2 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Il figlio prescelto. Francesca Di Donato
Accade di essere il figlio prescelto.
Eppure prescelto non equivale a privilegiato.
Essere il prescelto porta in sé uno costo talvolta -o spesso- molto alto.
Un costo orientato a rivestire un ruolo che non compete, a riempire un vuoto, a soddisfare dei bisogni, delle aspettative non esplicitate eppure presenti, consistenti, persistenti e profondamente logoranti.
Può voler dire dover rispondere a una richiesta di aiuto più grande di sé.
Si potrebbe pensare sia il figlio che prende di più e, invece, è solo il figlio su cui si investe di più affinché assolva a quel ruolo non richiesto.
Essere il prescelto può comportare la profonda angoscia di chi, nel volersi sottrarre, deve confrontarsi con la suprema colpa del tradimento, del torto inferto all’altro, per il solo fatto di non voler assolvere a questa funzione. La stessa funzione per cui si scopre di essere nato.
Essere il prescelto e non volerlo essere vuol dire, dunque, rompere un patto, un sacro accordo, firmato a propria insaputa, con chi gli ha dato la vita.
È il dramma dell’essere visti troppo, già prima di esistere, e per le cose sbagliate.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online – SCUOLA DI PSICOLOGIA lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi
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