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Professionalità e auto-stima. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Professionalità e auto-stima. Francesca Di Donato

La professionalità è quella cosa in cui il primo a crederci devi essere tu.

Il lavoro di valorizzazione del tuo operato, per quanto impegnativo, devi farlo in autonomia, senza delegarlo ai colleghi, men che meno a una rappresentanza.

L’autorevolezza si nutre della stima, del credito, della nobile fiducia che riponi innanzitutto TU in te stesso e si affaccia, poi, sulla capacità di comunicarlo a testa alta e con spigliata disinvoltura.
Non aspettare che siano i colleghi a riconoscere il valore della tua professionalità, lavora per riconoscertelo tu fino in fondo, con tutta la dignità del lavoro, dello studio e dell’impegno che c’è sotto.

Riportiamo tutti lo sguardo all’interno, prima di aspettare il riconoscimento esterno.

E se la sicurezza vacilla, fermati un attimo e chiediti cosa sta accadendo, quale parte di te hai così tanto trascurato, da finire con il credere che qualcuno abbia anche solo il minimo diritto di mettere in discussione quanto hai costruito e stai edificando, dall’alto di chissà quale qualifica, che a volte o spesso, chissà, è solo un vacuo ammennicolo che copre una parete bianca che avrebbe potuto raccontare altro.

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
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L’Agenzia delle entrate chiarisce sulla prestazione occasionale

4 anni ago · · 1 comment

L’Agenzia delle entrate chiarisce sulla prestazione occasionale

Prestazioni occasionali: chiarimenti dell’ADE

Agenzia delle Entrate nella Risoluzione n. 41: nessuna attività di un professionista che risponde a un Ordine professionale può essere inquadrata come una prestazione occasionale.
Questo significa che ciò che per uno Psicologo, qualunque attività professionale che rientri negli atti tipici espressi della legge 56/89, non può rispondere a prestazione occasionale.

La prestazione occasionale diventa possibile solo
– verso Enti o P.A. o aziende a partita IVA: in tal caso si può fare per un massimo di 30 giorni all’anno per singola azienda e per un compenso massimo annuale di 5.000 euro totale.
– qualora l’attività in questione attenga a prestazione realmente occasionale che coinvolge altro ambito/settore da quello professionale di riferimento, come ad esempio attività legate a passioni e hobby personali o attività altre e realmente occasionali.

In questi casi si può emettere, quindi, una fattura per “Prestazione occasionale” la quale è soggetta a ritenuta di acconto, pari al 20%.

La prestazione occasionale comporta ugualmente l’iscrizione all’ENPAP che va fatta entro 90 giorni dal primo incasso professionale da Psicologo.

Per approfondire:
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/prestazione-occasione-psicologi/

https://www.fisconews24.com/prestazioni-occasionali-vietate-per-iscritti-ad-albi-professionali/

Fatture: https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/fatturazione-tutto-quello-che-ce-da-sapere/

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
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Prestazione occasionale Psicologi

4 anni ago · · 1 comment

Prestazione occasionale Psicologi

Prestazione occasionale: qualsiasi attività di lavoro caratterizzata dall’assenza di abitualità, professionalità, continuità e coordinazione.

La disciplina riguardante le prestazioni occasionali ha fatto il suo ingresso con la Legge Biagi del 2003

Titolo VII – TIPOLOGIE CONTRATTUALI A PROGETTO E OCCASIONALI
Capo I – Lavoro a progetto e lavoro occasionale
Art. 61. Definizione e campo di applicazione
2. Dalla disposizione di cui al comma 1 sono escluse le prestazioni occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dell’anno solare ovvero, nell’ambito dei servizi di cura e assistenza alla persona, non superiore a 240 ore, con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivamente percepito nel medesimo anno solare sia superiore a 5 mila euro, nel qual caso trovano applicazione le disposizioni contenute nel presente capo.

Ma già nel 2003 la suddetta Legge sempre all’Articolo 61 comma 3 recitava così
“3. Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo (quindi il Capo I) le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo”

Quella di Psicologo è una professione intellettuale?
Sì, la libera professione intellettuale può essere definita come un’attività di carattere non manuale, volta al soddisfacimento di fini di rilevanza sociale, svolta in modo continuativo e personale da parte di soggetti iscritti in appositi albi, in conformità alla regolamentazione apprestata autonomamente dai rispettivi organi professionali

In questa definizione viene sottolineata come la stessa venga svolta in modo continuativo, il che è in contrasto con le caratteristiche della prestazione occasionale.

È necessario essere iscritti all’albo degli psicologi per esercitare attività psicologica?
Sì: Legge 56/89 – art.2 Requisiti per l’esercizio dell’attività di psicologo:
1. Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto nell’apposito albo professionale.

–> Qualcuno potrebbe obiettare “Eh ma molti articoli della Legge Biagi, incluso il 61 da te citato, sono stati abrogati dalla riforma del lavoro Jobs Act del Governo Renzi”.

Certo, ciò non toglie che la nuova disciplina (ovvero il Decreto che riporto di seguito)….

DECRETO-LEGGE 24 aprile 2017, n. 50 Art. 54-bis Disciplina delle prestazioni occasionali. Libretto Famiglia.
Contratto di prestazione occasionale
1. Entro i limiti e con le modalita’ di cui al presente articolo e’ ammessa la possibilita’ di acquisire prestazioni di lavoro occasionali, intendendosi per tali le attivita’ lavorative che danno luogo, nel corso di un anno civile:
a) per ciascun prestatore, con riferimento alla totalita’ degli utilizzatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro;
b) per ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalita’ dei prestatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro;
c) per le prestazioni complessivamente rese da ogni prestatore in favore del medesimo utilizzatore, a compensi di importo non superiore a 2.500 euro.

…..NON contempla l’esercizio dell’attività professionale o d’impresa, come leggiamo nel punto 6

  1. Alle prestazioni di cui al presente articolo possono fare ricorso:
    a) le persone fisiche, non nell’esercizio dell’attivita’ professionale o d’impresa, per il ricorso a prestazioni occasionali mediante il Libretto Famiglia di cui al comma 10

Va da sé che se siete iscritti all’albo, anche se avete un lavoro -dipendente o meno- che non c’entra con la psicologia, ma ogni tanto volete esercitare la professione di psicologo dovete aprire partita IVA.

___________
Giusy Vilardo

per approfondire: https://scuoladipsicologia.com/?p=1028&preview=true

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4 anni ago · · 0 comments

La leggenda metropolitana dello Psicoterapeuta in formazione. Francesca Di Donato

Posso definirmi «psicoterapeuta in formazione» per dire che sono uno Psicologo iscritto a una Scuola di specializzazione?
NO
.  La formula «psicoterapeuta in formazione», usata a tal fine, è illegittima, errata, fuorviante, deontologicamente scorretta.

Si afferma, in tal modo, di possedere già la qualifica di psicoterapeuta e che si sta svolgendo una qualche formazione aggiuntiva e diversa.

L’espressione «psicoterapeuta in formazione» per uno Psicologo o Medico non ancora specializzato equivaleva fino al 1999 a usurpare un titolo ancora da acquisire e questo rimandava a ipotesi di reato, per cui si faceva appello all’art.498 del Codice penale (usurpazione di titoli o di onori).
Dal 1999 è stato depenalizzato, ma resta un illecito amministrativo.

Viola, inoltre, il Codice deontologico coinvolgendo:
– art. 39 Lo psicologo presenta in modo corretto e accurato la propria formazione, esperienza e competenza. Riconosce quale suo dovere quello di aiutare il pubblico e gli utenti a sviluppare in modo libero e consapevole giudizi, opinioni e scelte.
– art. 40 Indipendentemente dai limiti posti dalla vigente legislazione in materia di pubblicità, lo psicologo non assume pubblicamente comportamenti scorretti finalizzati al procacciamento della clientela. In ogni caso, può essere svolta pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio il cui rispetto è verificato dai competenti Consigli dell’Ordine. Il messaggio deve essere formulato nel rispetto del decoro professionale, conformemente ai criteri di serietà scientifica ed alla tutela dell’immagine della professione. La mancanza di trasparenza e veridicità del messaggio pubblicizzato costituisce violazione deontologica.

Non si può parlare invece di esercizio abusivo della professione (art.348 Codice penale) perché non esiste la professione di Psicoterapeuta: le professioni sono quella di Psicologo o Medico.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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Promozione professionale

4 anni ago · · 0 comments

Promozione professionale

Oggi ti parlo di promozione professionale e non lo farò come farebbe un esperto del marketing, ma come una professionista che, mettendo in conto la possibilità di errore, si è messa in gioco in modo fedele al proprio modo di essere.

Ho avviato la mia attività professionale ignorando tutti i canali promozionali più in voga al momento: Facebook, Google ads, Instagram, portali per Psicologi, sito web/blog personale… o referral marketing, modalità, quest’ultima, che trovo peraltro poco etica per una professione sanitaria (non so neanche se è legale visto il divieto di pubblicità promozionale sanitaria) oltre al fatto che trovo assurdo dover pagare qualcuno per lavorare. 
Pensa, al momento, io non ho neanche il bigliettino da visita, perché non lo sento vicino al mio mondo e, di conseguenza, non sono riuscita a progettarne uno che mi rappresentasse davvero, anche se ci ho provato.
Invece, ho puntato direttamente all’incontro faccia a faccia, sul territorio, con iniziative che rispondevano a bisogni e interessi del mio ambiente di riferimento.
Come li ho individuati? Partendo da una mia caratteristica che, in tal caso, si è rivelata una risorsa: io osservo e ascolto molto e questo mi ha permesso di sintonizzarmi su un certo tipo di persone. Non solo non ho investito denaro, se non quello per le locandine, ma ho avuto subito delle entrate grazie a queste iniziative.
Come mai ha funzionato?!? Secondo me, perché ogni singola scelta era perfettamente sintonizzata su di me e, quindi, mi muovevo con padronanza, sicurezza e disinvoltura.
Di qui, ho iniziato ad avere, nel giro di pochissimo tempo dall’iscrizione all’albo, i primi pazienti e, da allora, il mio canale promozionale sono loro, attraverso il passaparola. Niente è più efficace di una persona soddisfatta: non trovi?
Da qualche mese, a professione già ben avviata, ho deciso di esplorare anche il mondo promozionale di facebook, instagram e sitoweb, ma solo per la formazione e la divulgazione giuridico-deontologica sulla professione, perché per fare corretta informazione avevo bisogno di arrivare a studenti e colleghi di tutto il territorio. 

Fatta questa premessa, veniamo al dunque.
Noto, fin troppo di frequente, che gli Psicologi libero professionisti -specie le nuove leve- scelgano i canali promozionali, non tanto in funzione di se stessi e di ciò che si sposa bene con la propria identità personale e professionale, ma guardando a quello che va al momento, pensando che, siccome lo fanno in tanti, allora funziona. Sbagliato!!! 
Questo non fa altro che generare una massa informe di professionisti che si pubblicizzano tutti allo stesso modo, con scarsa personalizzazione e, quindi, con scarsi risultati. Non pochi, inoltre,  investono somme di denaro, senza avere un ritorno economico. 
Ti dirò di più: quello che noto, la maggior parte delle volte, è il tentativo di metter su una vetrina che è attraente, sì, ma non aderente alla persona, che magari è attraente essa stessa, ma in un modo diverso, anche se non lo sa. 
Quindi, ciò che accade è che, invece di cucire qualcosa su di sé, come un abito sartoriale, si compra un abito già confezionato col quale ti dicono “con questo farai un figurone”, ma quell’abito non fa per te.

Una volta mi sono confrontata, in merito all’argomento, con un collega e mi fece l’esempio dei video-curriculum e della loro efficacia: mi parlò che un giovane alle prime armi ne fece uno, sceneggiato e montato da un professionista che lo trasformò in una figura autorevole, mentre la persona in questione era impacciatissima.
Ecco. Il collega lo prendeva come esempio vincente e, sicuramente, per certe professioni e precisi ambiti è così.
Io, invece, ti offro un altro punto di vista: questa modalità può funzionare con i vestiti, -per cui una bellissima maglietta la compri pure se è 100% acrilico-, ma farei attenzione, soprattutto in ambito clinico, a mandare un’immagine che non è fedele a se stessi, perché lavorando con la relazione in modo così privilegiato, prima o poi la vera identità -per quanto si punti alla neutralità del setting- esce fuori e trovo che il rischio di minare la propria credibilità sia alto: congruenza prima di tutto!!!

Quindi, quello che posso suggerirti oggi è:

♠ chiediti innanzitutto che tipo di Psicologo vuoi essere: parlo dei valori, dell’identità professionale, delle parti di te che scegli di mettere al servizio del tuo lavoro
fai un elenco di tue risorse e tuoi punti di forza che pensi possano tornarti utili
integra il saper fare con il saper essere e trova il tuo modo di farlo: libri, corsi, master, supervisioni, terapia personale…

♠ non perdere mai di vista la natura relazionale di cui si nutre la nostra professione e usa questo canale come prevalente nella promozione professionale

♠ individua il settore a cui rivolgere la tua professionalità basandoti sulle tue inclinazioni e preferenze, senza perdere in alcun modo di vista l’ambiente in cui andrai a inserirti (i tuttologi non esistono!!!)
♠ individua entro quel settore, i tuoi ambiti di intervento: più sono specifici, più ti sarà possibile affinare le tue competenze e , quindi, renderti riconoscibile. Ricorda di mantenere uno sguardo al tipo di utenza che tende a rivolgersi a te: non veniamo scelti per caso, quindi prestare attenzione a questo aspetto, aiuta a indirizzare la propria attenzione.

♠ fai un’analisi dei bisogni in figura, cioè quelli emergenti e consapevoli, nonché quelli meno consapevoli, ma comunque presenti.
♠ fai un’analisi dei bisogni sullo sfondo 
   ♣ quindi, osserva e ascolta: le persone lo dicono continuamente di cosa hanno bisogno, anche se non in modo diretto, ma tu puoi fare appello all’ascolto qualificato di cui
       uno Psicologo sia presume sia capace.
   ♣ se così non è, esercitati attraverso l’ascolto attento e vedrai che piano piano il tuo orecchio si abituerà a cogliere i dettagli importanti.

♠ fai anche un’analisi dell’offerta già presente sul tuo territorio e vedi cosa funziona, cosa no e cosa puoi proporre di diverso; metti in gioco la tua creatività

♠ cerca il canale promozionale (biglietti da visita, opuscoli, blog, social, attività in presenza…. video e chi più ne ha, più ne metta) che meglio si cuce su di te e nel quale riesci a esprimere tutto il tuo potenziale e la tua credibilità: questo può voler dire anche sperimentarsi e vedere come va, finché non trovi ciò che funziona per te. 

♠ fa sì che il brand e il o i canali promozionali che sceglierai siano come una cornice su un dipinto: affidagli il ruolo di agevolare l’attenzione sull’opera, creando una sorta di unicum che inviti alla contemplazione indisturbata; tieni conto che la cornice fornisce una struttura che garantisce protezione, preservazione, presentazione e valorizzazione dell’opera. 

♠ non smettere di cercare e cercarti: la tua professionalità è in continua evoluzione come lo sei tu,
♣ quindi puoi sempre imparare da ciò che vedi che non funziona e cercare alternative: gli errori sono parte dell’esperienza 

♠ acquisisci consapevolezza di te e del tuo essere nel mestiere che svolgi, tenendo conto che -restando sulla metafora- il proprio stile personale/professionale determina lo stile del brand, così come lo stile del dipinto determina lo stile della cornice.  

♠ valuta attentamente chi vuole essere pagato per insegnarti come aver pazienti/clienti/utenti (per me, sempre e solo PERSONE!), perché, nel nostro lavoro, spesso sono i primi a non essere riusciti ad averne nel settore clinico e sono finiti con il buttarsi su altro.

♠ dai forma al TUO progetto professionale, senza emulare qualcuno

Quindi, cosa aspetti!?!   
Ψ    Va! Esplora quella fetta di mondo a cui rivolgerti e trova il tuo personalissimo modo di promuovere te stesso.
Ψ   Studia, accresci le tue competenze, nutri la tua formazione per garantire servizi di qualità e ricorda che 
Ψ   AUTENTICITA’ e CONGRUENZA, in questo lavoro, insieme alle COMPETENZE sono la chiave del successo, più di qualunque strategia di marketing sui servizi che
       offri; ci scommetti? 

Se ti va, fammi sapere come va! 
Io ti auguro di raccogliere le soddisfazioni che ho raccolto e sto raccogliendo io stessa.

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