rispetto alla precedente edizione, tra contenuti applicativi ed esercizi esperienziali scritti con la collaborazione degli Psicologi:
Sara Anderlini – Giuseppe Cinieri – Eugenio Ciompi – Simona Delli Santi – Federico Fioravanti – Federica Mariotti – Debora Mauri – Paola Pellegrino – Noemi Virgilio – Luis Polena (Medico-chirurgo).

Se hai apprezzato il libro e vuoi ricevere il file di questo ampliamento, per completare la raccolta di tutte le possibili applicazioni del TA della tua nuova edizione, scrivi sulla chat whatsapp al numero presente in questo sito, per sapere quali sono i passi necessari per procedere.

Per il corso pratico di Training autogeno (es.inferiori, superiori e integrativi) con Francesca Di Donato puoi iniziare a consultare questo link


SINDROMI E DISTURBI MENTALI:

DISTURBI D’ANSIA

  1. Pare che la tecnica possa essere utilizzata come strumento di auto-aiuto nei bambini e negli adolescenti (Parslow, R., Morgan, A.J., Allen, N.B., Jorm, A.F., O’Donnell, C.P. and Purcell, R. (2008), Effectiveness of complementary and self-help treatments for anxiety in children and adolescents. Medical Journal of Australia, 188: 355-359).
  2. È stato riscontrato un aumento della pratica del T.A. durante la pandemia Covid-19. Sembra che la tecnica sia stata particolarmente utile a quelle persone che vivevano stati ansiosi e avevano paura della malattia (de Rivera, L.; Ozamiz-Etxebarria, N.; Dosil-Santamaría, M.; de Rivera-Monterrey, L. Autogenic Training Improves the Subjective.Perception of Physical and Psychological Health and of Interpersonal Relational Abilities: An Electronic Field Survey During the COVID-19 Crisis in Spain. Front. Psychol. 2021, 12, 616426).
  3. Inoltre, il T.A. sembra essere associato ad un migliore recupero delle abilità sociali a seguito del confinamento durante la pandemia (Brooks, SK, Webster, RK, Smith, LE, Woodland, L., Wessely, S., Greenberg, N., et al. (2020). L’impatto psicologico della quarantena e come ridurlo: rapida revisione delle prove. Lancetta 395, 912–920. doi: 10.1016/ Psicosoma. Psichiatra 13, 60–67. s11469-020-00343-8).
  4. Alcuni studi sembrano aver rivelato un alleviamento dell’ansia correlata al COVID in modo più significativo nelle donne, probabilmente perché sembrano aver provato un’ansia maggiore durante la pandemia (Lai, J., Ma, S., Wang, Y., Cai, Z., Hu, J., Wei, N., et al. (2020). Factors associated with mental health outcomes among health care workers exposed to coronavirus disease 2019. JAMA Netw. Open 3:e203976. doi: 10.1001/jamanetworkopen. 2020.3976) ; (Liu, N., Zhang, F., Wei, C., Jia, Y., Shang, Z., Sun, L., et al. (2020). Prevalence and predictors of PTSS during COVID-19 outbreak in China hardest-hit areas: Gender differences matter. Psychiatry Res. 287:112921. doi: 10.1016/j. psychres.2020.112921).
  5. Sembra che la tecnica si sia dimostrata funzionale per intervenire sull’ansia in contesti penitenziari, agendo anche sullo stress e migliorando le capacità di adattamento. Può portare i detenuti ad attivare strategie funzionali per fronteggiamento le situazioni che si possono innescare in un contesto di vita detentivo (La Psicologia come Scienza della Salute : pre-atti del XII Congresso Nazionale Associazione S.I.P.S.A. Società Italiana di Psicologia della  Salute : firenze, 3-5 Novembre 2017 / a cura di Silvia Casale e  Amanda Nerini. – Firenze : Firenze University Press, 2017).

DISTURBI LEGATI A TRAUMI E A FATTORI DI STRESS

  1. Il T.A. può indurre uno stato meditativo e suscitare una risposta di rilassamento diametralmente opposta ai cambiamenti provocati dallo stress (Luthe, W.; Schultz, J.H. Autogenic Therapy, Volume 1: Autogenic Methods; Original work published 1969; British Autogenic Society: London, UK, 2001).

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

  1. Sembra che il T.A. possa servire come strumento contenitivo rispetto all’ansia e all’aggressività in soggetti con disturbo ossessivo compulsivo (Maria Beatrice Toro , David Palazzoni, Spettro impulsivo compulsivo e aggressività nell’adolescenza: un caso clinico, Modelli per la mente, 2013).

DISTURBO DA PANICO

  1. La pratica regolare del T.A. sembra avere effetti sulla cognizione, riducendo le preoccupazioni e portando a un pensiero più chiaro. Questi risultati sembrano coerenti con quanto sappiamo su come funzionano gli attacchi di panico e l’ansia. Gli attacchi di panico, in particolare, sembrano peggiorare a causa di un circolo vizioso che coinvolge i pensieri su ciò che sta accadendo al corpo, con conseguenti reazioni ansiose a questi pensieri (Levent Yurdakul; Sue Holttum; Ann Bowden (2009). Perceived changes associated with autogenic training for anxiety: A grounded theory study. , 82(4), 403–419. doi:10.1348/147608309×444749).

DISTURBI DEL SONNO

  1. La qualità del sonno sembra aumentare significativamente dopo già due settimane di pratica della tecnica (Litwic-Kaminska, K.; Koty´sko, M.; Pracki, T.; Wiłko´s´c-D ˛ebczy ´nska, M.; Stankiewicz, B. The Effect of Autogenic Training in a Form of Audio Recording on Sleep Quality and Physiological Stress Reactions of University Athletes-Pilot Study. Int. J. Environ Res. Public Health 2022, 19, 16043).

DISTURBI DELL’UMORE

  1. Sembra che la tecnica, in supporto ad una terapia psicologica, possa ridurre il rischio suicidario in persone con tratti nevrotici (Kulawik H, Ott J, Geyer M. Die Psychotherapie der Suizidalität [Psychotherapy for suicidal inclinations]. Psychiatr Neurol Med Psychol (Leipz). 1977 Aug;29(8):490-7. German. PMID: 928568).
  2. Inoltre, pare essere un facilitatore rispetto al raggiungimento di una normotonia in pazienti con depressione (Loesch, W., Seefeldt, D., & Hecht, K. (1989). Langzeitstudie zur Effektivit¨at psychotherapeutischer Verfahren in der Behandlung von Fr¨uhformen der prim¨aren arteriellen Hypertonie in der allgemeinmedizinischbetriebs¨arztlichen Praxis [Long-term evaluation of the effectiveness of psychotherapeutic methods in the treatment of essential hypertension in the practice]. Zeitschrift fur¨ .. Arztliche Fortbildung, 83, 913–919).

SCHIZOFRENIA

  1. L’applicazione del T.A. in soggetti affetti da schizofrenia sembra produrre effetti favorevoli sui risultati dei test psicologici e sui sintomi clinici (Shibata, J.I.; Motoda, K. The Application of Autogenic Training to a Group of Schizophrenic Patients. Am. J. Clin. Hypn. 1967, 10, 15–19).
  2. In ulteriori ricerche sembra essere emerso che l’attività cerebrale dei pazienti con schizofrenia può essere stabilizzata praticando la tecnica e ciò può essere monitorato attraverso la registrazione dei potenziali evocati visivi (PEV) (Motoda, K.; Shibata, J.I.; Inanaga, K.; Isozaki, H. Visual evoked responses in schizophrenics during autogenic training. Am. J. Clin. Hypn. 1969, 12, 67–74).

SINTOMATOLOGIE PSICOSOMATICHE E/O FISICHE:

DISTURBI PSICOSOMATICI

  1. Il T.A. sembra ridurre l’asma cronico quando ha un’origine psicosomatica (Sauer, J., & Schnetzer, M. (1978). Zum Pers¨onlichkeitsbild des Asthmatikers und seiner Ver¨anderung durch un-terschiedliche Behandlungsmethoden im Verlauf seiner Kur [Personality of asthma patients and their change by different therapy methods during treatment]. Zeitschrift fur Klinische Psychologie und Psychotherapie¨, 26(2), 171–180).
  2. Risultati simili possono essere individuati in casi di vescica irritabile (Günthert EA. Der Problemfall in der urologischen Sprechstunde: “Symptome der sogenannten Reizblase der Frau” [A problem case in urologic consultation: symptoms of so-called irritable bladder in the female]. Urologe A. 1986 Mar;25(2):82-3. German. PMID: 3716042).

ARTRITE

  1. Il rilassamento muscolare tipico di queste tecniche potrebbe migliorare la qualità del sonno e ridurre l’affaticamento in pazienti con artrite reumatoide (Kılıç N, Parlar Kılıç S. The effect of progressive muscle relaxation on sleep quality and fatigue in patients with rheumatoid arthritis: A randomized controlled trial. Int J Nurs Pract. 2023 Jun;29(3):e13015. doi: 10.1111/ijn.13015. Epub 2021 Sep 26. PMID: 34569129).

FIBROMIALGIA

  1. Il T.A. sembra essere utilizzato in concomitanza alla terapia farmacologica e al supporto psicologico per ridurre dolore e vertigini in casi di fibromialgia (Goto F, Asama Y, Nakai K. [A case of fibromyalgia treated with medical and autogenic training]. Nihon Jibiinkoka Gakkai Kaiho. 2005 Dec;108(12):1171-4. Japanese. doi: 10.3950/jibiinkoka.108.1171. PMID: 16440815).

NEOPLASIE

  1. Il T.A. pare essere una potente terapia di auto-aiuto in pazienti oncologici. In chi utilizza la tecnica sembra manifestarsi un miglioramento statisticamente significativo nei sintomi di ansia e depressione (Hidderley M, Holt M. A pilot randomized trial assessing the effects of autogenic training in early stage cancer patients in relation to psychological status and immune system responses. Eur J Oncol Nurs. 2004 Mar;8(1):61-5. doi: 10.1016/j.ejon.2003.09.003. PMID: 15003745).
  2. Inoltre, lo stress psicologico in pazienti oncologici può inibire la funzione immunitaria e contribuire alla progressione della malattia. Pare che l’uso della tecnica possa contribuire a migliorare la funzione immunitaria, contribuendo al recupero della propria salute ( Minowa C, Koitabashi K. The effect of autogenic training on salivary immunoglobulin A in surgical patients with breast cancer: a randomized pilot trial. Complement Ther Clin Pract. 2014 Nov;20(4):193-6. doi: 10.1016/j.ctcp.2014.07.001. Epub 2014 Jul 17. PMID: 25085757).
  3. Un aspetto che può risultare particolarmente compromesso in questo tipo di malattia è la qualità del sonno. Sembra che il T.A. sia riconosciuto tra le tecniche utilizzabili per ottimizzare vari parametri del sonno e, di riflesso, il benessere dei pazienti (Simeit R, Deck R, Conta-Marx B. Sleep management training for cancer patients with insomnia. Support Care Cancer. 2004 Mar;12(3):176-83. doi: 10.1007/s00520-004-0594-5. Epub 2004 Feb 4. PMID: 14760542).
  4. Oltre alla qualità del sonno e ad una riduzione di sintomi depressivi e ansiosi, pare che la tecnica possa aiutare i pazienti a percepire il proprio ambiente come meno ostile e minaccioso, accrescendo le loro capacità di coping e uno “spirito combattivo” utile ad affrontare la malattia (Wright S, Courtney U, Crowther D. A quantitative and qualitative pilot study of the perceived benefits of autogenic training for a group of people with cancer. Eur J Cancer Care (Engl). 2002 Jun;11(2):122-30. doi: 10.1046/j.1365-2354.2002.00307.x. PMID: 12099948).
  5. La tecnica sembra essere stata testata positivamente anche con pazienti affetti da leucemia e che seguivano una terapia in isolamento all’interno di una camera sterile. (K. Foerster; Psicoterapia di supporto combinata con training autogeno in pazienti leucemici acuti sottoposti a terapia di isolamento. Psychother Psychosom1 febbraio 1984; 41 (2): 100–105. https://doi.org/10.1159/000287795).

TOURETTE

  1. Sembra che tecniche autoipnotiche come il T.A. possano essere validi strumenti di intervento a breve termine nel trattamento dei tic in pazienti con sindrome di Tourette (Lazarus JE, Klein SK. Nonpharmacological treatment of tics in Tourette syndrome adding videotape training to self-hypnosis. J Dev Behav Pediatr. 2010 Jul-Aug;31(6):498-504. doi: 10.1097/DBP.0b013e3181e56c5d. PMID: 20585264).

MALATTIE E SINDROMI GASTROINTESTINALI E DEL TRATTO ORALE

  1. Tecniche come il T.A. si potrebbero rivelare efficaci nel ridurre il dolore addominale e favorire la distensione dopo una colonscopia (Tanrıverdi S, Parlar Kılıç S. The Effect of Progressive Muscle Relaxation on Abdominal Pain and Distension in Colonoscopy Patients. J Perianesth Nurs. 2023 Apr;38(2):224-231. doi: 10.1016/j.jopan.2022.04.013. Epub 2022 Oct 31. PubMed [citation] PMID: 36328945)
  2. In pazienti con sindrome dell’intestino irritabile è possibile riscontrare forti miglioramenti o scomparsa dei sintomi attraverso il training autogeno (Berndt, H., & Maercker, W. (1985). Zur Psychotherapie beim Reizkolon [Psychotherapy with patients with an irritable colon]. Zeitschrift fur die Gesamte Innere Medizin ¨ , 40(4), 107–110).
  3. In alcuni la tecnica può essere utile, in concomitanza a trattamenti farmacologici, nel trattamento della rettocolite ulcerosa (Degossely M, Koninckx N, Lenfant H. La recto-colite hémorragique: training autogène. A propos de quelques cas graves [Ulcerative rectocolitis: autogenous training. On serveral serious cases (author’s transl)]. Acta Psychiatr Belg. 1975 Jun-Jul;75(4):416-24. French. PMID: 1232771).
  4. Potremmo individuare risultati altrettanto positivi anche nel morbo di Crohn e in altre malattie infiammatorie intestinali (Milne, B., Joachim, G., & Niedhardt, J. (1986). A stress management programme for inflammatory bowel disease patients. Journal of Advanced Nursing, 11, 561–567).
  5. Risultati positivi possono essere individuati anche nella risoluzione di situazioni di stipsi (Pakhomova IV, Aĭvazian TA, Zaĭtsev VP, Gusakova EV, Molina LP. [Efficiency of autogenous training in medical rehabilitation of patients with irritable colon syndrome with constipation dominance]. Vopr Kurortol Fizioter Lech Fiz Kult. 2008 Jan-Feb;(1):24-7. Russian. PMID: 18376480).
  6. Pare avere ottimi risultati anche in casi di stomatopirosi, contribuendo non solo all’eliminazione dei disturbi orali, ma anche alla riabilitazione emotiva dei pazienti e alla riduzione della secchezza delle fauci (Pokupec JS, Gruden V, Biocina-Lukenda D. Salivation quantum–stomatopyrosis–autogenic training. Coll Antropol. 2009 Sep;33(3):867-72. PMID: 19860117).

EMICRANIA

  1. Sembra esserci un dibattito rispetto all’uso di questa tecnica nelle cefalee primarie. Se alcuni studi provano a dimostrarne l’inefficacia, altrettanti ne mostrano invece l’efficacia (Seo E, Hong E, Choi J, Kim Y, Brandt C, Im S. Effectiveness of autogenic training on headache: A systematic review. Complement Ther Med. 2018 Aug;39:62-67. doi: 10.1016/j.ctim.2018.05.005. Epub 2018 May 22. PMID: 30012394).

DISTURBI DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE

  1. Il T.A. sembra poter ridurre in modo significativo la frequenza cardiaca, questo potrebbe essere particolarmente utile quando è disfunzionalmente alta in pazienti reduci da un infarto miocardico. Si riscontra, quindi, un ottimo canale per poter fare prevenzione secondaria in questo tipo di casi (Pol´ackov´a, J., Bockov´a, E., & Sedivec, V. (1982). Autogenic training: Application in secondary prevention of myocardial infarction. Activitas Nervosa Superior (Praha), 24(3), 178–180).
  2. Pare possa ridurre significativamente le azioni cardiache disritmiche e portare ad un miglioramento del metabolismo lipidico (Rakov, A. L., Mandrykin, Iu. V., & Zamotaev,Iu. N. (1997). The results of autogenic training in patients with ischemic heart disease. Voenno-Medicinskij Zurnal Taermedizin, 318, 37–41).
  3. Rispetto a chi pratica attività fisica il miglioramento delle funzioni cardiache sembra essere più pronunciato in persone che praticano il T.A, differentemente pare emergano risultati meno pronunciati (seppur esistenti) nella presenza di lipidi ematici (Carruthers, M. (1984). Health promotion by mental and physical training. British Journal of Holistic Medicine, 1(2), 142–147); (Carruthers, M. (1988). Die kardioprotektive Wirkung des Autogenen Trainings [Health promotion by autogenic training, part I]. Zeitschrift fur Allgemeine Medizin ¨ , 64, 575–579).
  4. Sembra anche emergere un miglioramento nel microcircolo e nella pressione arteriosa sistolica (Winterfeld, H.-J., Siewert, H., Bohm, J., Frenzel, R., Aurisch, R., Ecke, A., et al. (1993). Autogenes Training bei hypertonen Regulationsst¨orungen nach aortokoronarer Venenbypass-Operation (ACVB) bei koronarer Herzkrankheit [Autogenous training in hypertonic regulation on disturbances following coronary bypass operation in patients with coronary heart disease]. Innere Medizin, 48, 201–204).
  5. In persone con sindrome di Raynaud che praticano il T.A. sembra esserci un significativo miglioramento nel mantenimento della temperatura cutanea digitale in presenza di uno stress da freddo (Surwit, R. S., Pilon, R. N., & Fenton, C. H. (1978). Behavioral treatment of Raynaud’s disease. Journal of Behavioral Medicine, 1(3), 323–335).
  6. Inoltre, pare essere stato riscontrato un miglioramento significativo nella frequenza dei vasospasmi dovuti alla sindrome di Raynaud a partire dalle 4 settimane di applicazione della tecnica e un miglioramento ancora più pronunciato dopo 9 settimane (Keefe, F. J., Surwit, R. S., & Pilon, R. N. (1980). Biofeedback, autogenic training, and progressive relaxation in the treatment of Raynaud’s disease: A comparative study. Journal of Applied Behavior Analysis, 13(1), 3–11).

EPILESSIA

  1. Alcuni studi affermano che il T.A. porti ad una piccola riduzione di crisi epilettiche in pazienti con epilessia che si manifesta con poche crisi, mentre una significativa riduzione in pazienti che ne hanno con maggiore frequenza (De Rivera, J. L. G., De Montigny, C., & Remillard, G. (1977). Autogenic therapy of temporal lobe epilepsy. Therapy in Psychosomatic Medicine, 4, 40–47).

HIV

  1. Sembra che il T.A. potrebbe migliorare alcuni aspetti della qualità della vita e ridurre gli effetti psicologici avversi tra le persone che vivono con l’HIV (Ramirez Garcia MP, Leclerc-Loiselle J, Côté J, Brouillette MJ, Thomas R. Effect of autogenic training oy of life and symptoms in people living with HIV: A mixed method randomized controlled trial. Complement Ther Clin Pract. 2023 Feb;50:101716. doi: 10.1016/j.ctcp.2022.101716. Epub 2022 Dec 13. PMID: 36528982).

POTENZIAMENTO:

LAVORATIVO

  1. Il T.A. sembra efficace per la gestione dello stress in infermieri che potrebbero significativamente alleviare lo stress sul posto di lavoro (Seo E, Kim S. [Effect of Autogenic Training for Stress Response: A Systematic Review and Meta-Analysis]. J Korean Acad Nurs. 2019 Aug;49(4):361-374. Korean. doi: 10.4040/jkan.2019.49.4.361. PMID: 31477667).
  1. Inoltre, pare che a beneficiarne possano essere anche gli insegnanti in condizione di forte burnout, con una significativa riduzione dello stress dopo sei settimane di pratica della tecnica (Aruna S. Burn-out and stress percipience benefits of a stress management program by autogenic relaxation training for teachers: A pilot study. Int. J. Res. Pharm. Sci. 2020;11:480–490).

SPORTIVO

  1. L’applicazione del T.A. sembra essere utile in sport in cui è importante una buona autoregolazione come ad esempio nel Karate. Sembra, infatti, che l’uso della tecnica in chi pratica questo sport possa apportare cambiamenti positivi nell’ansia e nella fiducia in se stessi, migliorando i risultati ottenuti nell’allenamento e nelle attività competitive (Veskovic, Ana & Koropanovski, Nenad & Dopsaj, Milivoj & Jovanovic, Srecko. (2019). Effects of a Psychological Skill Training Program on Anxiety Levels in Top Karate Athletes. Revista Brasileira de Medicina do Esporte. 25. 418-422. 10.1590/1517-869220192505173969).
  2. Uno studio ha dimostrato, inoltre, una correlazione tra l’uso del T.A. e un accrescimento delle capacità di affrontare le avversità, maggiore fiducia in sé e una migliorata motivazione e concentrazione nei ballerini. Sembra che il potenziamento di tali caratteristiche, con l’aiuto di questa tecnica, possa ridurre i casi di infortuni duranti gli allenamenti (Noh YE, Morris T, Andersen MB. Psychological intervention programs for reduction of injury in ballet dancers. Res Sports Med. 2007 Jan-Mar;15(1):13-32. doi: 10.1080/15438620600987064. PMID: 17365949).
  3. Sembra, inoltre, utilizzato per gli sport di precisione come nel caso del tiro con l’arco (Hong, K.-D. (2008, April 28). Development and Practical Application of Relaxation Training Contents for Middle and High School Archery Players. The Journal of the Korea Contents Association. The Korea Contents Association. https://doi.org/10.5392/jkca.2008.8.4.237).

MATERNITÀ E GRAVIDANZA

  1. Tra le donne che avevano imparato questo metodo pare si sia ridotto il tempo del travaglio durante il parto, raggiungendo prima la dilatazione necessaria (Prill, H. J. (1965). Das Autogene Training in der Geburtshilfe und Gynaekologie [Autogenic training in the birth-aid and gynaecology]. In W. Luthe (Ed.), Autogenes Training: Correlationes psychosomaticae [Autogenic training: Correlationes psychosomaticae] (pp. 234–246). Stuttgart, Germany: Thieme).
  2. Sembra inoltre che si riduca sensibilmente l’ansia prima che inizi il travaglio e la durata del momento di espulsione del nascituro (Zimmermann-Tansella, C., Dolcetta, G., Azzini, V., Zacche, G., Bertagni, P., Siani, R., et al. (1979). Preparation courses for childbirth in primipara: A comparison. Journal of Psychosomatic Research, 23, 227–233).
  3. Pare modulare favorevolmente la secrezione di β-EP durante il travaglio e al momento del parto. Questo risultato supporta l’efficacia del metodo nel ridurre lo stress sia materno che fetale durante il travaglio (Bianchi, M. S., De Punzio, C., Ferdeghini, M., Fioretti, P., Metelli, P., Neri, E., et al. (1994). The relationship between maternal relaxation and plasma beta-endorphin levels during parturition. Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynaecology, 15, 205–210).
  4. Si è riscontrato che tecniche come il T.A. possono alleviare l’intensità e i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo, migliorando la qualità della vita e del sonno nelle donne in gravidanza (Akbaş P, Yaman Sözbir Ş. The effect of progressive muscle relaxation exercise on the intensity of symptoms and quality of sleep and quality of life in pregnant women with restless leg syndrome. Patient Educ Couns. 2023 Aug;113:107768. doi: 10.1016/j.pec.2023.107768. Epub 2023 Apr 28. PMID: 37146530).

RIABILITAZIONE POST-OPERATORIA

  1. IL T.A. è una delle tecniche utilizzate per migliorare la gestione del dolore postoperatorio. I vantaggi del suo uso includono: minori complicanze postoperatorie, aumento della deambulazione e della mobilizzazione precoce, diminuzione della possibilità che si verifichino sindromi dolorose croniche, riabilitazione più breve e meno complicata, maggiore soddisfazione del paziente e una maggiore aderenza alle indicazioni mediche prescritte (Moskowitz L. Psychological management of postsurgical pain and patient adherence. Hand Clin. 1996 Feb;12(1):129-37. PMID: 8655613).
  2. Si potrebbe dunque considerare un valido intervento, non invasivo e non farmacologico, per il trattamento complementare nel dolore post-operatorio (Wang TJ, Chang CF, Lou MF, Ao MK, Liu CC, Liang SY, Wu SF, Tung HH. Biofeedback relaxation for pain associated with continuous passive motion in Taiwanese patients after total knee arthroplasty. Res Nurs Health. 2015 Feb;38(1):39-50. doi: 10.1002/nur.21633. Epub 2014 Dec 30. PMID: 25557776).

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Giuseppe Cinieri Psicologo 

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6.Vita prenatale, la memoria. Noemi Virgilio

9 mesi ago · · 0 comments

6.Vita prenatale, la memoria. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

Vita prenatale, la memoria di Noemi Virgilio

Terminiamo il nostro viaggio alla scoperta della vita prenatale affrontando un argomento interessante e rispondendo ad una domanda: il bambino ricorda qualcosa della sua vita prenatale?

Le ricerche che sono state fatte in questo ambito ci dicono che il feto ricorda alcune cose della sua vita prenatale, per esempio sono stati fatti degli sperimenti esponendo il feto alla lettura di lista di parole o di brani letti da parte del papà e tutti i bambini una volta nati mostravano di riuscire a calmarsi alla lettura della stessa lista di parole o dello stesso brano, cosa che non accadeva con liste o brani diversi. Un esperimento condotto su bambini che viveva vicino all’aeroporto di Osaka ha dimostrato che i bimbi esposti al rumore degli aerei durante la gravidanza non mostravano nessun fastidio al passaggio degli aerei una volta nati, i bambini invece trasferiti ad Osaka dopo la nascita mostravano grandi segni di fastidio di fronte al rumore del passaggio degli aerei.

Anche per quanto riguarda il cibo è dimostrato che i bambini hanno familiarità con i cibi a cui vengono esposti durante la vita prenatale, per questo motivo sapori come il piccante o l’amaro sono perfettamente accettati da bambini che ne sono stati esposti nella vita prenatale, mentre vengono rifiutati dai bambini che non ne hanno fatto esperienza prenatale.

Queste conoscenze sulla memoria ci permettono di sapere che il feto partecipa alla vostra quotidianità, vi conosce, apprende aspetti di voi e li memorizza, così come voi cominciate a conoscere aspetti del vostro bambino già dalla vita prenatale. Conoscere questi aspetti è una opportunità per comprendere la grande responsabilità e il grande privilegio che i genitori hanno nei confronti del bambino già dal giorno zero. Avere queste conoscenze è un’occasione unica per cominciare il processo di sintonizzazione con il feto che porterà a conoscerlo sempre più profondamente.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

9 mesi ago · · 0 comments

5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, vista, olfatto e gusto di Noemi Virgilio

Finiamo il nostro viaggio alla scoperta dei sensi della vita prenatale parlando degli altri sensi: vista, olfatto e gusto. Il sistema visivo sebbene sia sviluppato (24 esima settimana) è quello sul quale la comunità scientifica ha meno conoscenze, si sa che il feto può percepire brusche variazioni di luce e lo dimostra anche con movimenti di sussulto.

Per quanto riguarda l’olfatto invece sappiamo che è sviluppato già dal sesto mese e sappiamo che il bambino riconosce l’odore del latte della propria madre rispetto ad un altro latte perché ha lo stesso odore del liquido amniotico. Già nelle prime ore di vita un neonato che non ha ancora competenze di movimento se lasciato a contatto con la madre cercherà il contatto con il seno, guidato proprio dall’odore del latte materno. Per quanto riguarda il gusto sappiamo che già alla 12 settimana si sviluppano i recettori gustativi e che il feto reagisce deglutendo dopo una iniezione intraamniotica di sostanze zuccherate, mentre rallenta la deglutizione in presenza di sostanze amare. È dimostrato che il latte materno ha lo stesso odore ma anche lo stesso sapore del liquido amniotico che cambia a seconda dell’alimentazione della mamma. Per questo motivo per i bambini è più facile poi avvicinarsi a sapori di cui hanno fatto esperienza durante la vita prenatale, attraverso l’alimentazione della mamma.

Questa capacità del feto di reagire ai diversi sapori è qualcosa che qualunque genitore può sperimentare quando dopo l’ingestione da parte della mamma di una sostanza zuccherata il feto comincia a muoversi, dimostrando anche in questo caso la sua capacità di interagire con il mondo esterno.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

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