8 mesi ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
14.Tra nutrimento e contatto. Noemi Virgilio
Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Tra nutrimento e contatto di Noemi Virgilio
Quando il bambino viene alla luce subisce un grande trauma, per quanto fisiologico, perché improvvisamente viene investito da stimoli molto diversi da quelli a cui era abituato, non è più avvolto e contenuto dal liquido amniotico, il mondo ha luci e suoni molto più forti rispetto a quelli a cui era abituato, per questo motivo il contatto pelle a pelle svolge un ruolo fondamentale perché permette al bambino di ripristinare seppur in parte la sensazione di contenimento che aveva all’interno della pancia. Il contatto quindi per il neonato è un bisogno fisiologico che ha le stesse caratteristiche del bisogno di nutrimento. L’allattamento al seno rappresenta l’unione perfetta tra il bisogno di contatto e il bisogno di nutrimento, ma può essere un valido aiuto anche per rispondere al solo bisogno di contatto per il bambino (suzione non-nutritiva). È senza dubbio vero che l’allattamento materno risponde a i due bisogni principali del bambino e che a livello alimentare è il migliore disponibile per il bambino.
Come si può allora sopperire al bisogno del contatto del bambino qualora si decida di allattare artificialmente o qualora di debba optare per l’allattamento artificiale? Anche in questo caso sapere che il latte artificiale ci permette di rispondere al solo bisogno nutritivo è importante per renderci consapevoli che il bisogno di contatto in questo caso non viene meno e siamo noi a dover trovare strategie che permettano a quel bambino di sentirsi ugualmente contenuto e protetto. È possibile quindi dare il biberon stando attenti al contenimento che diamo con le braccia, stando attenti al contatto oculare, i sensi del bambino gli permettono di vedere delle ombre proprio alla distanza tra il seno/braccia e il viso della mamma. Il contatto oculare è fondamentale a prescindere dal modo in cui decidiamo di allattare, dunque proviamo a farlo senza strumenti digitali che ci possano distrarre, favoriremo un pieno contatto con il bambino e una sintonizzazione vera con i suoi bisogni.
Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.
Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.
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