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12.Verso la triade. Paola Pellegrino

4 giorni ago · · 0 comments

12.Verso la triade. Paola Pellegrino

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

Verso la triade di Paola Pellegrino

La relazione tra mamma e bambino è una relazione che parte dal primo momento in cui la donna prende consapevolezza della gravidanza: un legame intimo che parte da dentro e che si caratterizza giorno dopo giorno in maniera unica per ognuno.

Il corpo della donna così come le sue percezioni, rappresentazioni e idee si modificano gradualmente per divenire giorno dopo giorno sempre più pronte ad accogliere la nuova vita con tutte le modificazioni che questo comporta.

È un cambiamento anche fisiologico di cui la donna fa esperienza diretta, è inevitabile.

Ma come è per i futuri papà?

Si, perché l’attesa riguarda anche loro, le loro emozioni e Stati d’animo, le loro idee.

La strada che porta a questo però è meno nitida e delineata rispetto a quella che gg per gg si delinea per la donna perché è meno diretta e necessita di essere via via costruita e sentita.

Per questo è importante che i papà siano coinvolti dal primo momento in quanto tali, per favorire la nascita e la crescita di un legame graduale e via via naturale anche per loro.

Anche attraverso l’esperienza di sentire il piccolo scalciare nel grembo materno, o partecipare alle ecografie così come essere coinvolti e partecipi dell’esperienza intima ed emotiva della donna e sintonizzarsi con la propria, permette ai papà si iniziare a familiarizzare concretamente con la presenza ancora non visibile del bambino e iniziare così ad affinare le sue rappresentazioni rispetto a questo: del bambino, del suo nuovo ruolo, del cambiamento di una parte della sua identità.

Così può nascere una nuova danza che si aggiunge alle precedenti e in cui muove i primi passi una triade in armonia e in sintonia

.

Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

 

11.Ascolto e percezione corporea in gravidanza. Sara Anderlini

2 settimane ago · · 0 comments

11.Ascolto e percezione corporea in gravidanza. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Ascolto e percezione corporea in gravidanza di Sara Anderlini

La gravidanza è un periodo particolare per la donna che si trova ad entrare in relazione con un corpo in evoluzione. Un corpo che sta cambiando, che ospita una piccola creatura che si sviluppa, un corpo che si prepara al parto.

Ascoltare il corpo in gravidanza significa imparare a stare con le sensazioni nuove che il corpo genera, aumentando sempre di più la percezione e la consapevolezza. Questo è possibile grazie alle tecniche di rilassamento e visualizzazione che sono sempre molto utili, ma che rivestono una funzionalità rilevante durante la gravidanza per diversi motivi.

Il rilassamento permette di abbassare i livelli di stress per fare posto a una sensazione di benessere fisico e mentale. Attraverso di esso si può agevolare la formazione del legame emotivo tra la mamma e il feto (nel rilassamento singolo) o tra la mamma, il feto e il papà (nel rilassamento di coppia). La mamma entra in uno stato altamente percettivo che coinvolge anche il bimbo grazie al rallentamento delle funzioni corporee, facilitando così lo scambio di emozioni e sentimenti. Nella frenesia della vita che spesso conduciamo, può capitare infatti che si perda di vista il proprio corpo e che si faccia più difficoltà a percepirne i segnali. In gravidanza è importante ritagliarsi dei momenti in tranquillità in cui mettersi in ascolto di sé e del proprio bambino.

Il rilassamento profondo permette di conoscere il proprio corpo e come esso comunica, ascoltando ogni singola parte per essere più capaci di mettersi in ascolto di tutti i segnali durante il travaglio e il parto permettendo inoltre di gestire il dolore, migliorando così l’esperienza.

Ascoltare il proprio corpo e sentire come cambia e che cosa cambia, significa percepirsi al centro di un processo di evoluzione e cambiamento interiore profondo che può essere coltivato con cura verso sé stessi, verso l’altro e verso la nuova vita che sta per nascere.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

10.Mi sfida, lo fa apposta: siamo sicuri? di Sara Anderlini

3 settimane ago · · 0 comments

10.Mi sfida, lo fa apposta: siamo sicuri? di Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Mi sfida, lo fa apposta: siamo sicuri? di Sara Anderlini

Molte volte tendiamo a leggere il comportamento del bambino come se ci stesse sfidando quindi come se mettesse in atto un comportamento con il fine di provocarci, scaturire in noi una reazione. In realtà è importante fare chiarezza rispetto a qual è il reale motivo dei comportamenti che nel genitore si traducono come sfida, per sentire anche cosa cambia in noi. Se la sensazione è che il mio bambino mi sta sfidando emergeranno tutta una serie di emozioni e pensieri che hanno come minimo comune denominatore la minaccia e la perdita dell’autorità, per cui tenderò a comportarmi in modo autoritario per tentare di ristabilire quell’autorità.

Il bambino in realtà non ha le competenze per “sfidare”, il cervello del bambino in termini di competenze cognitive ed emotive non è ancora sufficientemente sviluppato per poter sfidare o “fare apposta” qualcosa contro di noi.

Intorno ai 2 anni fino ai 5/6 i bambini attraversano fisiologicamente una fase in cui il loro bisogno principale è quello di definire la propria identità ed affermarsi come persone, attraverso il NO e attraverso la sperimentazione dei limiti.

Se io, quando il mio bambino si opporrà, urlerà, farà “capricci” (come siamo soliti chiamarli), mi predisporrò tenendo a mente che in quel momento è lui ad essere in difficoltà, che si sta comportando come un bambino con le poche competenze che ha e che sono io l’Adulto in grado di fornirgli aiuto per uscire dalla situazione di crisi, attraverso il sostegno emotivo e anche attraverso i limiti, potrò comportarmi in modo autorevole, abbassandomi al suo livello e stabilendo una connessione con lui che gli sarà di aiuto per sentirsi accolto, compreso e contenuto anche di fronte a situazioni “scomode” che presuppongono dei limiti e delle regole da tenere, ma lo farò mantenendo la calma avendo la consapevolezza che il bambino non sta agendo contro di me.

Essere consapevoli del funzionamento del bambino, di quali sono i comportamenti che ci attiva di più sono la chiave per poter educare il più possibile nella calma e nel rispetto.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

9.La facilitazione del respiro in gravidanza. Paola Pellegrino

4 settimane ago · · 0 comments

9.La facilitazione del respiro in gravidanza. Paola Pellegrino

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


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La facilitazione del respiro in gravidanza di Paola Pellegrino

La gravidanza è uno stato fisiologico molto particolare che potrebbe essere descritto e raccontato attraversando molteplici sfumature e dimensioni: alcune oggettive e oggettivabili, altre estremamente soggettive e personali.

Oggi proviamo a guardarla attraverso la dimensione dell’attesa, variabile necessariamente coinvolta anche volendo solo pensare all’arco di tempo necessario affinché il processo possa compiersi.

Il tempo passato ad attendere e in cui si vive il passaggio graduale ad una nuova fase di vita e alla creazione di nuovi ruoli può divenire un tempo fatto di consapevolezza, scandito dal Respiro.

La Respirazione praticata consapevolmente in gravidanza offre un sentiero di presenza a se stessi in cui gli elementi fondamentali diventano il benessere e l’ascolto attento al proprio corpo in un momento in cui esso accoglie, si trasforma e si prepara a generare.

Nel dettaglio essa torna utile per:

  • Favorire la distensione del corpo facilitandone l’ascolto, la percezione e la consapevolezza;
  • Diviene strumento capace di accompagnare momenti anche emotivamente difficili e/o intensi aiutando a lasciar andare, a lasciar fluire;
  • Favorisce un maggior contatto con le modificazioni corporee proprie della gravidanza e che coinvolgono anche i movimenti del bambino stesso;
  • genera un ambiente calmo e rilassato anche in pancia : il clima prenatale di cui fa esperienza il bambino viene memorizzato e riconosciuto come familiare anche dopo la nascita.

Dietro alla considerazione della donna come naturalmente in grado di partorire e generare altre vite, spesso si nasconde l’idea irrealistica che non occorre prepararsi in alcun modo nel vivere tale tappa di vita; tuttavia , seppure non è possibile prepararsi totalmente in termini di “previsioni certe/controllo/aspettative”, essere consapevoli degli strumenti interni ed esterni in grado di far fluire nella maniera più funzionale possibile un momento importante, è una strada percorribile e a sostegno della salute.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

8.Uno schiaffo non ha mai fatto male. Sara Anderlini

1 mese ago · · 0 comments

8.Uno schiaffo non ha mai fatto male. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Uno schiaffo non ha mai fatto male di Sara Anderlini

“Uno schiaffo non ha mai fatto male” è uno dei retaggi culturali che ci portiamo e che affonda le sue radici nell’educazione autoritaria con cui molti di noi sono cresciuti. Bisogna partire da una premessa: quando noi pensiamo di dare uno schiaffo o zittire un bambino partiamo dal presupposto che dobbiamo “correggere” un comportamento non adeguato e sentiamo di non avere altri strumenti a disposizione, abbiamo perso il controllo.

Educare significa “tirare fuori”, creare le condizioni affinché il bambino cresca saggiando le sue potenzialità, questo non è possibile attraverso la repressione che la sculacciata, lo schiaffo provocano.

Cosa prova il bambino? Mortificazione, paura, il bambino subisce una violenza a tutti gli effetti. Questo tipo di educazione sembra funzionare nel breve termine perché il bambino tenderà ad evitare quel tipo di comportamento per paura della reazione del genitore. Ciò che però va sottolineato è che questo porta ad improntare la relazione sul potere e sulla paura. Questo ha effetti anche a lungo termine, la violenza verso l’altro viene legittimata, non si accompagnerà il bambino a conoscere, esprimere e canalizzare le proprie emozioni e questo non porterà a sviluppare fiducia nel genitore. Possiamo offrire di meglio ai nostri figli. Possiamo offrire di meglio ogni volta che di fronte ad un comportamento sbagliato ci mettiamo nei panni del bambino che sta crescendo con gli strumenti che ha a disposizione e ponendoci al suo livello improntiamo la relazione sul dialogo ponendo limiti in modo fermo ma amorevole, partendo dal presupposto che ciò che il bambino fa non lo sta facendo contro di noi ma che, essendo gli unici modi che lui conosce, abbiamo la responsabilità di accompagnarlo con rispetto verso modi e comportamenti più accettabili pur coltivando la sua libertà di essere ciò che è.

Altrettanto importante è l’educazione emotiva che passa anche attraverso il linguaggio che noi usiamo e il modo in cui reagiamo, che attraverso sculacciate e punizioni fisiche si perde completamente. Educare alle emozioni significa verbalizzare ciò che il bambino prova in modo che lui impari a sentirle e riconoscerle dentro di sé. Questo è utile anche per stabilire una connessione che faciliterà poi il dialogo e la comprensione da parte del bambino.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

7.Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

1 mese ago · · 0 comments

7.Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio

In che modo le emozioni della mamma influenzano la vita prenatale del bambino?

Durante la gravidanza la mamma si trova di fronte a molte emozioni diverse, gioia, tristezza, rabbia, paura, eccitazione, sorpresa e tante tante altre. Nessuna emozione di per sè ha una valenza positiva o negativa, perché, sebbene in alcuni casi per noi alcune emozioni possano essere spiacevoli, esse sono espressione di un mondo interiore che ha molte sfumature e che per questo motivo non può essere diviso e categorizzato in positivo e negativo. Le emozioni inoltre non si escludono a vicenda per cui è possibile sentirsi ,per esempio, gioiosi e arrabbiati allo stesso tempo. Ma tutte queste emozioni dunque influenzano in modo diretto il feto?

Le emozioni della mamma influenzano il feto ma non in modo diretto o deterministico, il contatto infatti del feto con le emozioni della mamma permette al feto di fare conoscenza del mondo psichico e contribuisce alla sua formazione come identità anche psichica in termini di conoscenze ,ossia permette al feto di cominciare a sperimentare quel mondo interiore con cui entra in contatto per la prima volta proprio grazie alla mamma.

Ma se il bambino entra in contatto con queste emozioni, allora come si sentirà di fronte a emozioni che per la mamma sono spiacevoli? come detto prima tutte le emozioni hanno diritto di esistere ed ognuna di loro ci permette di esprimere qualcosa, per questo motivo avere conoscenza di un mondo emotivo ricco può arricchire l’esperienza della vita prenatale del feto, e non è necessario per la mamma sentirsi in colpa se si hanno emozioni spiacevoli, è necessario però avere consapevolezza dell’importanza della connessione emotiva. Questa consapevolezza si può alimentare cercando momenti di quiete e calma in cui mamma e papà trovano il tempo per fare delle cose con il feto, una lettura, una carezza o un semplice pensiero rivolto a lui che permetta di ricordargli che quella vita è lì anche nella corsa della quotidianità e che per permetta al feto di sperimentare il mondo di emozioni che è rivolto a lui.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

6.Vita prenatale, la memoria. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

6.Vita prenatale, la memoria. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, la memoria di Noemi Virgilio

Terminiamo il nostro viaggio alla scoperta della vita prenatale affrontando un argomento interessante e rispondendo ad una domanda: il bambino ricorda qualcosa della sua vita prenatale?

Le ricerche che sono state fatte in questo ambito ci dicono che il feto ricorda alcune cose della sua vita prenatale, per esempio sono stati fatti degli sperimenti esponendo il feto alla lettura di lista di parole o di brani letti da parte del papà e tutti i bambini una volta nati mostravano di riuscire a calmarsi alla lettura della stessa lista di parole o dello stesso brano, cosa che non accadeva con liste o brani diversi. Un esperimento condotto su bambini che viveva vicino all’aeroporto di Osaka ha dimostrato che i bimbi esposti al rumore degli aerei durante la gravidanza non mostravano nessun fastidio al passaggio degli aerei una volta nati, i bambini invece trasferiti ad Osaka dopo la nascita mostravano grandi segni di fastidio di fronte al rumore del passaggio degli aerei.

Anche per quanto riguarda il cibo è dimostrato che i bambini hanno familiarità con i cibi a cui vengono esposti durante la vita prenatale, per questo motivo sapori come il piccante o l’amaro sono perfettamente accettati da bambini che ne sono stati esposti nella vita prenatale, mentre vengono rifiutati dai bambini che non ne hanno fatto esperienza prenatale.

Queste conoscenze sulla memoria ci permettono di sapere che il feto partecipa alla vostra quotidianità, vi conosce, apprende aspetti di voi e li memorizza, così come voi cominciate a conoscere aspetti del vostro bambino già dalla vita prenatale. Conoscere questi aspetti è una opportunità per comprendere la grande responsabilità e il grande privilegio che i genitori hanno nei confronti del bambino già dal giorno zero. Avere queste conoscenze è un’occasione unica per cominciare il processo di sintonizzazione con il feto che porterà a conoscerlo sempre più profondamente.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


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Vita prenatale, vista, olfatto e gusto di Noemi Virgilio

Finiamo il nostro viaggio alla scoperta dei sensi della vita prenatale parlando degli altri sensi: vista, olfatto e gusto. Il sistema visivo sebbene sia sviluppato (24 esima settimana) è quello sul quale la comunità scientifica ha meno conoscenze, si sa che il feto può percepire brusche variazioni di luce e lo dimostra anche con movimenti di sussulto.

Per quanto riguarda l’olfatto invece sappiamo che è sviluppato già dal sesto mese e sappiamo che il bambino riconosce l’odore del latte della propria madre rispetto ad un altro latte perché ha lo stesso odore del liquido amniotico. Già nelle prime ore di vita un neonato che non ha ancora competenze di movimento se lasciato a contatto con la madre cercherà il contatto con il seno, guidato proprio dall’odore del latte materno. Per quanto riguarda il gusto sappiamo che già alla 12 settimana si sviluppano i recettori gustativi e che il feto reagisce deglutendo dopo una iniezione intraamniotica di sostanze zuccherate, mentre rallenta la deglutizione in presenza di sostanze amare. È dimostrato che il latte materno ha lo stesso odore ma anche lo stesso sapore del liquido amniotico che cambia a seconda dell’alimentazione della mamma. Per questo motivo per i bambini è più facile poi avvicinarsi a sapori di cui hanno fatto esperienza durante la vita prenatale, attraverso l’alimentazione della mamma.

Questa capacità del feto di reagire ai diversi sapori è qualcosa che qualunque genitore può sperimentare quando dopo l’ingestione da parte della mamma di una sostanza zuccherata il feto comincia a muoversi, dimostrando anche in questo caso la sua capacità di interagire con il mondo esterno.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

4.Vita prenatale, udito. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

4.Vita prenatale, udito. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


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Vita prenatale, udito di Noemi Virgilio

Durante questo viaggio alla scoperta sei sensi nella vita prenatale, il secondo senso che si sviluppa e di cui abbiamo conoscenza attraverso anche varie ricerche è l’udito, È possibile notare che il feto reagisce a rumori forti e improvvisi tramite l’accelerazione del battito cardiaco e tramite il sussulto in alcune fasi gestazionali più avanzate. Tramite l’uso delle ecografie è possibile anche individuare la reazione della mimica facciale di una delle emozioni di base, ossia la sorpresa, di fronte ad un rumore inaspettato.

L’udito è il senso che accompagna dal sesto mese in poi tutta la fase finale della gestazione, prima infatti i suoni vengono percepiti solo come vibrazioni tattili, ma con lo sviluppo della coclea (orecchio) l’udito passa in primo piano, anche perché l’ambiente intrauterino è circondato da suoni costanti, come il battito cardiaco materno, il pulsare del sangue, il gorgoglio intestinale, la voce della mamma. Tramite degli esperimenti, in cui si valutano, attraverso il controllo del battito cardiaco fetale, le modificazioni del battito quando dopo una stimolazione ripetuta identica al bambino viene presentato uno stimolo nuovo, è stato possibile dimostrare che il bambino è in grado di distinguere la variazione della voce materna quando si rivolge direttamente a lui e quando si rivolge ad un’altra persona. Il feto può distinguere una voce maschile da una femminile e può riconoscere un suono o una musica già ascoltati. È possibile abituare il feto all’ascolto di una musica, un suono o una storia rilassante che possa poi essere usata una volta nato per ritrovare lo stato di calma. Per questo motivo è molto utile già in queste fasi trovare delle routine stabili in cui il papà o la mamma leggono, o ascoltano qualcosa insieme al bambino.

Anche in questo caso le ricerche ci aiutano a comprendere ed entrate nell’ottica che la vita genitoriale e che la costruzione della relazione con il nostro bambino è già iniziata, per questo motivo è importante trovare momenti anche brevi per costruire questa relazione.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
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Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

3.Vita prenatale: il tatto. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

3.Vita prenatale: il tatto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, il tatto di Noemi Virgilio

Esiste un percorso unitario che dal concepimento passa per la gestazione e la nascita e influenza la vita post-natale.

Per questo motivo, il feto, il bambino, l adolescente, l adulto e l’anziano sono la stessa persona, ogni fase di vita cioè ha una dignità fine a se stessa e non è il passaggio per la fase successiva. Nella vita intrauterina i sistemi neuro-sensoriali sono in funzionamento molto prima di aver raggiunto la loro maturazione strutturale. Il primissimo senso che si sviluppa è il tatto, la pelle infatti è strettamente legata al sistema nervoso. Le percezioni iniziali del bambino sono tutte vibrotattili, infatti la percezione uditiva arriva molto dopo, verso il 6 mese. Il feto all’interno della pancia percepisce suoni e ha una connessione con l’ambiente esterno attraverso il tatto, ogni centrimentro della sua pelle è toccato dal liquido amniotico che lo avvolge costantemente facendo sentire il feto contenuto e protetto. Proprio per l’importanza dello sviluppo di questo senso in ambiente intrauterino, il tatto rimane di fondamentale importanza anche dopo la nascita. Dopo la nascita infatti il bambino per la prima volta non è circondato costantemente da qualcosa e si ritrova improvvisamente in un ambiente con stimoli completamente diversi da quelli a cui era abituato, per questo motivo il contatto pelle a pelle con mamma e papà è fondamentale nei primi mesi di vita, perché la necessità di contatto è un bisogno fisiologico al pari del nutrimento.

Durante i mesi di gestazione è possibile fare esperienza diretta della percezione del tatto da parte del feto, basta pensare per esempio alle differenze di movimento che i genitori percepiscono quando la pancia viene toccata dalla mamma o dal papà, il feto reagisce al cambiamento di stimolo, muovendosi o fermandosi, dimostrando di essere già in piena interazione con il mondo che lo circonda. Questa vitalità del feto modifica le interazioni che mamma e papà hanno con lui, aiutandoli a connettersi con la loro genitorialitá che è già in essere, e viceversa le reazioni e interazioni che i genitori hanno con il bambino influenzano la sua vita relazionale, come in una danza in cui il ruolo di genitore e di figlio è già iniziato, molto molto prima dell’evento nascita.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

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