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Professionisti adulti e vaccinati. Francesca Di Donato

4 anni ago · · 0 comments

Professionisti adulti e vaccinati. Francesca Di Donato

Siamo professione sanitaria, il vaccino ci spetta di diritto ora!

NO. Il vaccino non spetta di diritto nelle prime fasi solo perché si è professione sanitaria.
Il vaccino spetta di diritto a chi è più esposto per lavoro o condizioni di salute ed età.

Un professionista sanitario che prende seriamente il suo ruolo e che non rientra in queste categorie lascia la priorità a chi ha davvero bisogno, non pretende di passare avanti in nome di un titolo o di riconoscimento ministeriale.

Un professionista sanitario serio, si comporta da adulto responsabile e attende il suo turno, come tutti.

E non vale nascondersi dietro l’obbligo vaccinale: l’obbligo che c’è solo da inizio aprile non parla di priorità.
Quindi si suppone che la priorità resti quella per cui si vaccinano per primi quelli in prima linea.
Quanti Psicologi si sono vaccinati prima dell’Obbligo?
Quanto di essi lavoravano in prima linea?

L’Ordine sa bene che la metà degli iscritti all’albo non esercita in qualità di Psicologo. Moltissimi tra quelli che restano e che esercitano hanno un’esposizione lavorativa minima. Sul sito ENPAP potete verificare.

Quindi tolti coloro che si sono vaccinati, prima dell’obbligo, per età e per condizione di salute ed esposizione di lavoro, sarebbe stato utile che l’Ordine monitorasse in qualche modo questo passaggio, che avrà portato a usufruire già del vaccino chi poteva considerarsi più alla stregua di un cittadino normale, più che sanitario.
Che poi, ricordo, la psicologia non è solo ambito sanitario, seppur professione sanitaria: esistono Psicologi del lavoro, del marketing…

Se il Governo sbaglia e tu Ordine lo sai che non tutti i tuoi scritti hanno una condizione tale per avvalersi di questo privilegio ora, perché non intervieni?
Perché non fai opera di sensibilizzazione verso i tuoi iscritti, invitandoli a non passare avanti alle fasce più vulnerabili ed esposte al rischio?

Ed è possibile che per reagire a Draghi per aver rimbrottato un “smettetela di vaccinare i giovani psicologi!!” volete ricorrere al fatto che il l’obbligo lo abbia esteso lui ai professionisti sanitari? Questa è pura deresponsabilizzazione: il suo appunto c’è stato solo due giorni dopo l’avvio dell’obbligo, con un week end di mezzo, quindi in realtà coloro che si lamentano si erano tutti vaccinati prima dell’obbligo stesso.
Inoltre ritengo che la questione sia stata presa sul personale in modo inappropriato, dal momento che il rimbrotto -seppur gestito in pessimo modo- era rivolto a chi vaccina senza seguire una scala di priorità annunciata e non agli psicologi.

Ancora una volta si è persa l’occasione per guadagnarci credibilità

____________________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online – SCUOLA DI PSICOLOGIA lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi

 

4 anni ago · · 0 comments

Buone prassi in tempi di pandemia. Francesca Di Donato

Facciamo chiarezza sulle buone prassi da seguire per l’attività in studio in tempi di pandemia dovuti al covid.
Purtroppo circolano molte informazioni imprecise, anche nella mia stessa categoria professionale.

Lo Psicologo a oggi non ha mai dovuto sospendere la propria attività essendo professione sanitaria, neanche in fase di lock down, quindi non è soggetto a restrizioni se non quelle dettate dalle regole di precauzione.
L’informazione scientifica sul virus da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ci dice che il virus
➡️ si trasmette sicuramente per via aerea e oro-fecale o per contatto entrando da bocca, naso e occhi.
➡️ resta nell’aria degli ambienti chiusi per diverse ore e sulle superfici fino a 9 giorni, ma si inattiva in pochi minuti con una disinfezione con alcool etilico, ipoclorito di sodio o perossido di idrogeno.
➡️ può presentarsi in modalità asintomatica e, dunque, non essere consapevoli della positività al virus

Dunque, l’invito dell’Ordine degli Psicologi è stato quello di prediligere la modalità smart-working tutte le volte che si vivono situazioni a rischio contagio,; quando questo non è possibile per impedimento o scelta personale, rimandare a data da destinarsi tutte le attività che non rispondono a carattere di urgenza e/o necessità per gravità.

Per poter ricevere in presenza si deve, a oggi, seguire buone prassi e possedere dispositivi di protezione personali:
📍la grandezza dell’ambiente di lavoro deve consentire nel complesso la distanza sociale di tre metri
📍operare negli ambienti chiusi almeno alla distanza di 2 metri dall’altra persona (la distanza droplet è di 1.82m)
📍aver modo di procedere con la santificazione completa degli ambienti e delle superfici prima e dopo l’arrivo del paziente
📍evitare ogni forma di contatto fisico
📍lavate spesso le mani e ogni volta che se ne rende necessario
📍essere in possesso di soluzioni idroalcoliche a disposizione del personale e dei pazienti
📍mascherine
📍areare spesso l’ambiente

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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
Formatore e Supervisore: in presenza e online

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