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2 anni ago · · 0 comments

Questioni di compensi

“Chiedo tanto perché ho speso tanto per la mia formazione”
“Le nostre tariffe sono alte perché la formazione ce la paghiamo tutta e cara e il tirocinio non è retribuito”
Con bollettino alla mano “ecco perché le mie tariffe sono alte”
….
……
……..
certamente il compenso chiesto da un professionista deve considerare tutta una serie di spese professionali e a tal proposito ti lascio un articolo con l’intero elenco delle uscite certe che un professionista ha https://scuoladipsicologia.com/2022/02/11/spese-professionali-per-scegliere-le-tariffe-professionali/

Tuttavia, un conto è chiedere un compenso sulla prestazione con relative spese, tempo investito e l’ovvio margine di guadagno, un altro è chiedere un compenso sulla base di quanto si è speso fino a quel momento in formazione.

I soldi investiti in formazione io li ho vissuti come soldi investiti su di me, quindi non chiedo ad altri di farmi rientrare degli oneri economici affrontati.
Io chiedo un compenso che è un compromesso tra la realtà territoriale e storico-economica e quello che so che l’altro prenderà dalle mie capacità e abilità professionali: chiedo una retribuzione sulla prestazione e il tempo investito in essa, non un risarcimento per i soldi spesi nella formazione.

La formazione e l’investimento che si sceglie di fare risponde a un proprio bisogno, in base al professionista che si sceglie di essere e alla qualità che si desidera mettere in gioco.
Se così non fosse, allora è il caso di rivolgere lo sguardo a se stessi per porsi alcune di quelle domande che usiamo nel nostro lavoro, perché non è affatto professionalmente etico e men che meno da adulti pensare che qualcuno, dall’esterno, debba un riscatto per come avete scelto di acquisire il ruolo professionale che si ricopre.

Ricordo che nessuno è obbligato a intraprendere un dato percorso e se qualcuno ha creduto fosse davvero necessario, bè c’è da assumersi la responsabilità sul proprio ruolo giocato e sulla scelta di delegare all’esterno la definizione del proprio Sé professionale, e di averlo fatto senza adeguata contezza di ciò che si stava facendo: questo garantirebbe un importante passaggio nella propria crescita.

E qua sta il punto: se un professionista arriva a chiedere alle persone una sorta di risarcimento per gli anni di studio e le relative spese affrontate per essa (che poi gli investimenti sono pure variabili) -posta la solita immagine da bisognosi che può arrivare all’esterno, che certo non può rimandare l’immagine di professionisti a cui appoggiarsi sul serio- ancora una volta chiedo “cosa ci dice questo del modo in cui si affronta il proprio iter formativo? Sulla base di quali scelte e di quanta consapevolezza ha investito in quegli anni?
E quanto della frustrazione per quell’investimento economico, porta poi a rivoltarsi, a suon di disinformazione e invalidazione, contro quei colleghi che hanno provveduto diversamente alla propria formazione scegliendo investimenti più adeguati o comunque con un rapporto qualità prezzo più vantaggioso, senza cedere alla trappola del marketing nutrito di mistificazioni di certe formazioni?
Quanta autorevolezza può rimandare una categoria che si gioca delle carte passivo-aggressive e delle volte perfino vittimistiche per giustificare il proprio compenso, piuttosto che motivarlo con assertiva presenza a se stessi?
Questi interrogativi li lascio come stimoli di riflessione.

Perché mai, alla luce di questo, qualcuno dovrebbe darci credito?
Eppure spesso vedo dalle stesse persone postare sui social frasi a effetto del tipo:
“il riconoscimento che ricevi, rappresenta la considerazione che hai di te”
“il valore che dai a te stesso è direttamente proporzionale a quello che ti daranno gli altri”
“nessuno ti porterà rispetto, se non sarai prima tu a portarlo a te stesso”,
“nessuno può darti valore, se innanzitutto tu non ne attribuisci a te”
…..
ecco, direi che se qualcuno crede davvero al senso di queste frasi al punto da pubblicarle potrebbe essere utile innanzitutto prenderne spunto per il proprio atteggiamento nella categoria professionale, in totale congruenza con i messaggi che trasmette agli altri.

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