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2 anni ago · · 0 comments

Sulla questione delle facoltà online di Psicologia

Svalutare a priori un’università online di Psicologia è un atteggiamento di pregiudizio che, come tanti altri pregiudizi, male si sposa con chi vuole fare questo lavoro, ma in generale con tutto.

NON è il mezzo a discriminare la qualità.

Che sia online o sia in presenza, conta:
– l’offerta formativa
– il contenuto reale dell’offerta formativa
– come viene trasferito/fruito tale contenuto
– la capacità dei docenti di insegnare per trasferire conoscenze, competenze e abilità

– le risorse interne dell’allievo nell’apprendimento, nella comprensione e nella capacità critica.

Ogni realtà formativa è a sé, ogni persona e a sé.

Inoltre non vi è obbligo di frequenza nelle università in presenza e molte vanno avanti a suon di esami a quiz su manuali di qualità discutibile, quindi non regge alcun tipo di contestazione si voglia avanzare sul mezzo attraverso cui si prende questo titolo.

Ci sono università scadenti in entrambi i casi, ci sono università valide in entrambi casi, ci sono università un tempo di qualità che oggi presentano scenari raccapriccianti.

Così come ci sono specifiche individualità, alcune delle quali sono perfino capaci di trasformare in oro ciò che oro non è, e altre sono capaci di sprecare l’oro che hanno in mano.

Mi chiedo quanto sia davvero valido un certo percorso formativo se poi una delle risultanti è esprimersi e argomentare a suon di pregiudizi.

Validare le differenze non è un processo da attivare solo sui grandi temi legati alla discriminazione.
Validare le differenze è un processo che dovrebbe estendersi al vivere quotidiano, altrimenti è pura ipocrisia.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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La mancata danza degli opposti. Francesca Di Donato

3 anni ago · · 0 comments

La mancata danza degli opposti. Francesca Di Donato

In un mondo di mancata integrazione tra il maschile e il femminile che albergano in ognuno di noi, si passa da “la donna con le palle” al “mammo” in uno schiocco di dita.

A ciascuna di queste persone auguro di far pace con quella parte di sé data in sacrificio a quelle opinioni, pregiudizi e credenze precostituite, generalizzate, semplicistiche, meccanicamente riproposte e prive di qualunque valutazione, chiamate stereotipi, chliché…

Eppure non sono altro che le stigmate impresse indelebili sulla nostra pelle da ogni mancata riflessione

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Francesca Di Donato – Psicologa
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Scuola: a lezione di nobiltà d’animo. Francesca Di Donato

3 anni ago · · 0 comments

Scuola: a lezione di nobiltà d’animo. Francesca Di Donato

Oggi sono incappata in una conversazione tra insegnanti in cui alcuni di loro, non pochi, e comunque anche pochi, per me, sarebbero troppi, che discutevano su chi ha diritto di chiamarsi docente, coinvolgendo anche maestri e insegnanti di materie quali educazione fisica; e mentre qualcuno ha proposto di abolire la parola “maestro” e qualcun altro, indignato, ha sollevato il timore che possano arrivare ad avere gli stipendi equiparati. Stiamo parlando del luogo in cui i vostri figli trascorrono la maggior parte del loro tempo e della loro crescita, dopo la famiglia. Il posto dove dovrebbero trovare cultura, riflessione, crescita personale, confronto…. e alcuni di loro pensano a fare a gara a suon di titoli, mansioni, formazione conseguita e quantità di compiti da correggere.

A quanto pare anche tra gli insegnanti c’è chi non sa che il valore del lavoro non dipende dai compiti che correggi e dalle lezioni che impartisci, ma da quanto sai educare (da educere: tirar fuori) ogni allievo a tirar fuori il suo potenziale, il meglio di sé.

E chiedere di abolire la parola “Maestro” con “docente” significa intaccare un’immagine secolare di virtù, nobiltà d’animo, abilità e competenza intrinseci in questa parola, anche quando chi la portava non ne era all’altezza: “MAESTRO” pronunciala, senti come suona… ha un non so che di affettivo, di poetico, di intramontabile, come ce l’aveva “bidello”, prima di decidere che “collaboratore scolastico” fosse più onorabile. Assistiamo a una qualificazione forzata di parole fredde e sterili solo perché, nel tempo, i pregiudizi e il classismo di molti hanno portato a creare visioni subordinate e asimmetriche, che tuttavia sono rimaste. Cambiano le parole ma il senso si superiorità di molti, troppi, resta.
Ricordo ancora l”indignazione di alcuni psicologi e docenti quando, lo scorso anno, con alcuni colleghi, proposi al CNOP di intervenire con l’assunzione dello Psicologo nelle scuole, come personale ATA, dunque come professionista AUTONOMO e non subordinato al Dirigente scolastico. Qualcuno preferisce la subordinazione al dirigente scolastico, piuttosto che l’autonomia, pur di non essere equiparati a chi lavora nelle segreterie o come collaboratore. Classismo, punto. Ancora nel 2021 e da chi ha il compito di educare i vostri figli.

Certo, alla luce di questo, oltre che nel titolo si dovrebbe essere davvero Maestri, esserlo nell’animo. Nobili e abili.
Quindi lo toglierei solo a coloro che pensano che insegnare sia solo una questione di compiti da correggere e lezioni da impartire: costoro non lo meritano.
È vero, gli insegnanti di ogni ordine e grado sono tutti docenti, ma di costoro sono pochi i Maestri.

C’è poco da fare: ci sarà sempre chi si sentirà migliore per la materia, per l’ambito, per la formazione conseguita, per il modello di riferimento, per la qualifica, per la professione che svolge… quindi sta solo a ognuno di voi credere fermamente che qualunque ambito, formazione, qualifica, modello di riferimento scegliete HA VALORE PER QUELLO CHE CI AVETE MESSO DI VOSTRO, IN TERMINI DI IMPEGNO E ATTITUDINE PERSONALE, e non per un riconoscimento esterno o per la presunta quantità/mole del vostro lavoro.

Fate appello alla consapevolezza e, poi, regalatevi il coraggio di definire da voi il valore del vostro lavoro.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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8 Marzo. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

8 Marzo. Francesca Di Donato

L’8 marzo non è la festa della donna, ma è la giornata internazionale dei diritti della donna.
Che sia la ricorrenza che faccia da promemoria sul rispetto, il valore, la dignità che dobbiamo dare innanzitutto noi a noi stesse.
Sì, perché credo che questo faccia da fondamenta, affinché il resto -seppur a fatica- venga da sé.
Donne! Abbiamo in mano più potere di auto-affermazione di quello che crediamo, dobbiamo solo imparare a vederlo, a canalizzarlo e a esercitarlo ogni giorno della nostra vita, senza snaturarci, senza perderci mai di vista, ma amandoci ogni giorno un po’ di più.

Un abbraccio a tutte le donne
Francesca

Mentalità fascista o fallimento educativo?  Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Mentalità fascista o fallimento educativo? Francesca Di Donato

Il richiamo alla “mentalità fascista” come spiegazione a certi comportamenti di basso livello culturale, sta alla stregua delle arti marziali, dei videogame, o l’orario della chiusura dei locali.

Preciso: NON sto dicendo che videogames e arti marziali sono come la mentalità fascista.
STO dicendo che è il richiamo a essere il medesimo, non l’oggetto del richiamo.

La mentalità fascista non è mai la radice, ma è anche quella una conseguenza di un processo educativo e di crescita di un individuo che da qualche parte o da più parti ha fallito.

È un involucro, non la sostanza.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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