4 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Lo psicologo del “di tutto un po’” o del “tutto di quel po’”!
Riflessione di oggi: meglio lo Psicologo che si occupa “di tutto un po’” oppure
lo Psicologo che punta a “tutto di quel po’”?
Bene, io credo che lo Psicologo debba essere innanzitutto un professionista di cultura, un’intellettuale autorevole: conoscere, spaziare, nutrire la propria curiosità oltre la psicologia; in tal senso, è bene che sappia “di tutto un po’”.
Poi, è bene che sia un cultore della propria professione e che ne conosca una buona parte della sua natura, con l’attenzione ad ampliare questa disposizione negli anni.
È un professionista che sul piano delle cornici teoriche psicologiche dovrebbe conoscerne il più possibile, perché ritenere che quella scelta sia quella che più si cuce su di sé, quando non si conosce il resto, è a mio avviso poco realistico.
E dovrebbe conoscerle anche per muoversi con flessibilità sulle rappresentazioni altrui, attraverso lo stesso patrimonio teorico di cui la sua professione si nutre.
È, però, poi, quel professionista che, nutrito di tutto questo, nella dimensione applicativa del suo lavoro, dovrebbe focalizzarsi su poco e praticarlo al meglio, diventandone esponente.
Occuparsi, invece, di tutto un po’ porta a un lavoro parziale, superficiale, approssimativo.
Nessuno può essere tuttologo. Nessuno.
Eppure tutti possiamo essere professionisti colti, eruditi.
E, in quanto psicologi, cultori della psiche umana,ci dovrebbe spettare per “deformazione” professionale conoscerne i suoi più svariati prodotti.
Ecco, se vogliamo riconoscimento dovremmo lavorare su questo
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Francesca Di Donato ~ Psicologa
Categories: Appunti e spunti di riflessione