9 mesi ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
8.Uno schiaffo non ha mai fatto male. Sara Anderlini
Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
Per seguirle sui canali social vai qui 1.Rubrica “Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.” Psicoeducazione e supporto alla genitorialità – Scuola di Psicologia
Uno schiaffo non ha mai fatto male di Sara Anderlini
“Uno schiaffo non ha mai fatto male” è uno dei retaggi culturali che ci portiamo e che affonda le sue radici nell’educazione autoritaria con cui molti di noi sono cresciuti. Bisogna partire da una premessa: quando noi pensiamo di dare uno schiaffo o zittire un bambino partiamo dal presupposto che dobbiamo “correggere” un comportamento non adeguato e sentiamo di non avere altri strumenti a disposizione, abbiamo perso il controllo.
Educare significa “tirare fuori”, creare le condizioni affinché il bambino cresca saggiando le sue potenzialità, questo non è possibile attraverso la repressione che la sculacciata, lo schiaffo provocano.
Cosa prova il bambino? Mortificazione, paura, il bambino subisce una violenza a tutti gli effetti. Questo tipo di educazione sembra funzionare nel breve termine perché il bambino tenderà ad evitare quel tipo di comportamento per paura della reazione del genitore. Ciò che però va sottolineato è che questo porta ad improntare la relazione sul potere e sulla paura. Questo ha effetti anche a lungo termine, la violenza verso l’altro viene legittimata, non si accompagnerà il bambino a conoscere, esprimere e canalizzare le proprie emozioni e questo non porterà a sviluppare fiducia nel genitore. Possiamo offrire di meglio ai nostri figli. Possiamo offrire di meglio ogni volta che di fronte ad un comportamento sbagliato ci mettiamo nei panni del bambino che sta crescendo con gli strumenti che ha a disposizione e ponendoci al suo livello improntiamo la relazione sul dialogo ponendo limiti in modo fermo ma amorevole, partendo dal presupposto che ciò che il bambino fa non lo sta facendo contro di noi ma che, essendo gli unici modi che lui conosce, abbiamo la responsabilità di accompagnarlo con rispetto verso modi e comportamenti più accettabili pur coltivando la sua libertà di essere ciò che è.
Altrettanto importante è l’educazione emotiva che passa anche attraverso il linguaggio che noi usiamo e il modo in cui reagiamo, che attraverso sculacciate e punizioni fisiche si perde completamente. Educare alle emozioni significa verbalizzare ciò che il bambino prova in modo che lui impari a sentirle e riconoscerle dentro di sé. Questo è utile anche per stabilire una connessione che faciliterà poi il dialogo e la comprensione da parte del bambino.
Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.
Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.
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