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3 anni ago · · 0 comments

“Quando c’era Marnie” e il lutto – di Cristina Pellegrino Psicologa

ATTENZIONE: Dopo una breve introduzione, l’articolo contiene spoiler del film.

Quando c’era Marnie” è un film animato dello studio Ghibli. La trama copre l’estate di una ragazza, Anna, passata in un paesino di campagna, vicino a un acquitrino, dove incontra Marnie.

Anna è una ragazzina introversa, con difficoltà a rapportarsi con i coetanei e gli adulti. Orfana, è stata adottata da una zia apprensiva ma amorevole.

Marnie abita in una lussuosa casa che dà sull’acqua, non vede spesso i genitori. Si presenta come vivace, ma nasconde una malinconia dovuta al fatto che è spesso sola e non si sente a suo agio a vivere con le domestiche che a tratti la maltrattano.

Perché la storia di Anna e Marnie parla di lutto, come indica il titolo di questo articolo?

Perché tutte le vicende di Anna e Marnie e le loro avventure sono il modo di Anna di elaborare il proprio personalissimo lutto.

Marnie ragazzina rappresenta la nonna di Anna, come scopriamo alla fine del film, e tutte le scene in cui le vediamo insieme sono i ricordi che la nonna Marnie stessa aveva raccontato a una giovanissima Anna prima di morire.

Anna è una ragazzina delle medie ed è cresciuta con la zia, perdendo memoria dei primissimi anni di vita se non qualche sporadico ricordo particolarmente pregnante, come il funerale dei suoi genitori e i parenti che discutono su chi dovrebbe occuparsi della bambina, rendendo chiaro che nessuno la vorrebbe in carico.

Anna comincia a provare un sentimento di inadeguatezza, che cresce esponenzialmente quando scopre che la zia percepisce dei soldi per il suo mantenimento. A questo sentimento si aggiunge pian piano della rabbia, che la ragazza manifesta apertamente in una conversazione con Marnie, è arrabbiata con i genitori e con la nonna perchè sono morti lasciandola sola. Questa rabbia riempie il profondo senso di abbandono che Anna ha vissuto alla morte dei suoi cari, abbandono che rivive anche con Marnie, quando dopo un’esperienza spaventosa nel silo scopre che l’amica non è più lì con lei, alimentando ulteriormente la grande rabbia in un circolo vizioso.

La rabbia è un sentimento profondo, intenso e del tutto naturale quando si affronta la perdita di una persona cara, così come il senso di abbandono. Sappiamo che i nostri cari non ne hanno colpa, ma non possiamo fare a meno di sentirci come se ne avessero la piena responsabilità. La rabbia può manifestarsi anche verso sé stessi o terzi, ed è importante riconoscerla ed accettarla, senza sentirci in colpa per quello che proviamo.

Infine il circolo vizioso si spezza nel momento in cui Anna si confronta con Marnie. Dopo averla accusata di averla abbandonata, riceve una richiesta di perdono da parte di Marnie, la quale afferma che non riusciva più a trovarla e che presto dovrà andarsene e non si vedranno più. Questa scena rappresenta il momento chiave dell’elaborazione del lutto di Anna, che riesce a perdonare e a lasciar andare Marnie, perdonando e lasciando andare contemporaneamente la rabbia causata dai genitori e dalla nonna morti tanti anni prima.

Nonostante qui Anna non abbia ancora recuperato l’intera storia della nonna, si può dire che è il momento in cui elabora il lutto poiché, a qualche livello più profondo della consapevolezza, Anna sa chi Marnie rappresenta per lei. Inoltre non sempre le emozioni seguono la ragione, in questo caso il sentimento di pace che prova Anna precede il venire a conoscenza della storia completa.

Colpisce particolarmente l’aspetto grafico di questa scena in cui, finché Anna è preda del tumulto della propria rabbia e delle proprie emozioni, il cielo rimane tempestoso, il clima freddo e ventoso, impetuoso. Nel momento del perdono assistiamo a una letterale schiarita del cielo, che torna sereno, il vento si placa e la pace si percepisce anche solo osservando le immagini.

Il perdono, di sé, dei cari morti, dei terzi verso cui volgeva la nostra rabbia, consente di accettare quel che è accaduto. Per quanto le persone possano lasciare in noi una mancanza, il perdono consente di tornare a vivere serenamente, trattenendo in noi i bei ricordi e ciò che di buono ci hanno lasciato i nostri cari.

Questo è ciò che vediamo succedere con Anna quando, con ritrovata sicurezza e pace interiore, ascolta la storia, raccontata dall’amica di sua nonna, di Marnie e dei suoi genitori. Venire a conoscenza della storia completa, consente ad Anna di raggiungere quel senso di chiusura e di completezza, cosa che fa sì che ricordi che aveva rimosso tornino a galla, come le storie raccontate dalla nonna quando era bambina e che ha rivissuto nel corso dell’estate con una giovanissima Marnie.

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Cristina Pellegrino – Psicologa Tel. 347/4811379

Ricevo su Skype all’indirizzo pellegrinocristina.psicologia@outlook.it

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Francesca Di Donato - Psicologa

Francesca Di Donato - Psicologa

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