4 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
La storia indiana degli specchi
Un uomo pieno di sé fece ricoprire di specchi le pareti e il soffitto della sua stanza più bella.
Spesso vi si rinchiudeva, contemplava la propria immagine, si ammirava minuziosamente: sopra, sotto, davanti, dietro.
Si sentiva tutto ringagliardito, pronto ad affrontare il mondo.
Un mattino, lasciò la stanza senza chiudere la porta. Vi entrò il suo cane che, vedendo gli altri cani, li annusò; dato che essi lo annusavano, ringhiò; dato che essi ringhiavano, li minacciò; dato che minacciavano, abbaiò avventandosi su di essi.
Fu una lotta spaventosa: le battaglie contro se stessi sono le più terribili che ci siano!
Il cane morì, sfinito.
Un asceta passava di là mentre il padrone del cane, desolato, faceva murare la porta della stanza degli specchi: “Questo luogo può insegnarti molto, lascialo aperto.” gli disse.
– “Cosa intendi dire?”
– “Il mondo è neutro quanto i tuoi specchi. A seconda che siamo ammirativi o ansiosi, esso ci rimanda ciò che gli diamo. Se sei felice il mondo lo è. Se sei inquieto, lo è anch’esso. Vi combattiamo incessantemente i nostri riflessi e moriamo nello scontro.
Questi specchi ti aiutino a capire: in ogni essere e in ogni istante, felice, facile o difficile, non vediamo né le persone né il mondo, ma la nostra sola immagine.
Se lo capisci, ogni paura, ogni rifiuto, ogni lotta ti abbandoneranno.”
La storia indiana degli specchi
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online
Tags: storytelling Categories: Storie che curano