9 mesi ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
7.Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio
Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Emozioni e contatto prenatale di Noemi Virgilio
In che modo le emozioni della mamma influenzano la vita prenatale del bambino?
Durante la gravidanza la mamma si trova di fronte a molte emozioni diverse, gioia, tristezza, rabbia, paura, eccitazione, sorpresa e tante tante altre. Nessuna emozione di per sè ha una valenza positiva o negativa, perché, sebbene in alcuni casi per noi alcune emozioni possano essere spiacevoli, esse sono espressione di un mondo interiore che ha molte sfumature e che per questo motivo non può essere diviso e categorizzato in positivo e negativo. Le emozioni inoltre non si escludono a vicenda per cui è possibile sentirsi ,per esempio, gioiosi e arrabbiati allo stesso tempo. Ma tutte queste emozioni dunque influenzano in modo diretto il feto?
Le emozioni della mamma influenzano il feto ma non in modo diretto o deterministico, il contatto infatti del feto con le emozioni della mamma permette al feto di fare conoscenza del mondo psichico e contribuisce alla sua formazione come identità anche psichica in termini di conoscenze ,ossia permette al feto di cominciare a sperimentare quel mondo interiore con cui entra in contatto per la prima volta proprio grazie alla mamma.
Ma se il bambino entra in contatto con queste emozioni, allora come si sentirà di fronte a emozioni che per la mamma sono spiacevoli? come detto prima tutte le emozioni hanno diritto di esistere ed ognuna di loro ci permette di esprimere qualcosa, per questo motivo avere conoscenza di un mondo emotivo ricco può arricchire l’esperienza della vita prenatale del feto, e non è necessario per la mamma sentirsi in colpa se si hanno emozioni spiacevoli, è necessario però avere consapevolezza dell’importanza della connessione emotiva. Questa consapevolezza si può alimentare cercando momenti di quiete e calma in cui mamma e papà trovano il tempo per fare delle cose con il feto, una lettura, una carezza o un semplice pensiero rivolto a lui che permetta di ricordargli che quella vita è lì anche nella corsa della quotidianità e che per permetta al feto di sperimentare il mondo di emozioni che è rivolto a lui.
Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.
Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.