4 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Ti segnalo all’Ordine!!!
Succede da un po’ di tempo a questa parte: “Stai affermando di fare terapia, quindi stai commettendo abuso di professione! Tu manipoli le informazioni con le parole! Ti segnalo all’Ordine!!!”.
A leggere queste parole penserai si tratti di un professionista sanitario che si rivolge a qualche professionista non regolamentato; un po’ come accade con i Counselor.
E invece no!
Si tratta di quel tipo di minaccia che un collega ha il coraggio di rivolgere a un altro collega, come se fosse possibile abusare della propria stessa professione.
Si tratta di quel genere di minaccia priva di fondamento e nutrita dalla disinformazione, dalla cattiva informazione e dall’ignorare gran parte della realtà della propria professionalità.
Si tratta di quel genere di minaccia nutrita da una rabbia e da un confronto mal gestiti.
Tutto questo è paradossale.
E, ancor di più, rasenta il ridicolo nel momento in cui il collega viene minacciato dopo aver esposto ampiamente argomentazioni e normative a sostegno della propria tesi.
Si commette troppo spesso l’errore di non considerare, di disconoscere e/o svalutare pubblicamente la formazione dei colleghi e/o muovere false e gravi accuse solo perché l’iter formativo è diverso dal proprio.
Potete descrivere le cose pensando che c’è un tempo che passa (i 4 anni di specializzazione) e tutto che si muove rispetto a questi. Ma non funziona così, se vogliamo essere precisi.
Neanche con le leggi della fisica funziona più così, figuriamoci in Psicologia.
Le formazioni vanno descritte tra loro, nel modo in cui si muovono l’una rispetto all’altra, con tutti gli elementi interessati che le coinvolgono.
E in tutto questo c’è la PERSONA, col suo vissuto, la sua esperienza personale, formativa e professionale, la sua capacità di apprendimento… la persona con le sue abilità, con lo spirito critico, con la sua dedizione, passione, cultura, intelligenza, consapevolezza, velocità e qualità di apprendimento… .
Quindi, dall’osservare come le varie formazioni si muovono tra loro, passiamo a come gli individui, con quelle formazioni, si muovono tra loro.
Galileo, nella teoria della relatività ristretta, ci spiegò che la velocità di un corpo (nel nostro caso l’individuo) varia a seconda del sistema di riferimento (per noi, tutto il contesto di vita interna ed esterna) in cui si compie la misurazione: cosa vi fa pensare di rispondere a una legge diversa?
In troppi sono abituati a pensare che c’è qualcosa che muove in basso ~lo Psicologo~ e qualcosa che si muove in alto ~lo Psicologo-psicoterapeuta~
In troppi sono abituati a pensare che c’è qualcuno che resta sulla superficie ~lo Psicologo~ e qualcuno che va nel profondo ~lo Psicologo-psicoterapeuta~.
In troppi sono abituati a pensare che l’iter formativo è uno solo o, anche quando riconoscono l’esistenza di altre forme, che solo una sia valida.
Ma non esiste un’unica danza da ballare ~la psicoterapia- con un unico maestro d’orchestra che dà il ritmo ~la Scuola~, ma ci sono infinite possibilità che acquisiscono peso, valore, importanza, spessore, in base alle infinite caratteristiche che descrivono ognuno di noi, ciascuno con la propria danza e il proprio ritmo.
…e poi c’è il codice deontologico, per cui uno Psicologo fa terapia perché è il rapporto che instaura che è terapeutico; lo dice il codice deontologico:
articolo 27
Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del RAPPORTO TERAPEUTICO quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla CURA…..[..]
Per la legge lo Psicologo è abilitato (autorizzato) dallo Stato alla sua professione, dopo la laurea il tirocinio e l’eds (cioè può fare quello che sa fare e per cui è chiamato a rispondere in virtù del proprio titolo)
Per il codice deontologico (articolo 6) lo Psicologo “salvaguarda la propria autonomia […] ed è perciò responsabile […]” (cioè se ne assume la responsabilità).
Se sei autorizzato a farlo, sai farlo e te ne assumi la responsabilità, puoi farlo.
Ognuno è chiamato a fare i conti con la propria coscienza.
Ognuno di noi è chiamato a rispondere a criteri etici ed etico-professionali.
Ognuno è chiamato a rispondere del proprio bagaglio di conoscenze e competenze di fronte all’utenza che si rivolge a noi.
Siamo chiamati tutti ~Psicologi e Psicologi-psicoterapeuti~ a essere dei buoni clinici, professionisti sanitari, impegnati a garantire e garantirci una formazione continua, valida e funzionale a rinforzare la qualità del servizio che offriamo.
In tutto questo, occorre ampliare costantemente il proprio raggio di consapevolezza, su se stessi, sulle proprie risorse e criticità, lacune e punti di forza.
Siamo chiamati a limare eventuali sprazzi di onnipotenza, a fare i conti con ciò che realmente abbiamo da offrire e negli ambiti in cui ci siamo formati e che sentiamo ben allineati a noi stessi, in modo da rendere al meglio e vivere il lavoro un po’ meno come un impegno e un po’ più come un’area di piacere in cui realizzarsi.
E, ancora, siamo chiamati all’onestà intellettuale di rispettare l’immagine e il lavoro dei nostri colleghi.
Fatto questo, mi baserei sul principio di autodeterminazione delle persone, principio che, in quanto tale, determina che queste non debbano essere messe in guardia da fantomatiche, aprioristiche, pregiudizievoli constatazioni di incompetenza non verificate, ma stabilite sulla base del nulla e a partire dall’incapacità di mettere in discussione le proprie credenze.
Quindi, facciamo un ripasso:
La libera professione di Psicologo può vestire su diversi ambiti, incluso la terapia in ambito clinico.
E non è questione di pareri, ma di fatti.
La scuola di specializzazione offre la possibilità di diventare specialisti in un modello di intervento, e non nella clinica che è già ambito dello Psicologo per sua stessa natura.
Lo psicoterapeuta non potrebbe occuparsi di clinica in ambito Psicologico se non fosse Psicologo (o Medico).
Secondo l’articolo 21 del Codice deontologico degli Psicologi: […] Sono specifici della professione di psicologo TUTTI gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionali, emotivi, cognitivi, comportamentali) basati sull’applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici
Noi non sappiamo quale formazione universitaria e extrauniversitaria pre e post lauream hanno tutti i nostri colleghi.
Chi ha frequentato
– tirocini realmente formativi, – laboratori esperienziali inclusi nel piano di studi,
– corsi professionalizzanti interni all’università seppur extracurricolari,
– corsi privati fuori dall’università in parallelo al corso di studi e oltre l’abilitazione
– supervisioni
– gruppi didattici
– terapia personale
– studio autonomo che si suppone un laureato sia in grado di gestire
…………
ha tutte le possibilità di poter far affidamento su queste cose per esprimere la propria professionalità in modo concreto
Ogni esperienza formativa è unica e irripetibile.
Ogni collega sulla base delle competenze acquisite si indirizzerà verso specifico ambiti di intervento con quello che sa fare e per cui ha acquisito bagaglio esperienziale.
Non facciamo l’errore di usare la nostra esperienza per estenderla, nel bene o nel male, a quella altrui.
Impariamo tutti a fornire fonti normative a sostegno delle nostre affermazioni.
Invito a considerare anche la responsabilità personale qualora qualcuno avesse fatto un’esperienza universitaria e di tirocinio scadente o se per formarsi in termini esperienziali, oltre l’università, si è atteso l’esame di Stato. Legittima come scelta, ma che si abbia il buon senso di rispettare chi ha gestito la propria formazione in modo più adeguato già ai fini dell’abilitazione.
Detto questo, si presume che un professionista debba essere in grado di confrontarsi su certe tematiche attraverso contenuti e non attacchi, offese, svalutazioni e insinuazioni.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online
Categories: Appunti e spunti di riflessione