10 mesi ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
6.Vita prenatale, la memoria. Noemi Virgilio
Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, la memoria di Noemi Virgilio
Terminiamo il nostro viaggio alla scoperta della vita prenatale affrontando un argomento interessante e rispondendo ad una domanda: il bambino ricorda qualcosa della sua vita prenatale?
Le ricerche che sono state fatte in questo ambito ci dicono che il feto ricorda alcune cose della sua vita prenatale, per esempio sono stati fatti degli sperimenti esponendo il feto alla lettura di lista di parole o di brani letti da parte del papà e tutti i bambini una volta nati mostravano di riuscire a calmarsi alla lettura della stessa lista di parole o dello stesso brano, cosa che non accadeva con liste o brani diversi. Un esperimento condotto su bambini che viveva vicino all’aeroporto di Osaka ha dimostrato che i bimbi esposti al rumore degli aerei durante la gravidanza non mostravano nessun fastidio al passaggio degli aerei una volta nati, i bambini invece trasferiti ad Osaka dopo la nascita mostravano grandi segni di fastidio di fronte al rumore del passaggio degli aerei.
Anche per quanto riguarda il cibo è dimostrato che i bambini hanno familiarità con i cibi a cui vengono esposti durante la vita prenatale, per questo motivo sapori come il piccante o l’amaro sono perfettamente accettati da bambini che ne sono stati esposti nella vita prenatale, mentre vengono rifiutati dai bambini che non ne hanno fatto esperienza prenatale.
Queste conoscenze sulla memoria ci permettono di sapere che il feto partecipa alla vostra quotidianità, vi conosce, apprende aspetti di voi e li memorizza, così come voi cominciate a conoscere aspetti del vostro bambino già dalla vita prenatale. Conoscere questi aspetti è una opportunità per comprendere la grande responsabilità e il grande privilegio che i genitori hanno nei confronti del bambino già dal giorno zero. Avere queste conoscenze è un’occasione unica per cominciare il processo di sintonizzazione con il feto che porterà a conoscerlo sempre più profondamente.
Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.
Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.
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