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3. Buone prassi per l’inserimento. Noemi Virgilio

6 mesi ago · · 0 comments

3. Buone prassi per l’inserimento. Noemi Virgilio

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria è delicato perché rappresenta per il bambino un cambiamento radicale rispetto a quello a cui era abituato. Si passa da un contesto giocoso ad un contesto in cui le regole sono tantissime ed è richiesto un grande sforzo di adattamento. In questa fase è utile e protettivo favorire un inserimento rispettoso del bambino, predisponendo piccole attività che gli concedano di essere accompagnato dal genitore o dalla sua figura di riferimento. Permettere per esempio ai genitori di accompagnare i bambini al proprio banco per condividere con loro le novità dell’ ambiente e predisporre un’attività insieme aiuta i bambini a sentirsi più sereni di fronte ad un distacco completamente diverso rispetto a quello a cui erano stati abituati. E’ importante per gli adulti ricordarsi che l’indipendenza del bambino non avviene attraverso la pretesa che il distacco avvenga con i nostri tempi e modi, ma avviene con serenità proprio quando il bambino sa di potere contare su figure di riferimento (genitori e insegnanti) che non neghino il suo vissuto ma che lo accompagnino per poterlo affrontare insieme. Non tutti i bambini sono uguali, per questo non c’è da stupirsi se ci saranno bambini che entreranno a gamba tesa dentro la nuova avventura e bambini che invece avranno bisogno di più tempo e sostegno da parte nostra. Ricordiamoci di preparare i bambini al nuovo contesto dando informazioni di base che possano aiutarli a comprendere cosa si devono aspettare in modo da rendere prevedibile l’esperienza, ma allo stesso modo non dilunghiamoci su eccessivi dettagli o concetti che possono spaventare il bambino proprio perché non ha ancora un contesto reale di riferimento in cui inserirli. Cerchiamo di porre l’attenzione agli aspetti piacevoli della scuola, in modo da non innescare paure immotivate, saranno loro poi a scoprire la loro verità che potrà essere anche molto diversa da come ve la siete immaginati come genitori.


Noemi Virgilio
IG https://www.instagram.com/noemivirgiliopsicologa/
FB https://www.facebook.com/noemivirgiliopsicologa

Paola Pellegrino
IG https://www.instagram.com/paolapellegrinopsicologa/
FB https://www.facebook.com/dott.ssaPaolaPellegrino

19.Una gabbia d’oro: l’iperprotezione genitoriale. Paola Pellegrino

7 mesi ago · · 0 comments

19.Una gabbia d’oro: l’iperprotezione genitoriale. Paola Pellegrino

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

Una gabbia d’oro: l’iperprotezione genitoriale di Paola Pellegrino

Una tendenza spesso diffusa nel rapporto con i figli è quella che si sviluppa nel tentativo di tracciare per loro, un sentiero quanto più possibile sicuro, comodo e privo di ostacoli.

L’idea è quella di poter evitare sofferenze, delusioni, esperienze poco piacevoli non essendo consapevoli del fatto che quello che in realtà si produce è un ostacolo per la loro crescita e per la relazione.

L’ eccessiva protezione genitoriale infatti ostacola il fisiologico e graduale processo di autonomia e individuazione, mina la percezione di efficacia personale, lede la spinta all’autodeterminazione e spesso dipinge una tela in cui il mondo appare pericoloso e in cui le sfumature prevalenti sono quelle della paura.

Può essere definita come una “forma di deprivazione che impedisce di gestire frustrazioni e tempeste emotive caratteristiche dell’infanzia e dell’adolescenza”, in cui il figlio non è mai totalmente libero di agire e di esperire il mondo sperimentando e conoscendo se stesso. Lo fa piuttosto aderendo a dei modelli o richieste e aspettative più o meno implicite in cui i genitori sono al centro.

Si costruisce così una gabbia che se anche può apparire dorata, intrappola, indebolisce e trattiene ostacolando lo sviluppo non solo delle esperienze di vita del ragazzo ma anche la possibilità di sviluppare strategie di autoregolazione emotiva efficaci e sane.

Quello che invece è importante è la possibilità di favorire il loro bisogno di esplorazione ed espressione puntando alla costruzione di un rapporto di fiducia reciproca e di equilibrio in cui poter sperimentare sia la libertà che la vicinanza di cui hanno bisogno nelle varie tappe della vita oltre che un posto sicuro in cui poter tornare ogni volta che sarà necessario.

Il focus per il genitore dovrebbe essere creare le basi di fiducia nella possibilità di poter sempre affrontare le situazioni che potrebbero presentarsi, e non sull’evitare che l’ambiente esterno possa essere ostile o complicato da gestire e dunque da “evitare”.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

2. Cosa affronteremo insieme? Paola Pellegrino

7 mesi ago · · 0 comments

2. Cosa affronteremo insieme? Paola Pellegrino

.Obiettivo di questa rubrica è provare a delineare una strada concreta fatta di accompagnamento e buone sinergie rivolta a scuola e famiglia, genitori e insegnanti. Il focus è promuovere una cultura del benessere in cui due dei sistemi principali nella vita dei bambini e ragazzi, lavorano insieme provando a sostenersi a vicenda nel difficile e valoroso compito di essere “Adulto-Guida”.
Al contempo si propone come obiettivo quello di fornire delle indicazioni utili a favore degli insegnanti e dei genitori che possano fungere da spunti di riflessione e punti di partenza nell’orientare gli sguardi e le prospettive così da poter incrementare il proprio bagaglio personale   e accrescere il proprio equipaggiamento nel loro viaggio, fatto di momenti di crescita ma sicuramente anche di difficoltà.
Per poter sostenere è necessario sostenere noi stessi in quanto adulti e facilitatori nella vita dei più piccoli, per cui permettersi per primi uno spazio di confronto, approfondimento e supporto rappresenta la possibilità di trasmettere la stessa importanza e la possibilità di fidarsi e affidarsi, anche a loro.

Buona lettura.


Noemi Virgilio
IG https://www.instagram.com/noemivirgiliopsicologa/
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Paola Pellegrino
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1.Rubrica “Genitori e insegnanti: una squadra possibile”

7 mesi ago · · 0 comments

1.Rubrica “Genitori e insegnanti: una squadra possibile”

Genitori e insegnanti: una squadra possibile. 
Nuova rubrica a cura di Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

La piantina rappresenta il bambino e la bambina che per evolvere ha bisogno sia di luce e calore irradiati dal sole ovvero l’energia genitoriale -che sostiene la crescita, affinché fiori e frutti possano generarsi- ; sia di acqua in giuste dosi -che sostiene e favorisce le funzioni vitali della stessa- rappresentata dagli insegnanti in qualità di figure di affiancamento alla funzione educativa genitoriale e all’apprendimento.
L’annaffiatoio è il mezzo attraverso cui questa funzione avviene: la relazione. I libri sono conoscenza, riflessione e apprendimento.
Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quanto una buona crescita e un buon apprendimento favoriscono anche una sana integrazione con ciò che è fuori e diverso da sé  : le farfalle vivono gran parte della loro vita sui fiori con un reciproco vantaggio per cibarsi, riposare e disseminare il nettare nell’ambiente. Dopotutto la farfalla è un fiore con le ali.

 

Le pubblicazioni che troverete

  1. Cosa affronteremo insieme? (Paola Pellegrino)
  2. Buone prassi per l’inserimento (Noemi Virgilio)
  3. Se separarsi spaventa (Paola Pellegrino)
  4. Crisi di riavvicinamento (Noemi Virgilio)
  5. Inserimento sereno a scuola primaria. (Paola Pellegrino)
  6. Prepararsi alla scuola (Noemi Virgilio)
  7. Ingresso scuola (Paola Pellegrino)
  8. Genitori non più studenti (Noemi Virgilio)
  9. Post scuola e compiti (Paola Pellegrino)
  10. Accompagnare senza invadere (Paola Pellegrino)
  11. Mamma che sonno! (Noemi Virgilio)
  12. Influenza della tecnologia sullo studio (Paola Pellegrino)
  13. Inclusione scolastica (Noemi Virgilio)
  14. Il bambino al centro (Paola Pellegrino)
  15. Sostegno agli insegnanti (Noemi Virgilio)
  16. Rapporti scuola-famiglia (Noemi Virgilio)
  17. L’importanza di un vero patto educativo condiviso (Paola Pellegrino)
  18. La base dell’apprendimento: la relazione! (Noemi Virgilio)
  19. Riconoscere il disagio tra i banchi di scuola (Paola Pellegrino)
  20. Individualizzazione della didattica (Noemi Virgilio)

    Noemi Virgilio
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18.Normalizziamo la fatica. Sara Anderlini

7 mesi ago · · 0 comments

18.Normalizziamo la fatica. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Normalizziamo la fatica di Sara Anderlini

Prendersi cura di un bambino in tutte le sue necessità genera un enorme fatica nel genitore. Molto spesso ci si confronta con una miriade di informazioni, di consigli, che hanno come focus il bambino e il modo “migliore” per prendersene cura, raramente però la fatica del genitore trova spazio.

La gestione del sonno soprattutto nei primi periodi in cui il genitore stesso è in uno stato di privazione può essere molto faticoso da gestire ed è importante che quella fatica venga normalizzata e che si trovino delle strategie per affrontarla.

La deprivazione del sonno, la gestione di un bambino e il pianto possono portare il genitore a sentirsi talmente spiazzato da “scuotere” il bambino, nel tentativo disperato di farlo addormentare.

La sindrome del bambino scosso (SBS) è una grave forma di maltrattamento fisico ai danni del bambino generalmente sotto i 2 anni di vita. Questa forma di maltrattamento consiste nel violento scuotimento del bambino con possibile trauma cerebrale e conseguenti complicanze neurologiche. Questo comportamento da parte del genitore è spesso conseguente a pianto inconsolabile; molto spesso i genitori arrivano a questi gesti estremi perché già fortemente provati dalla stanchezza.

Le strategie che si possono attuare hanno lo scopo di ricentrarsi, poiché stare sui bisogni di qualcun’altro è estremamente impegnativo.

E’  importante ritagliarsi dei momenti per recuperare le energie, dormendo per esempio quando il bambino dorme e crearsi delle priorità che in questo momento di vita saranno finalizzate al recupero delle risorse fisiche e mentali, inoltre quando sopravviene la sensazione di eccessiva stanchezza per il pianto del bambino, o rabbia perché non si addormenta o in qualsiasi situazione in cui ci si sente sopraffatti, è importante posare il bambino al sicuro (una culla, un lettino dove non possa cadere, a terra se intorno non c’è niente di sicuro), allontanarsi, respirare, sfogarsi, chiamare qualcuno. Nel momento in cui si sente di aver decompresso si può tornare dal bambino. In questa situazione non importa se piange perché la priorità è la tutela della sua salute  e la sua sicurezza.

Non dimentichiamoci che diventando genitori si rimane persone con dei propri bisogni, che devono trovare uno spazio, in linea con l’età del bambino, per poter essere soddisfatti e per poterci occupare di un altro piccolo essere umano.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

17.Risvegli e regressioni. Sara Anderlini

7 mesi ago · · 0 comments

17.Risvegli e regressioni. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Risvegli e regressioni di Sara Anderlini

Alla nascita e per i primi anni, al contrario delle nostre aspettative, i bambini hanno bisogno di tante ore di sonno, che si riducono di mese in mese, nell’arco della giornata ma si svegliano spesso, tenendo conto delle differenze individuali. La grande differenza rispetto al nostro modo di dormire, sta nella capacità di agganciare i cicli del sonno e gestire i risvegli, in altre parole nel riaddormentarsi. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati e riaccompagnati al sonno. Accogliendo questo bisogno, fisiologicamente il sonno si struttura sempre di più fino ad arrivare ad uno schema più evoluto, intorno ai 3-4 anni.

I risvegli che i bambini hanno sono dunque fisiologici ed hanno una funzione evoluzionistica. il cervello del bambino infatti funziona in questo modo affinchè il risveglio consente al bambino di nutrirsi e di ricevere cure e presenza dal genitore e quindi assicurarsi la protezione. Se pur normali, è importante riconoscere che riveste un ruolo importante il cortisolo che il corpo inizia a produrre di fronte ad un eccesso di stanchezza. E’ quindi necessario rispettare le finestre di veglia e l’igiene del sonno per far in modo che il bambino abbia i risvegli fisiologici ma che riesca a riposare.

E’ possibile che il bambino richieda il contatto o la suzione per potersi riaddormentare. Il contatto è un bisogno esattamente come la fame e il sonno.

E’ assolutamente fisiologico che i bambini vogliano dormire al seno, oppure che vogliano dormire in braccio, quando possibile vanno assecondati. Questo risulterà particolarmente funzionale nei periodi di regressione (Sleep Regression) che a noi danno l’impressione essere un “tornare indietro”  rispetto a qualcosa di consolidato ma che sono in realtà il frutto di una progressione nello sviluppo del bambino (conquista motoria, linguistica, sociale ecc). I maggiori segnali delle regressioni che si presentano in momenti particolari dello sviluppo del bambino, o di fronte a cambiamenti nelle abitudini, sono un sonno notturno più agitato, risvegli più frequenti, maggiore irritabilità e richiesta di contatto, maggiore resistenza all’addormentamento, pisolini più corti. Per quanto sono periodi sfidanti, tendenzialmente le regressioni si risolvono nell’arco di qualche settimana, il tempo che il cervello interiorizzi ciò che l’ha determinata.

Ricordiamoci sempre che il sonno è uno degli aspetti più impegnativi dell’accudimento di un bambino ma che sono dei periodi circoscritti nel tempo. Qualsiasi fase, anche la più faticosa, rimane una fase evolutiva, che passa e lascia il posto a qualcosa di nuovo.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

7 mesi ago · · 0 comments

Mod.iscrizione corso Gestione del colloquio

Per scaricare il PDF è sufficiente cliccare sulla voce di seguito riportata: Modulo iscrizione corso colloquio

Il modulo andrà stampato, compilato in ogni sua parte, firmato in modo leggibile su ogni foglio e riconsegnato in formato pdf di qualità con allegato documento d’identità, tramite mail presente nella pagina  Contatti 
Scrivere nell’oggetto della mail: Nome e cognome e tipo di modulo allegato 

16.Fisiologia e igiene del sonno. Sara Anderlini

7 mesi ago · · 0 comments

16.Fisiologia e igiene del sonno. Sara Anderlini

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Fisiologia e igiene del sonno di Sara Anderlini

Nella nostra cultura è molto diffusa l’idea che i bambini debbano dormire tutta la notte e da soli. Questa è una convinzione che può destabilizzare molto il genitore che si confronterà con il sonno del proprio bambino, molto diverso da quello di un adulto.

Il bambino, fin dalla nascita, è programmato biologicamente per dormire, il punto è osservare la questione sonno capendo a che cosa è funzionale un certo modo di dormire, molto lontano dagli schemi adulti. Ciò che principalmente cambia riguarda la capacità di riaddormentarsi tra un ciclo di sonno e l’altro, che è una competenza che si acquisisce naturalmente con la crescita. Cos’è un ciclo di sonno? All’interno di un ciclo di sonno si alternano diverse fasi in cui il sonno cambia caratteristiche e che ci permettono di riposare e rigenerarci. Tra un ciclo e l’altro anche noi adulti abbiamo dei piccoli risvegli ma abbiamo ormai imparato a riaddormentarci di volta in volta ed a volte nemmeno ce ne rendiamo conto.

Il sonno rappresenta un bisogno fondamentale per lo sviluppo psicofisico del bambino.

Ha molte funzioni tra cui: favorire lo sviluppo cerebrale, sostenendo tutte le tappe dello sviluppo, consolidare la memoria e l’apprendimento, favorire la secrezione dell’ormone della crescita, rafforzare il sistema immunitario, consentire all’organismo di rallentare e al cervello di “ripulirsi” dalle tossine accumulate durante la veglia.

Per i primissimi periodi il sonno del bambino è polifasico ovvero si alternano diverse volte nell’arco della giornata fasi di sonno e fasi di veglia. Piano piano aumenteranno le finestre di veglia, ovvero il tempo che il bambino riesce a stare sveglio tra un pisolino e l’altro e il cervello si strutturerà in modo da concentrare le ore di sonno di notte, regolandosi biologicamente con l’alternanza della luce e del buio.

Se è vero che il sonno del bambino è diverso da quello dell’adulto, ciò che possiamo però fare per poter favorire una buona qualità è curare l’igiene del sonno attraverso alcune regole che ogni famiglia può mettere in atto in modo flessibile: è importante prestare attenzione al luogo in cui il bambino dorme, assicurandosi che la temperatura sia adeguata (tra 18° e 20°), che la stanza sia al buio (dopo i primi due mesi di vita) o almeno in penombra per i pisolini, dai 6 mesi circa instaurare una routine in tutta la giornata che preveda degli orari e delle abitudini ricorrenti (con flessibilità) e costruire un rituale che permetta ai bambini di sentirsi contenuti ed accompagnati alla nanna.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

7 mesi ago · · 0 comments

La vita è ora

Arriverà il momento in cui ci si accorgerà di aver sacrificato l’autentica espressione di sé, il proprio entusiasmo, l’opportunità di essere felici con semplicità, per il bisogno dissacrante di validare continuamente la propria esistenza al cospetto altrui.
La chiave è essere respons-abili e quindi avere un’abilità di risposta congruente verso il mondo, sì, ma anche e innanzitutto verso se stessi.
LA VITA È ORA e non merita di essere trattenuta dalla paura e schiacciata dal dovere.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute
percorsi individuali, di coppia e di gruppo

7 mesi ago · · 0 comments

Idealizzazione, delusione, disillusione.

L’idealizzazione dell’altro è un processo tanto raffinato quanto illusorio e porta quasi certamente, nel tempo, a una delusione più o meno profonda, accompagnata da rabbia, insoddisfazione e amarezza.
Talvolta persino disprezzo.
Un possibile sbocco, a fronte della rottura scenica alla quale si assiste, è il passaggio dalla delusione alla disillusione ovvero spogliare l’altro dell’illusione iniziale per iniziare a vederlo per ciò che è.

Sarà a questo punto che dovrai chiederti se ciò che vedi davanti a te lo riconfermi o meno nella tua vita.
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Francesca Di Donato – psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute
percorsi individuali, di coppia e di gruppo

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