2 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Goccia cinese. Francesca Di Donato
Quando si parla di traumi psicologici, il pensiero comune porta a pensare, nella maggior parte dei casi, a qualche evento particolare che la persona si è trovata ad affrontare nella vita oppure a qualche dinamica nella quale è stata coinvolta o a un ruolo non conforme al suo originario posizionamento familiare.
Eppure c’è qualcosa che si comporta in modo assolutamente sotto soglia e per questo meno intercettabile e apparentemente innocuo, che danneggia nel suo essere costante e ripetitiva: parlo di un certo linguaggio verbale e non verbale.
Hai presente la goccia che riesce a scavare la roccia? Ecco.
Ci riesce per la sua costanza, non per la sua forza che, di contro, è pressoché assente.
Questo meccanismo ha così tanto potere di turbare profondamente qualcuno che viene usato anche come forma di tortura.
Non so se hai mai sentito l’espressione “goccia cinese” o “tortura cinese”.
È una forma di tortura lenta eppure crudele che consiste nel far cadere sulla fronte di un prigioniero immobilizzato, sempre nello stesso punto, una goccia d’acqua fredda a intervalli regolari, con effetti devastanti su chi vi fosse sottoposto, sia dal punto di vista psicologico, sia fisico, al punto da portare fino alla pazzia e/o alla morte.
Una goccia.
Così le parole o certi modi di fare, possono avere l’aspetto innocuo e inizialmente gestibile di una goccia d’acqua ma, per la loro costanza, lasciare un segno indelebile sull’altro, fino a insinuarsi al punto da creare varchi capaci di rendere l’altro maggiormente suscettibile anche ad altre stimolazioni esterne.
Le cose si complicano quando la persona è sottoposta a più gocce, seppur con dimensioni, ritmicità e frequenze diverse, perché esposta a tutto un sistema comunicativo disfunzionale.
Pensa, quindi, a nascere e a crescere in un sistema familiare fatto di gocce: non può esservi appartenenza, non può esservi rifugio, né base sicura in un sistema che ti espone, anche se inconsapevolmente, a una lenta e progressiva agonia.
Per questo è importante che, quando non si può agire sulla fonte di quella goccia, come accade per altro la maggior parte delle volte, la persona si dia il permesso di sottrarsi, di venir meno a quell’esposizione: l’unica strada per salvare se stesso.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
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