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5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

5.Vita prenatale, vista, olfatto e gusto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia

 

Vita prenatale, vista, olfatto e gusto di Noemi Virgilio

Finiamo il nostro viaggio alla scoperta dei sensi della vita prenatale parlando degli altri sensi: vista, olfatto e gusto. Il sistema visivo sebbene sia sviluppato (24 esima settimana) è quello sul quale la comunità scientifica ha meno conoscenze, si sa che il feto può percepire brusche variazioni di luce e lo dimostra anche con movimenti di sussulto.

Per quanto riguarda l’olfatto invece sappiamo che è sviluppato già dal sesto mese e sappiamo che il bambino riconosce l’odore del latte della propria madre rispetto ad un altro latte perché ha lo stesso odore del liquido amniotico. Già nelle prime ore di vita un neonato che non ha ancora competenze di movimento se lasciato a contatto con la madre cercherà il contatto con il seno, guidato proprio dall’odore del latte materno. Per quanto riguarda il gusto sappiamo che già alla 12 settimana si sviluppano i recettori gustativi e che il feto reagisce deglutendo dopo una iniezione intraamniotica di sostanze zuccherate, mentre rallenta la deglutizione in presenza di sostanze amare. È dimostrato che il latte materno ha lo stesso odore ma anche lo stesso sapore del liquido amniotico che cambia a seconda dell’alimentazione della mamma. Per questo motivo per i bambini è più facile poi avvicinarsi a sapori di cui hanno fatto esperienza durante la vita prenatale, attraverso l’alimentazione della mamma.

Questa capacità del feto di reagire ai diversi sapori è qualcosa che qualunque genitore può sperimentare quando dopo l’ingestione da parte della mamma di una sostanza zuccherata il feto comincia a muoversi, dimostrando anche in questo caso la sua capacità di interagire con il mondo esterno.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

4.Vita prenatale, udito. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

4.Vita prenatale, udito. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, udito di Noemi Virgilio

Durante questo viaggio alla scoperta sei sensi nella vita prenatale, il secondo senso che si sviluppa e di cui abbiamo conoscenza attraverso anche varie ricerche è l’udito, È possibile notare che il feto reagisce a rumori forti e improvvisi tramite l’accelerazione del battito cardiaco e tramite il sussulto in alcune fasi gestazionali più avanzate. Tramite l’uso delle ecografie è possibile anche individuare la reazione della mimica facciale di una delle emozioni di base, ossia la sorpresa, di fronte ad un rumore inaspettato.

L’udito è il senso che accompagna dal sesto mese in poi tutta la fase finale della gestazione, prima infatti i suoni vengono percepiti solo come vibrazioni tattili, ma con lo sviluppo della coclea (orecchio) l’udito passa in primo piano, anche perché l’ambiente intrauterino è circondato da suoni costanti, come il battito cardiaco materno, il pulsare del sangue, il gorgoglio intestinale, la voce della mamma. Tramite degli esperimenti, in cui si valutano, attraverso il controllo del battito cardiaco fetale, le modificazioni del battito quando dopo una stimolazione ripetuta identica al bambino viene presentato uno stimolo nuovo, è stato possibile dimostrare che il bambino è in grado di distinguere la variazione della voce materna quando si rivolge direttamente a lui e quando si rivolge ad un’altra persona. Il feto può distinguere una voce maschile da una femminile e può riconoscere un suono o una musica già ascoltati. È possibile abituare il feto all’ascolto di una musica, un suono o una storia rilassante che possa poi essere usata una volta nato per ritrovare lo stato di calma. Per questo motivo è molto utile già in queste fasi trovare delle routine stabili in cui il papà o la mamma leggono, o ascoltano qualcosa insieme al bambino.

Anche in questo caso le ricerche ci aiutano a comprendere ed entrate nell’ottica che la vita genitoriale e che la costruzione della relazione con il nostro bambino è già iniziata, per questo motivo è importante trovare momenti anche brevi per costruire questa relazione.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

3.Vita prenatale: il tatto. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

3.Vita prenatale: il tatto. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, il tatto di Noemi Virgilio

Esiste un percorso unitario che dal concepimento passa per la gestazione e la nascita e influenza la vita post-natale.

Per questo motivo, il feto, il bambino, l adolescente, l adulto e l’anziano sono la stessa persona, ogni fase di vita cioè ha una dignità fine a se stessa e non è il passaggio per la fase successiva. Nella vita intrauterina i sistemi neuro-sensoriali sono in funzionamento molto prima di aver raggiunto la loro maturazione strutturale. Il primissimo senso che si sviluppa è il tatto, la pelle infatti è strettamente legata al sistema nervoso. Le percezioni iniziali del bambino sono tutte vibrotattili, infatti la percezione uditiva arriva molto dopo, verso il 6 mese. Il feto all’interno della pancia percepisce suoni e ha una connessione con l’ambiente esterno attraverso il tatto, ogni centrimentro della sua pelle è toccato dal liquido amniotico che lo avvolge costantemente facendo sentire il feto contenuto e protetto. Proprio per l’importanza dello sviluppo di questo senso in ambiente intrauterino, il tatto rimane di fondamentale importanza anche dopo la nascita. Dopo la nascita infatti il bambino per la prima volta non è circondato costantemente da qualcosa e si ritrova improvvisamente in un ambiente con stimoli completamente diversi da quelli a cui era abituato, per questo motivo il contatto pelle a pelle con mamma e papà è fondamentale nei primi mesi di vita, perché la necessità di contatto è un bisogno fisiologico al pari del nutrimento.

Durante i mesi di gestazione è possibile fare esperienza diretta della percezione del tatto da parte del feto, basta pensare per esempio alle differenze di movimento che i genitori percepiscono quando la pancia viene toccata dalla mamma o dal papà, il feto reagisce al cambiamento di stimolo, muovendosi o fermandosi, dimostrando di essere già in piena interazione con il mondo che lo circonda. Questa vitalità del feto modifica le interazioni che mamma e papà hanno con lui, aiutandoli a connettersi con la loro genitorialitá che è già in essere, e viceversa le reazioni e interazioni che i genitori hanno con il bambino influenzano la sua vita relazionale, come in una danza in cui il ruolo di genitore e di figlio è già iniziato, molto molto prima dell’evento nascita.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

2.Di cosa parleremo. Noemi Virgilio

2 mesi ago · · 0 comments

2.Di cosa parleremo. Noemi Virgilio

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.


Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Di cosa parleremo
di Noemi Virgilio

“Genitori: dalla pancia al mondo” è una rubrica che tratta l’età evolutiva partendo dalla vita prenatale per arrivare ad affrontare molti temi, esplorando il mondo dei bambini, sino ad arrivare agli adolescenti.

È una rubrica pensata per promuovere consapevolezza, conoscenza e sintonizzazione con i bisogni propri e con quelli dei figli.

In questo mondo fortemente digitalizzato e in cui, rispetto al passato, il potenziale accesso alle conoscenze é molto più facile diventa invece difficile discriminare tra le tante informazioni disponibili.

Questa rubrica si propone di parlare ai genitori con informazioni basate sulle scoperte scientifiche in fatto di educazione ed età evolutiva, e di farlo in modo chiaro e semplice. È un percorso che dalla conoscenza aiuti a sviluppare sempre più consapevolezza, che permetta di fare un viaggio dentro il proprio essere genitore e di mettere in discussione vecchi retaggi culturali, per ridefinirsi come genitori tramite l’esplorazione di contenuti che ci toccano da vicino, tutti i giorni, quando ci prendiamo cura dei nostri figli.

Per “consapevolezza” si intendono tutte quelle azioni che sono volte a conoscere, che permettono di ponderare le scelte che facciamo e che ci rendono pienamente responsabili del nostro ruolo in materia di figli. Essere responsabili e consapevoli non significa non commettere errori, o cercare di fare sempre la cosa giusta, ma vedere anche i nostri errori in una nuova luce, rendendoci la possibilità di riparare quando possibile.
E anche qualora non ci accorgessimo dei nostri errori, la consapevolezza ci permette di vedere i nostri figli al nostro pari e di sintonizzarci con i loro bisogni e con le loro emozioni, dando la possibilità anche a loro di mostrarci dove sbagliamo, ma non trattandoli come individui adulti, ma come bambini o adolescenti con pari dignità degli adulti, permettendoci di coltivare un rapporto di vera reciprocità e conoscenza.


Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

 

1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità

3 mesi ago · · 0 comments

1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità

Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.

Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.

Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.

Le pubblicazioni che troverete

  1. Di cosa parleremo (Noemi Virgilio)
  2. Vita prenatale, il tatto (Noemi Virgilio)
  3. Vita prenatale, udito (Noemi Virgilio)
  4. Vita prenatale, vista, olfatto e gusto (Noemi Virgilio)
  5. Vita prenatale, la memoria (Noemi Virgilio)
  6. Emozioni e contatto prenatale (Noemi Virgilio)
  7. “Uno schiaffo non ha mai fatto male” (Sara Anderlini)
  8. La facilitazione del respiro in gravidanza (Paola Pellegrino)
  9. Mi sfida, lo fa apposta: siamo sicuri? (Sara Anderlini)
  10. Ascolto e percezione corporea in gravidanza (Sara Anderlini)
  11. Verso la triade (Paola Pellegrino)
  12. Tanti modi di essere genitore (Paola Pellegrino)
  13. Tra nutrimento e contatto (Noemi Virgilio)
  14. Parlami nel modo in cui io ascolto (Paola Pellegrino)
  15. Fisiologia e igiene del sonno (Sara Anderlini)
  16. Risvegli e regressioni (Sara Anderlini)
  17. Normalizziamo la fatica (Sara Anderlini)
  18. Una gabbia d’oro: l’iperprotezione genitoriale (Paola Pellegrino)
  19. Bambini ad alto contatto (Sara Anderlini)
  20. Una grande protezione: la coerenza genitoriale (Paola Pellegrino)
  21. La coppia dopo la nascita (Paola Pellegrino)Continua…

Noemi Virgilio
IG https://www.instagram.com/noemivirgiliopsicologa/
FB https://www.facebook.com/noemivirgiliopsicologa

Paola Pellegrino
IG https://www.instagram.com/paolapellegrinopsicologa/
FB https://www.facebook.com/dott.ssaPaolaPellegrino

Sara Anderlini
IG https://www.instagram.com/sara.anderlini_psicologa/
FB https://www.facebook.com/studio.psicologia.sara.anderlini

 

3 mesi ago · · 0 comments

Imperfezioni

Se le tue imperfezioni non sono pericolose, né per te né per chi ti circonda,
se sono una caratterizzazione di te al punto da determinare la tua preziosa unicità,
se ti concedono di rimanere integra, presente a te stessa
e non limitano il tuo movimento verso l’auto-consapevolezza,
se non interferiscono con il piano di realtà….

allora puoi smettere di maltrattarle e puoi iniziare a farci pace.

 

3 mesi ago · · 0 comments

I social dell’invidia e della persecuzione

A quanto pare scorre un filo fin troppo sottile tra la rabbia legittima per un comportamento sbagliato di qualcuno e l’accanimento -esasperato dal più o meno consapevole attacco di massa- contro una persona resa bersaglio del proprio scherno e del proprio atteggiamento persecutorio, che sia esplicito o mascherato da sordida ironia.
E la parte tragica è che voi che vi elevate a giudici e giuria di quel comportamento, vi sentite perfino migliori della persona in ostaggio di turno.
Oh sì che vi sentite migliori!
L’altro ieri contro chi ha osato negare un autografo, ieri contro il padre di una ragazza uccisa che invece di piegarsi dal dolore come vorreste vederlo, va in tv a farsi intervistare, oggi contro chi vende pandori per balocchi o chi prova a vendere qualche pizza in più.
Adesso sì che potete riconoscervi il diritto di erigervi sopra un piedistallo e sentirvi superiori.
Finalmente l’avete trovata la crepa che cercavate nell’altro, e potete sadicamente infilarci il dito finché non sentite venirne fuori le urla del dolore.
E pure voi che fate post o video sulla comunicazione usata nel video di scuse della Ferragni, non siete per nulla diversi da lei: strumentalizzate l’hype del momento e quanto è accaduto solo per ottenere fiotti di like e visualizzazioni dei vostri contenuti.
Lei ha fatto beneficienza sui pandori, quanto voi fate divulgazione con i vostri contenuti su di lei.

Auguratevi solo di non essere mai voi come una Mia Martini, come un Marco Masini o un De Donno, come un Giulio Cecchettin, come un’ Alessandra Amoroso, come una Ferragni o come una Giovanna Pedretti, perché quelli che come voi puntano facilmente il dito alla prima falla, che ci sia davvero o che sia inventata, e che ci mangiano sopra alla prima occasione, vi riserveranno lo stesso trattamento, senza indugi e senza riserve.

Io resto con il mio orrore.

5 mesi ago · · 0 comments

Cosa voglio fare da grande

“Cosa voglio fare da grande” è la riflessione che si mobiliterà probabilmente in ogni fase pressoché consapevole della vita, in ogni passo significativamente evolutivo, ad ogni avvicinamento autentico verso le proprie profonde disposizioni, in ogni barlume di lucido ascolto dei propri movimenti interni, a ogni progressivo svelamento del tragitto realmente percorso fino a quel momento, al di là di ogni mera e superficiale apparenza.
Si mobiliterà -te lo auguro- e sarà ogni volta un’occasione di incontrare davvero te stesso.
__________________
Francesca Di Donato – Psicologa
Scuola di Psicologia lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi.

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