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Psicologia e Medicina

3 anni ago · · 0 comments

Psicologia e Medicina

Un collega ha scritto:
“Una comunità senza psicologia vive male, ma vive.
Una comunità senza un medico non sopravvive due anni”.

Ecco: probabilmente è proprio quella comunità che vive male proprio perché è senza psicologia, che poi ha bisogno così tanto della medicina per sopravvivere.

Anche una psicologia fatta bene può avere un potere vitale tanto grande, anzi, forse, ne avrebbe anche di più, visto che spesso si finisce a ricorrere alla medicina perché è sul piano psichico che qualcosa non ha funzionato.

E parlo di psicologia, non di psicologi, di medicina, non di medici.

Ma finché esisteranno psicologi che sono i primi ad autosabotare questo aspetto, a sentirsi inferiori, rincorrendo il modello medico a ogni costo è sotto ogni forma, la medicina starà sempre un livello sopra a noi.

Psicologia e medicina devono coesistere, riconoscersi valore reciproco, lasciare che ognuno faccia il suo, senza mischiarsi.

Riflettiamoci.

Lo studio dello Psicologo

3 anni ago · · 0 comments

Lo studio dello Psicologo

Lo studio è quello spazio in cui prende forma la magia di una relazione riparatrice, in cui le storie delle persone varcheranno territori inesplorati, in cui sogni, emozioni, bisogni e valori divengono quasi tangibili.

È, quindi, uno spazio prezioso e, come tale, merita cura nella sua gestione .

Cosa significhi questo dipende molto dallo Psicologo stesso e dal suo modo di intendere la professione e, quindi, anche l’approccio teorico-applicativo di riferimento che ha abbracciato.

A volte la scelta dell’approccio è consapevole e, dunque, non è un caso che si aderisca a certe scelte.

A volte la scelta dell’approccio è molto superficiale e, quindi, molto probabilmente il professionista si troverà a trattare tutto il setting, nel senso ampio del termine, così come glielo hanno inculcato nella sua formazione.
Non di rado, infatti, leggo affermazioni caratteristiche di chi fa ciò che gli è stato detto sia giusto fare, senza il minimo di riflessione e spirito critico.

Il professionista che punta sull’autenticità porta se stesso nell’arredo, qualunque cosa questo significhi.

Il punto è farlo con piena presenza a se stesso, con la capacità di gestire questa scelta, anche quando si tratta di confrontarsi con ciò che arriva all’altro quando viene accolto nel nostro spazio: quindi conta anche quanto ci si legittimizza il proprio modo di essere, di fare, di stare al mondo… senza temere il giudizio altrui su questo.

Il primo che deve stare bene, sentirsi a proprio agio in quello spazio di accoglienza deve a mio parere essere lo Psicologo.

Questo lo mette in condizione di, passatemi il termine, funzionare meglio.

Tanto, alla fine dei giochi, non sarà un caso quale persone si affideranno a noi.

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Francesca Di Donato – Psicologa

 

 

L’istruzione che ingabbia e non rendere liberi. Francesca Di Donato

3 anni ago · · 0 comments

L’istruzione che ingabbia e non rendere liberi. Francesca Di Donato

La più grande cattiva responsabilità del sistema formativo italiano
è quella di non allenare le persone a staccarsi dai libri per favorire spirito critico, riflessione e messa in discussione di quanto si legge o studia.
La più grande cattiva responsabilità individuale nel sistema formativo italiano
è restare ancorati al modello di istruzione stesso, senza mettere in gioco un sano spirito critico, riflessione e messa in discussione di quanto si legge o si studia o quanto viene detto.

Davanti all’incapacità di svincolarsi da tutto questo, davanti ai tentativi altrui di plasmare che, precisiamolo, non è formare…. non ci sono titoli di studio che tengano.
Quella che la maggior parte di noi vive è un’istruzione che ingabbia e non rende liberi.

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

 

3 anni ago · · 0 comments

La scelta del partner: prospettiva biologico-evoluzionistica

Le donne investono sulla riproduzione più degli uomini e, quindi, investono in base alla fitness percepita nell’altro sesso in termini di bagaglio genetico sano e risorse potenziali al mantenimento successivo della progenie.
Il criterio della bellezza come indicatore di buona salute è stato contestato da numerosi studi, in quanto è stato notato che soprattutto nei maschi questa correlazione non è così frequente.

Nei mammiferi e negli uccelli le femmine sceglierebbero, dunque:

– secondo qualità pre-riproduttive del maschio, attraverso criteri genetici.
Esempio ne è il pavone: la femmina sceglie quello con il piumaggio più bello, che è maggior rischio predatorio, quindi se riesce a sopravvivere nonostante tale esposizione, mostra di avere una fitness più alta. Eppure sembra che tale dinamica di arresti nel momento in cui l’ornamento maschile diventasse troppo costoso ai fini della sopravvivenza.

– secondo qualità post-riproduttive: capacità del maschio di investire sulla prole, allevarla e proteggerla.

Nella nostra specie, le donne si dividono:
– coloro che investono sul senso paterno, risorse, potere
– coloro che investono su bellezza, intelligenza e buona genetica

Inoltre, le donne definiscono più attraenti i volti androgini nel periodo follicolare precoce e i volti più virili nel periodo fertile. In fase ovulatoria, le donne coniugate rispondono in modo peculiare all’odore dell’ uomo con caratteristiche dominanti.

Gli uomini sceglierebbero in base

– alla presunta fertilità come propensione a prendersi cura di lui e della prole, e alla salute della donna.
Il criterio di fecondità è dato dal rapporto vita-fianchi che rimanda alla tipica forma a clessidra, che prescinde dal sovrappeso, specie se accompagnata dal l’oscillazione sinuosa delle anche.

– alla bellezza intesa come IMC.

– con l’avanzate dell’età sono attratti da donne progressivamente più giovani: correlazione con la fertilità

– voci timbriche acute, anziché profonde

Per entrambi, chiamando in causa i criteri di bellezza/armonia, l’elemento da prendere in considerazione è la sezione aurea.

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Francesca Di Donato – Psicologa

 

Lo psicologo del “di tutto un po’” o del “tutto di quel po’”!

3 anni ago · · 0 comments

Lo psicologo del “di tutto un po’” o del “tutto di quel po’”!

Riflessione di oggi: meglio lo Psicologo che si occupa “di tutto un po’” oppure
lo Psicologo che punta a “tutto di quel po’”?

Bene, io credo che lo Psicologo debba essere innanzitutto un professionista di cultura, un’intellettuale autorevole: conoscere, spaziare, nutrire la propria curiosità oltre la psicologia; in tal senso, è bene che sappia “di tutto un po’”.

Poi, è bene che sia un cultore della propria professione e che ne conosca una buona parte della sua natura, con l’attenzione ad ampliare questa disposizione negli anni.

È un professionista che sul piano delle cornici teoriche psicologiche dovrebbe conoscerne il più possibile, perché ritenere che quella scelta sia quella che più si cuce su di sé, quando non si conosce il resto, è a mio avviso poco realistico.
E dovrebbe conoscerle anche per muoversi con flessibilità sulle rappresentazioni altrui, attraverso lo stesso patrimonio teorico di cui la sua professione si nutre.

È, però, poi, quel professionista che, nutrito di tutto questo, nella dimensione applicativa del suo lavoro, dovrebbe focalizzarsi su poco e praticarlo al meglio, diventandone esponente.

Occuparsi, invece, di tutto un po’ porta a un lavoro parziale, superficiale, approssimativo.

Nessuno può essere tuttologo. Nessuno.
Eppure tutti possiamo essere professionisti colti, eruditi.
E, in quanto psicologi, cultori della psiche umana,ci dovrebbe spettare per “deformazione” professionale conoscerne i suoi più svariati prodotti.

Ecco, se vogliamo riconoscimento dovremmo lavorare su questo

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Francesca Di Donato ~ Psicologa

 

Errori ed Orrori della promozione professionale

3 anni ago · · 0 comments

Errori ed Orrori della promozione professionale

4 sono gli errori/orrori certi e frequentissimi per descrivere chi è lo Psicologo e ciò che fa:

1) descriverlo, mettendolo a paragone con altre professioni.
Vedi il medico-psicoterapeuta e il medico-psichiatra, qualcuno perfino cita i counselor: un conto è inserire una postilla per differenziarne le competenze, un conto è farne l’essenza della descrizione già a partire dal titolo.

2) descriverlo a partire dagli anni di formazione: ci sono percorsi formativi differenti tra gli stessi psicologi e qualcuno ignora completamente i fatti che seguono:
– ci sono psicologi mai laureati in psicologia
– non tutti hanno fatto il 3+2, ma esiste anche il vecchio ordinamento
– esistono anche master di I e II livello e corsi vari che ne determineranno competenze e abilità
– uno che ha fatto la specializzazione NON necessariamente ha più anni di formazione di uno senza specializzazione, anzi…
– non si può non tener conto che oltre la formazione conta pure l’esperienza sul campo e uno Psicologo, seppur non specializzato in psicoterapia, può aver avuto più pazienti e praticato la professione per più tempo di un collega che ha scelto la psicoterapia come strada.

3) descrivere in modo inopportuno ed errato la differenza tra lo Psicologo e lo Psicologo-psicoterapeuta:
– NON sono due professioni differenti: la professione è e resta quella di Psicologo. Lo dice la Legge, non io.
– gli atti tipici restano gli stessi e sono quelli espressi dall’ art.1 della legge 56/89, attraverso la qualifica di psicoterapeuta, quegli atti prendono solo una cornice specialistica in un modello di intervento.
– usare la psicopatologia come discriminante: non sta scritto da nessuna parte che lo Psicologo che lavora in ambito clinico non possa occuparsene: né a titolo deontologico, né a titolo normativo.

4) dimenticarsi che esistono anche i Dottori in tecniche psicologiche e che meritano rispetto e riconoscimento quanto te che sei Psicologo.

La descrizione della vostra identità professionale e le caratteristiche della vostra professionalità e professione dovrebbero evitare:
– banalizzazioni
– ipersemplificazioni
– informazioni che non hanno alcuna prova giuridica e deontologica a sostegno
– generalizzazioni a partire dalla propria esperienza personale
– pregiudizi
– un elenco sterile di informazioni
– pseudotitoli, che non sono riconosciuti giuridicamente + la parola “esperto” bannata dall’Ordine
– definirsi “psicologo E psicoterapeuta” – “psicoterapeuta” – “terapeuta”: o sei “Psicologo” o sei “Psicologo-psicoterapeuta” o sei “Psicologo specialista in… psicoterapia (+ modello se vuoi)” STOP! Non esiste altro per legge.

e dovrebbe contenere:
– informazioni sorrette da fonti giuridiche e deontologiche
– pieno rispetto per i colleghi con una formazione diversa dalla vostra
– una descrizione qualitativa del vostro lavoro

Prima di spiegare agli altri chi è lo psicologo, è opportuno innanzitutto che chiariate a voi stessi cosa siete e cosa fate.
Prima di allora fate una pausa di riflessione e di corretta informazione.

Promozione professionale: come personalizzarla
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/promozione-professionale/

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
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Un po’ di informazioni corrette sostenute da articoli deontologici e norme giuridiche: chiunque avesse delle prove del contrario a sostegno, che abbiano carattere giuridico è invitato a presentarle.

False credenze su Dtp, Psicologi e Psicologi-psicoterapeuti
https://scuoladipsicologia.com/2020/08/22/psicologi-psicologi-psicoterapeuti-e-dtp-le-false-credenze-della-categoria-professionale/

La terapia dello Psicologo
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/12/la-terapia-dello-psicologo/

Professione di Psicologo
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/professione-di-psicologo/

Dalla nascita della parola psicoterapia alla nascita degli atti tipici
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/dalla-nascita-della-parola-psicoterapia-agli-atti-tipici-dello-psicologo/

Cura dei disagi e della psicopatologia
https://scuoladipsicologia.com/2020/08/22/1171/

Cura e terapia
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/cura-e-terapia-in-psicologia/

Come pubblicizzarsi correttamente: tra deontologia e norme giuridiche
https://scuoladipsicologia.com/2020/11/16/ripasso-su-come-ci-si-puo-pubblicizzare-singolo-professionista-societa-associazioni/
https://scuoladipsicologia.com/2020/08/11/e-legge-il-divieto-di-pubblicita-sanitaria-promozionale/
https://scuoladipsicologia.com/2020/08/11/e-legge-il-divieto-di-pubblicita-sanitaria-promozionale/

Art. 21 codice deontologico: quello che non vi fanno mai notare
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/art-21-codice-deontologico/

Art 27 codice deontologico: quello che non ti fanno mai notare
https://scuoladipsicologia.com/2020/07/05/articolo-27-codice-deontologico/

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Errore. Francesca Di Donato

3 anni ago · · 0 comments

Errore. Francesca Di Donato

ERRORE: sbagliare pur avendo conoscenza necessaria per non sbagliare.
Fintanto non si hanno queste conoscenze, si può parlare di errore?

Riflessione

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Francesca Di Donato – Psicologa
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4 anni ago · · 0 comments

Concatenamento inverso e EMDR/tecniche psicoterapeutiche – riflessione, ragionamento e argomentazione.

Concatenamento inverso e EMDR/tecniche psicoterapeuticheVS.psicologiche – riflessione, ragionamento e argomentazione.

Oggi procediamo con un esempio di concatenamento inverso applicato a una credenza diffusa: “emdr è una tecnica psicoterapeutica, che lo Psicologo puro non può usare”

👉Chiunque abbia fonti giuridiche utili a questa riflessione, siano esse in contrasto o in supporto con l’analisi che segue, è pregato di riportarle per crescere professionalmente tutti insieme. ✌️

Porsi domande è un modo funzionale per mettere in discussione delle credenze e rivederle alla luce delle nuove considerazioni.

Partiamo dalla convinzione diffusa che esistano «tecniche psicoterapeutiche» che, dunque, possono essere usate solo da chi è psicoterapeuta; prendiamo ad esempio l’EMDR, ma vale per tutte.

Come verifico tale assunto?
Ho fonti deontologiche e/o giuridiche a sostegno di tale esistenza?
: le mostro.
No: continuo a farmi domande.
Non so: attingo alle informazioni che ho a disposizione per capirci qualcosa:

L’art. 21 del Codice deontologico dice: «…sono specifici della professione di Psicologo TUTTI gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionali, emotivi, cognitivi, comportamentali) basati sull’applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici.”
A questo punto 2 sono le cose:
1- o l’emdr NON è una tecnica relativa a processi psichici (e allora che tipo di tecnica è!?)
2- oppure qualcosa non torna nell’affermazione “l’emdr è una tecnica che possono usare SOLO gli Psicologi-psicoterapeuti, visto che il Codice ci dice che sono propri dello PSICOLOGO, TUTTE LE TECNICHE (oltre agli strumenti)… relativi a processi psichici..
Emdr Italia, inoltre, non ha autorizzazioni ministeriali per abilitare alla psicoterapia: se l’emdr fosse davvero intendibile come psicoterapia essa stessa, Emdr Italia non potrebbe insegnarla.
Esiste una scuola di specializzazione specificatamente orientata all’emdr? No.

Inoltre come sancito dalla nostra Costituzione inoltre i metodi di cura non sono brevettabili.

Dunque, possiamo allora ritenere che come nel caso dell’emdr non esistono tecniche psicoterapeutiche, ma esistono tecniche psicologiche che possono essere usate in ambito psicoterapeutico e quindi oltre che da Psicologi, anche da medici debitamente abilitati.

Lo psicologo può usare tutto ciò -per cui ha conseguito adeguata formazione- che sa usare in termini di tecniche e strumenti psicologici purché agisca in scienza e coscienza https://scuoladipsicologia.com/…/professione…/…

Emdr Italia, questo è vero, limita l’accesso a partire dai soli iscritti alle scuole di specializzazione, a partire dal terzo anno, ma lo fa in quanto ente privato, stabilendo il suo target.
Inoltre non è detto che un iscritto al terzo anno necessariamente completerà il percorso di specializzazione: quindi come si legittima in quei casi l’uso della tecnica, se non partendo dal presupposto che si tratti di Psicologo?

Qualcuno sa se di fatto un ente -qualunque esso sia- può limitare l’accesso a una tecnica/strumento scientifico a una parte della comunità professionale a cui si rivolge?
Penso all’art.34 del codice deontologico che tutti conosciamo.

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4 anni ago · · 0 comments

è possibile poter seguire madre e figlia in percorsi differenti? Da non fare?

è possibile? Si.
Da non fare? Dipende da più fattori:
– dal modello teorico di riferimento
– dalla capacità del professionista di saper gestire le informazioni in termini di privacy e memoria (chi mi ha detto cosa) che riceve in seduta
– dalla capacità del professionista di saper gestire i confini
– dai temi personali, familiari, esistenziali… che uno dei due pazienti o entrambi portano

Cosa ne penso?
Penso che
– bisogna sempre verificare come se la vivrebbe/vivrebbero,
– la priorità nel valutare/considerare/assecondare questa possibilità deve essere il benessere dei pazienti.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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Promozione del benessere

4 anni ago · · 0 comments

Promozione del benessere

Il benessere non è solo la condizione di richiamo della qualità di vita di una persona, è una disposizione dinamica interna che comunica al mondo “COME STAI”.
La promozione del benessere è più di un ambito di intervento psicologico, è la conseguenza diretta di questa disposizione interna, che deve essere appresa innanzitutto da chi ha l’onore di divulgarne e favorirne le dimensioni, i vantaggi, il linguaggio, gli elementi caratterizzanti… anche lì dove c’è sofferenza.
Per promuovere il benessere, bisogna conoscere e saper comunicare il benessere. Lo psicologo ha, in tal senso, un ruolo privilegiato, che non va sprecato, né asservito al modello patologizzante dell’esistenza umana, come è accaduto fino a oggi.
Anche dove c’è sofferenza, lo sguardo deve andare alle risorse, ai punti di forza, alle abilità, alle potenzialità, alle soluzioni….  e, questo, lo psicologo ha il dovere di comprenderlo e non limitarsi a far finta di saperlo.
Per essere nobile ambasciatore della promozione del benessere, lo psicologo deve, innanzitutto, saper promuovere la propria professione e la propria personale professionalità.
Solo in tal modo si può diventare un divulgatore e una voce autorevole

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e =én gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online – SCUOLA DI PSICOLOGIA lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi

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