4 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Il leone e il topo – Esopo
C’era una volta nella grande foresta un maestoso leone che si riposava all’ombra di un grande albero.
Stava controllando se in lontananza c’erano delle prede da poter cacciare, ma in quel momento non vedeva niente di interessante.
Così il pomeriggio passava lento, all’orizzonte non c’era nessuna preda da poter prendere e la pancia iniziava a brontolare dalla fame.
– “Forse è meglio se mi sposto da qui e vado a cacciare in un’altra zona” disse abbastanza infastidito al pensiero di doversi alzare.
Ma proprio quando ormai aveva deciso di alzarsi e andare via, ecco un piccolo topolino corrergli proprio davanti alle zampe. Il leone colse al balzo l’occasione e, con uno scatto felino, bloccò la coda del topino con la zampa.
Il topino, che sperava di non essere visto, iniziò a urlare disperato quando sentì di essere bloccato.
Il leone già pregustava il piccolo bocconcino come antipasto e si stava leccando i baffi.
Il topino, con le lacrime agli occhi iniziò a supplicarlo: “Non mi mangiare, signor leone, ti prego non mi mangiare!”
Il leone sorrise e iniziò a tirare con la zampa il topino verso di sé.
– “Non mi mangiare, signor leone -continuò il topino- non ti sazierei che per pochi minuti da tanto sono piccolo.
Il leone pensò che questo era vero: quel topolino gli avrebbe placato la fame giusto per il tempo di alzarsi da lì.
– “E poi le mie piccole ossicine rischierebbero di andarti di traverso in gola.”
Anche questo era vero, pensò il leone, che smise di trascinare verso di sé il topolino.
– “Se mi lascerai andare ti sarò riconoscente per tutta la vita!” disse infine il topo.
Il leone, mosso più dalla fatica di ingoiare quel piccolo pasto che dalla pietà per il topolino, lo lasciò andare: “Vai topolino, forse un giorno ci rivedremo…”
Il topolino ringraziò solennemente con grandi inchini e bacia-zampe e poi scomparve tra le sterpaglie della foresta.
Il leone si decise infine di andare in cerca di altre prede.
Si incamminò dentro la foresta, ma dopo essere avanzato un po’ ecco che all’improvviso un legaccio fatto di corda lo intrappolò.
Il leone capì subito che quella era la trappola costruita da qualche cacciatore e sapeva benissimo che da quel tipo di trappole non c’era scampo.
Il leone tirò con tutte le forze per cercare di liberarsi, ma più tirava, più il legaccio gli si stringeva alle zampe e gli faceva male. Dopo molti tentativi il leone si rassegnò e si mise ad attendere il proprio destino.
Ma ad un tratto sentì qualcosa che stava lavorando sulla corda.
Guardò meglio e si accorse che il topolino di prima stava cercando di tagliare il legaccio con i suoi denti aguzzi.
– “Non preoccuparti, signor leone, tra poco sarai di nuovo libero.”
Il leone fu sorpreso dal gesto del topolino. Non si sarebbe mai aspettato che un animaletto così piccolo avrebbe potuto salvargli la vita: “Topolino mio, io ti ho risparmiato la vita, e ora tu salvi la mia, questo ti fa grande onore!”
Il topolino intanto lavorava veloce e in pochi attimi il leone fu libero.
– “Signor leone, quando si dà la parola d’onore, la si mantiene!”
– “Certo topolino mio e io ti ringrazio moltissimo per avermi liberato da questa trappola terribile. Ora siamo pari e per tutta la vita anche io ti sarò riconoscente.”
I due si salutarono e andarono ognuno per la propria strada.
Ma il leone aveva imparato una lezione importantissima: bisogna essere gentili con tutti, anche con il più piccolo degli esseri viventi, perché l’aiuto più importante della vita potrebbe arrivare proprio da lì.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online
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