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17.Risvegli e regressioni. Sara Anderlini

6 mesi ago · · 0 comments

17.Risvegli e regressioni. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

Risvegli e regressioni di Sara Anderlini

Alla nascita e per i primi anni, al contrario delle nostre aspettative, i bambini hanno bisogno di tante ore di sonno, che si riducono di mese in mese, nell’arco della giornata ma si svegliano spesso, tenendo conto delle differenze individuali. La grande differenza rispetto al nostro modo di dormire, sta nella capacità di agganciare i cicli del sonno e gestire i risvegli, in altre parole nel riaddormentarsi. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati e riaccompagnati al sonno. Accogliendo questo bisogno, fisiologicamente il sonno si struttura sempre di più fino ad arrivare ad uno schema più evoluto, intorno ai 3-4 anni.

I risvegli che i bambini hanno sono dunque fisiologici ed hanno una funzione evoluzionistica. il cervello del bambino infatti funziona in questo modo affinchè il risveglio consente al bambino di nutrirsi e di ricevere cure e presenza dal genitore e quindi assicurarsi la protezione. Se pur normali, è importante riconoscere che riveste un ruolo importante il cortisolo che il corpo inizia a produrre di fronte ad un eccesso di stanchezza. E’ quindi necessario rispettare le finestre di veglia e l’igiene del sonno per far in modo che il bambino abbia i risvegli fisiologici ma che riesca a riposare.

E’ possibile che il bambino richieda il contatto o la suzione per potersi riaddormentare. Il contatto è un bisogno esattamente come la fame e il sonno.

E’ assolutamente fisiologico che i bambini vogliano dormire al seno, oppure che vogliano dormire in braccio, quando possibile vanno assecondati. Questo risulterà particolarmente funzionale nei periodi di regressione (Sleep Regression) che a noi danno l’impressione essere un “tornare indietro”  rispetto a qualcosa di consolidato ma che sono in realtà il frutto di una progressione nello sviluppo del bambino (conquista motoria, linguistica, sociale ecc). I maggiori segnali delle regressioni che si presentano in momenti particolari dello sviluppo del bambino, o di fronte a cambiamenti nelle abitudini, sono un sonno notturno più agitato, risvegli più frequenti, maggiore irritabilità e richiesta di contatto, maggiore resistenza all’addormentamento, pisolini più corti. Per quanto sono periodi sfidanti, tendenzialmente le regressioni si risolvono nell’arco di qualche settimana, il tempo che il cervello interiorizzi ciò che l’ha determinata.

Ricordiamoci sempre che il sonno è uno degli aspetti più impegnativi dell’accudimento di un bambino ma che sono dei periodi circoscritti nel tempo. Qualsiasi fase, anche la più faticosa, rimane una fase evolutiva, che passa e lascia il posto a qualcosa di nuovo.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

6 mesi ago · · 0 comments

Mod.iscrizione corso Gestione del colloquio

Per scaricare il PDF è sufficiente cliccare sulla voce di seguito riportata: Modulo iscrizione corso colloquio

Il modulo andrà stampato, compilato in ogni sua parte, firmato in modo leggibile su ogni foglio e riconsegnato in formato pdf di qualità con allegato documento d’identità, tramite mail presente nella pagina  Contatti 
Scrivere nell’oggetto della mail: Nome e cognome e tipo di modulo allegato 

16.Fisiologia e igiene del sonno. Sara Anderlini

6 mesi ago · · 0 comments

16.Fisiologia e igiene del sonno. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Fisiologia e igiene del sonno di Sara Anderlini

Nella nostra cultura è molto diffusa l’idea che i bambini debbano dormire tutta la notte e da soli. Questa è una convinzione che può destabilizzare molto il genitore che si confronterà con il sonno del proprio bambino, molto diverso da quello di un adulto.

Il bambino, fin dalla nascita, è programmato biologicamente per dormire, il punto è osservare la questione sonno capendo a che cosa è funzionale un certo modo di dormire, molto lontano dagli schemi adulti. Ciò che principalmente cambia riguarda la capacità di riaddormentarsi tra un ciclo di sonno e l’altro, che è una competenza che si acquisisce naturalmente con la crescita. Cos’è un ciclo di sonno? All’interno di un ciclo di sonno si alternano diverse fasi in cui il sonno cambia caratteristiche e che ci permettono di riposare e rigenerarci. Tra un ciclo e l’altro anche noi adulti abbiamo dei piccoli risvegli ma abbiamo ormai imparato a riaddormentarci di volta in volta ed a volte nemmeno ce ne rendiamo conto.

Il sonno rappresenta un bisogno fondamentale per lo sviluppo psicofisico del bambino.

Ha molte funzioni tra cui: favorire lo sviluppo cerebrale, sostenendo tutte le tappe dello sviluppo, consolidare la memoria e l’apprendimento, favorire la secrezione dell’ormone della crescita, rafforzare il sistema immunitario, consentire all’organismo di rallentare e al cervello di “ripulirsi” dalle tossine accumulate durante la veglia.

Per i primissimi periodi il sonno del bambino è polifasico ovvero si alternano diverse volte nell’arco della giornata fasi di sonno e fasi di veglia. Piano piano aumenteranno le finestre di veglia, ovvero il tempo che il bambino riesce a stare sveglio tra un pisolino e l’altro e il cervello si strutturerà in modo da concentrare le ore di sonno di notte, regolandosi biologicamente con l’alternanza della luce e del buio.

Se è vero che il sonno del bambino è diverso da quello dell’adulto, ciò che possiamo però fare per poter favorire una buona qualità è curare l’igiene del sonno attraverso alcune regole che ogni famiglia può mettere in atto in modo flessibile: è importante prestare attenzione al luogo in cui il bambino dorme, assicurandosi che la temperatura sia adeguata (tra 18° e 20°), che la stanza sia al buio (dopo i primi due mesi di vita) o almeno in penombra per i pisolini, dai 6 mesi circa instaurare una routine in tutta la giornata che preveda degli orari e delle abitudini ricorrenti (con flessibilità) e costruire un rituale che permetta ai bambini di sentirsi contenuti ed accompagnati alla nanna.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

6 mesi ago · · 0 comments

La vita è ora

Arriverà il momento in cui ci si accorgerà di aver sacrificato l’autentica espressione di sé, il proprio entusiasmo, l’opportunità di essere felici con semplicità, per il bisogno dissacrante di validare continuamente la propria esistenza al cospetto altrui.
La chiave è essere respons-abili e quindi avere un’abilità di risposta congruente verso il mondo, sì, ma anche e innanzitutto verso se stessi.
LA VITA È ORA e non merita di essere trattenuta dalla paura e schiacciata dal dovere.
_______________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute
percorsi individuali, di coppia e di gruppo

6 mesi ago · · 0 comments

Idealizzazione, delusione, disillusione.

L’idealizzazione dell’altro è un processo tanto raffinato quanto illusorio e porta quasi certamente, nel tempo, a una delusione più o meno profonda, accompagnata da rabbia, insoddisfazione e amarezza.
Talvolta persino disprezzo.
Un possibile sbocco, a fronte della rottura scenica alla quale si assiste, è il passaggio dalla delusione alla disillusione ovvero spogliare l’altro dell’illusione iniziale per iniziare a vederlo per ciò che è.

Sarà a questo punto che dovrai chiederti se ciò che vedi davanti a te lo riconfermi o meno nella tua vita.
_________________________
Francesca Di Donato – psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute
percorsi individuali, di coppia e di gruppo

15.Parlami nel modo in cui io ascolto. Paola Pellegrino

6 mesi ago · · 0 comments

15.Parlami nel modo in cui io ascolto. Paola Pellegrino

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


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Parlami nel modo in cui io ascolto di Paola Pellegrino

Nella relazione genitore-figlio, la costruzione di un dialogo basato sul rispetto e la sintonizzazione reciproca parte dal genitore Adulto che ha il compito di permettere al bambino prima e al ragazzo poi, di poter sperimentare una relazione e comunicazione positiva e costruttiva.

Quando i bambini sono molto piccoli può capitare di pensare che parlare con loro sia prematuro perché per la loro tenera età “non possono capire”. Via via che crescono poi, si dà per scontato invece che siano abbastanza grandi e in grado di comprendere anche senza troppe parole.

In realtà la comunicazione e il dialogo con loro è fondamentale dal primo momento e non smette di esserlo neppure in adolescenza o in età adulta. “Semplicemente “va calibrata e adattata alla loro età, alle loro caratteristiche e alle situazioni.

Nella comunicazione, oltre alle parole che veicolano un messaggio e un significato, gioca un ruolo importante anche la componente Non verbale che si esprime attraverso la mimica facciale, i gesti e i movimenti, il contatto fisico, la postura, la disposizione nello spazio e che contribuisce a caratterizzare anche emotivamente il messaggio e la comunicazione tra le parti.

Vediamo ora qualche indicazione più pratica per stabilire una comunicazione funzionale nell’infanzia:

  • attenzione sempre alla coerenza tra i due piani di comunicazione: se ti invito a non urlare, lo faccio tenendo per prima una voce bassa. Infatti una comunicazione in cui Verbale e Non verbale sono tra loro in contraddizione non è una comunicazione efficace e può generare molteplici interferenze e condizionamenti;
  • necessità di porsi sempre al loro livello: non solo per le parole da utilizzare ma anche a livello fisico, prossemico: poniamoci alla loro altezza, stabiliamo un contatto oculare, forniamo presenza;
  • i bambini hanno bisogno di ripetitività e Costanza: è normale e può essere utile dover ripetere più volte un contenuto o un’informazione non solo per permettere al bambino di interiorizzarla ma anche per rispondere al suo bisogno di sapere che il mondo intorno a lui può rimanere stabile e prevedibile.

Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

14.Tra nutrimento e contatto. Noemi Virgilio

6 mesi ago · · 0 comments

14.Tra nutrimento e contatto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


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Tra nutrimento e contatto di Noemi Virgilio

Quando il bambino viene alla luce subisce un grande trauma, per quanto fisiologico, perché improvvisamente viene investito da stimoli molto diversi da quelli a cui era abituato, non è più avvolto e contenuto dal liquido amniotico, il mondo ha luci e suoni molto più forti rispetto a quelli a cui era abituato, per questo motivo il contatto pelle a pelle svolge un ruolo fondamentale perché permette al bambino di ripristinare seppur in parte la sensazione di contenimento che aveva all’interno della pancia. Il contatto quindi per il neonato è un bisogno fisiologico che ha le stesse caratteristiche del bisogno di nutrimento. L’allattamento al seno rappresenta l’unione perfetta tra il bisogno di contatto e il bisogno di nutrimento, ma può essere un valido aiuto anche per rispondere al solo bisogno di contatto per il bambino (suzione non-nutritiva). È senza dubbio vero che l’allattamento materno risponde a i due bisogni principali del bambino e che a livello alimentare è il migliore disponibile per il bambino.

Come si può allora sopperire al bisogno del contatto del bambino qualora si decida di allattare artificialmente o qualora di debba optare per l’allattamento artificiale? Anche in questo caso sapere che il latte artificiale ci permette di rispondere al solo bisogno nutritivo è importante per renderci consapevoli che il bisogno di contatto in questo caso non viene meno e siamo noi a dover trovare strategie che permettano a quel bambino di sentirsi ugualmente contenuto e protetto. È possibile quindi dare il biberon stando attenti al contenimento che diamo con le braccia, stando attenti al contatto oculare, i sensi del bambino gli permettono di vedere delle ombre proprio alla distanza tra il seno/braccia e il viso della mamma. Il contatto oculare è fondamentale a prescindere dal modo in cui decidiamo di allattare, dunque proviamo a farlo senza strumenti digitali che ci possano distrarre, favoriremo un pieno contatto con il bambino e una sintonizzazione vera con i suoi bisogni.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

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