10 mesi ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
4.Vita prenatale, udito. Noemi Virgilio
Genitori dalla nascita: dal giorno zero all’adolescenza.
Psicoeducazione e supporto alla genitorialità.
Nuova Rubrica a cura di Anderlini Sara, Pellegrino Paola, Virgilio Noemi, per Scuola di Psicologia di Francesca Di Donato.
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Vita prenatale, udito di Noemi Virgilio
Durante questo viaggio alla scoperta sei sensi nella vita prenatale, il secondo senso che si sviluppa e di cui abbiamo conoscenza attraverso anche varie ricerche è l’udito, È possibile notare che il feto reagisce a rumori forti e improvvisi tramite l’accelerazione del battito cardiaco e tramite il sussulto in alcune fasi gestazionali più avanzate. Tramite l’uso delle ecografie è possibile anche individuare la reazione della mimica facciale di una delle emozioni di base, ossia la sorpresa, di fronte ad un rumore inaspettato.
L’udito è il senso che accompagna dal sesto mese in poi tutta la fase finale della gestazione, prima infatti i suoni vengono percepiti solo come vibrazioni tattili, ma con lo sviluppo della coclea (orecchio) l’udito passa in primo piano, anche perché l’ambiente intrauterino è circondato da suoni costanti, come il battito cardiaco materno, il pulsare del sangue, il gorgoglio intestinale, la voce della mamma. Tramite degli esperimenti, in cui si valutano, attraverso il controllo del battito cardiaco fetale, le modificazioni del battito quando dopo una stimolazione ripetuta identica al bambino viene presentato uno stimolo nuovo, è stato possibile dimostrare che il bambino è in grado di distinguere la variazione della voce materna quando si rivolge direttamente a lui e quando si rivolge ad un’altra persona. Il feto può distinguere una voce maschile da una femminile e può riconoscere un suono o una musica già ascoltati. È possibile abituare il feto all’ascolto di una musica, un suono o una storia rilassante che possa poi essere usata una volta nato per ritrovare lo stato di calma. Per questo motivo è molto utile già in queste fasi trovare delle routine stabili in cui il papà o la mamma leggono, o ascoltano qualcosa insieme al bambino.
Anche in questo caso le ricerche ci aiutano a comprendere ed entrate nell’ottica che la vita genitoriale e che la costruzione della relazione con il nostro bambino è già iniziata, per questo motivo è importante trovare momenti anche brevi per costruire questa relazione.
Simbolismo dell’illustrazione a cura di Francesca Di Donato, psicologa.
Illustrazione di Mirella Farchica, illustratrice.
Il nido è la base sicura da cui tutto ha inizio, quel luogo dove sapere di poter tornare ogni volta che si ha voglia o bisogno di accoglienza, calore, contenimento, appartenenza. L’uovo schiuso è il giorno zero, momento esatto in cui ci si apre al mondo con la nascita.
L’uccello che spicca il volo è la persona che attraversa quella fase fondamentale di sperimentazione verso se stessa e verso l’ambiente esterno e che muove i primi tentativi di volo in direzione di ciò che nel tempo sceglierà di essere e verso il mondo che sceglierà di vivere. Le farfalle, simbolo di trasformazione, hanno anche lo scopo di sottolineare quando una buona crescita favorisce anche una sana integrazione con ciò che è diverso da sé.
La loro presenza sottolinea inoltre il diritto di un figlio di essere tutt’altro (un uccello) dai genitori (farfalle) che lo hanno messo al mondo.
Le foglioline intorno al nido indicano qual qualcosa che può crescere solo in presenza di sole e acqua come nutrimento, letto in chiave archetipica della buona integrazione tra maschile e femminile psichico necessario in ciascuno di noi.
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