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2 giorni ago · · 0 comments

Non essere bambino. Francesca Di Donato

Padre: Vieni qui! Con tono imperativo!
Figlia: perché?
Padre: smetti di giocare sopra l’erba che ti si fanno le scarpe verdi! (scarpe sul tipo all star bianche)
Figlia ubbidisce.
Padre appena la figlia arriva da lui: che vuoi che ti diventino tutte verdi? Fammi questo favore!
Ora la bambina è al tavolo, al chiuso con il cellulare in mano.
OTTIMO LAVORO! Scarpe salvate! Tua figlia, forse.
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Francesca Di Donato – psicologa
Scuola di Psicologia lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi

2 giorni ago · · 0 comments

Tutela dei diritti umani e Ordine degli Psicologi. Francesca Di Donato

Per quanto l’ORDINE DEGLI PSICOLOGI non abbia una funzione istituzionale miratamente orientata alla TUTELA DEI DIRITTI UMANI, la TUTELA DEI DIRITTI UMANI è intrinsecamente connessa al suo mandato.
Tutti gli Ordini e il CNOP ritengo abbiano il dovere di esprimersi istituzionalmente con il Governo sul Gen0cid!0 a Gaza, per chiedere una posizione netta dello stesso e su qualunque altra situazione disumana e va chiesta con forza, non con qualche convegno di facciata intriso di perbenismo.
Altrimenti servono a poco e niente le giornate della Psicologia per i diritti umani universali dove si dice che “La psicologia, in particolare, è una disciplina essenziale per contribuire alla rimozione degli impedimenti al pieno sviluppo di ogni essere umano […].
È universalmente recepito il concetto che la violazione dei diritti genera conseguenze negative, malessere
e traumi, sia fisici che psicologici, che possono ripercuotersi su tutta la comunità sociale tramandandosi
anche alle generazioni successive. La psicologia si evidenzia così sia in relazione alla salute psicologica,
proponendosi come promotrice di cultura dei diritti e della loro salvaguardia, sia come “riparazione del
danno”, cura delle lacerazioni esistenziali prodotte dalle violazioni dei diritti.[…] combattendo ogni forma di discriminazione e di uso della violenza”
Non è come quando sta roba la leggi sui libri di storia per passare l’interrogazione di turno, perché siamo testimoni e presenti a uno sterm!ni0 e non abbiamo scuse che tengano.
È arrivato il momento di dimostrare di aver imparato qualcosa di quello che sappiamo del e dal passato e di ricordarci che tutti giochiamo un ruolo.
È ora che le istituzioni che ci rappresentano assumano un ruolo marcato, manifesto e continuativo e che si chieda a tutti gli iscritti di portare avanti un movimento in tal senso.
Quindi al CNOP se serve un punto per il programma ora ce l’ha!
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Francesca Di Donato – Psicologa

2 giorni ago · · 0 comments

Commento in risposta a un post dell’Ordine psicologi Abruzzo

𝗟𝗼 𝘀𝗮𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗢𝗿𝗱𝗶𝗻𝗲 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶?

Attraverso la Commissione Tutela – l’Ordine vigila affinché titoli, strumenti e finalità propri della psicologia – non vengano utilizzati da chi non è iscritto all’Albo o annotato come psicoterapeuta.
L’abuso della professione è un reato penale (art. 348 c.p.) che mette a rischio la salute dei cittadini, affidandoli a persone prive della formazione necessaria per svolgere interventi psicologici. Un danno alle persone e alla categoria professionale.
Il nostro Codice Deontologico all’articolo 8 richiama ogni collega al dovere di contrastare l’abuso della professione.
Cittadini e iscritti possono segnalare situazioni irregolari compilando l’apposito modulo disponibile sul sito dell’Ordine:
Commento al post: Francesca Di Donato
Buon pomeriggio!
Prima che le condivisioni aumentino, penso sia opportuno fare delle correzioni alle slide di questo post, per evitare di divulgare disinformazione attraverso una pagina istituzionale.
Riporto le parti errate tra le virgolette.
1) “Esercitare la professione senza abilitazione o iscrizione”
Quella “o” trascina un’inesattezza, perché pone entrambi come possibilità, quando non lo sono.
Se si vogliono scrivere entrambi l’affermazione corretta è: “è abuso di professione esercitare senza abilitazione E conseguente (perché necessaria) iscrizione all’Albo.”
In ogni caso sarebbe sufficiente scrivere “senza iscrizione all’Albo”, visto che essere abilitati alla professione non vuol dire essere psicologi o Dottori in tecniche psicologiche.
2) “Albo A”
Non esiste l’Albo A, né l’Albo B.
Esiste un unico Albo, quello degli Psicologi, con due sezioni: A e B
Il DTP rientra nella professione di Psicologo in quanto risulta iscritto allo stesso Albo, cambia quindi solo la sezione di riferimento: Albo degli Psicologi – sezione B;
il codice ATECO 86.93.00 della Partita IVA è lo stesso dello Psicologo;
il Codice Deontologico di riferimento è quello degli Psicologi: ciò vuol dire che anche il DTP come riportato dall’art.21 può far uso di tutti gli strumenti e le tecniche psicologiche.
Essi rispondono solo a una Legge professionale distinta, L.170/2003.
3)“Attività riservate all’Albo A”:
quali sono le attività riservate alla sezione A dell’Albo? Perché per legge abbiamo atti TIPICI e non riservati.
4) Rispetto a chi può esercitare scrivete “Iscritto all’Albo A o annotato come psicoterapeuta”:
In realtà può esercitare chiunque sia iscritto a una delle due sezioni, che sia A o che sia B.
L’annotazione come psicoterapeuta nel nostro Albo non aggiunge nulla sull’esercizio della professione in sé.
5) La professione di psicologo include ANCHE abilitazione-riabilitazione nell’Art.1 della legge 56/89 da voi citata.

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Consapevolezze psichiche dal passato: Brunetto Latini a Dante. Francesca Di Donato

Brunetto Latini a Dante: Se tu segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto, se ben m’accorsi ne la vita bella”.
Era già chiaro allora quanto fosse importante assolvere a se stessi per approdare ciascuno al proprio glorioso porto, eppure viviamo in un mondo per lo più spersonalizzato che spinge verso degli standard che i più inconsapevolmente assecondano.
Non serve a niente studiare se non consente di evolvere attraverso lo studio stesso. Finisci per essere un pezzo di ingranaggio senza neanche accorgertene, con l’illusione di una grande impresa.
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Francesca Di Donato – Psicologa
Scuola di Psicologia lo psicologo è colui che aiuta l’altro a curarsi

2 giorni ago · · 0 comments

Vivere per evitare la morte. (Pasqua 2025) Francesca Di Donato

È indubbio che molti muovono passi nel mondo non per vivere la vita, ma per evitare la morte.
Ne sono terrorizzati al punto da vedersi scivolare la vita tra le mani come granelli di sabbia, perché non l’afferrano. La temono.
Ogni azione è timorosa e volta a una rigida preservazione di sé; tanto rigida che limita, blocca, sovrasta e può spegnere ogni traccia di soffio vitale, per fare spazio a una spossatezza senza eguali.
Costoro quando saranno disposti a morire, allora inizieranno a vivere.
Buona possibile resurrezione a tutti!
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Francesca Di Donato – Psicologa
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Le diagnosi hanno davvero valore scientifico? Francesca Di Donato

Partiamo da una verità scomoda: le diagnosi psichiche che sono solo COSTRUTTI che servono ai professionisti per orientarsi attraverso definizioni condivise di dati problemi e a certe persone per rendersi accettabile (e non di rado per deresponsabilizzarsi) un dato funzionamento, per rispondere all’umano bisogno di categorizzare le cose.

La diagnosi è solo un NOME stabilito per descrivere una manifestazione, non è la rappresentazione della realtà oggettiva.

Puoi limitarti a guardare la persona, al di là della diagnosi, con le sue manifestazioni che si traducono in specifici comportamenti, pensieri, disposizioni interne, moti e stati emotivi con un approccio prettamente fenomenologico e scoprire che sei a contatto con molta più roba di quella che ti offre una diagnosi di stampo psichiatrico sul funzionamento della psiche umana.

E’ ora di sganciarsi da questa roba della diagnosi come se esprimesse una lettura oggettiva della psiche umana!
Come psicologi abbiamo il potere di offrire uno sguardo e una lettura alternativa al modello medico (il DSM è un manuale redatto dall’American Psychiatric Association) invece di fare nostro in modo acritico qualunque cosa venga da lì, solo per emularne, pure in modo goffo, lo status.
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Francesca Di Donato – psicologa

 

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Sessualità: dare accesso prima all’altro e poi a se stesse. Francesca Di Donato

Uno degli effetti più subdoli di quel sistema patriarcale che ha aperto le porte alla mentalità maschilista e misogina sta in quella componente della sessualità alimentata ancora oggi in modo del tutto inconsapevole dalle donne stesse e che le vede consentire a un uomo di accedere al proprio corpo e di esplorarlo prima ancora che loro stesse abbiano fatto auto-esplorazione con o senza la masturbazione.
La stessa masturbazione che per alcune resta un tabù per la vita e per altre una possibile scoperta solo dopo molti anni di vita di coppia, magari pure dopo aver avuto figli.

Ne parlai già almeno 6/7 anni fa ad alcuni colleghi e per quanto ormai tutto si muova con un’accelerazione senza precedenti, in tal senso ci sono scale di consapevolezza e di priorità che devono ancora essere maturate.

Nel mondo si corre, ma si resta indietro con noi stesse.

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Francesca Di Donato – psicologa
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Il falso Sé come alienazione di se stessi. Francesca Di Donato

Ci si preoccupa tanto -a ragione- dei filtri social perché modificano l’aspetto fisico reale delle persone, alterando la percezione della realtà e favorendo lo sviluppo di nuovi standard di bellezza tanto irrealistici da alimentare, nelle persone con una stima fragile, il già forte senso di inadeguatezza che si trascinano.

Eppure non si tiene conto che quella è solo la manifestazione esteriore, corporea di qualcosa che avviene da ben prima dell’avvento dei social, forse da sempre, e che ora e solo amplificato dall’esposizione su larga scala che essi consentono.

Parlo dei filtri attraverso i quali i più si rapportano al mondo, presentandosi in modo artefatto, volto a dimostrare qualcosa di sé sulla base dell’immagine che vogliono trasmettere più che della sostanza di cui sono davvero fatti.

Un falso Sé che seppure nasce come forma di difesa e di adattamento per sentirsi sicuri e accettati da piccoli, diventa nel tempo, se alimentato anche da grandi, un’alienazione di sé stessi che compromette ogni forma di autenticità.

Quindi chiediti se conta di più conoscere chi sei davvero, nelle tue luci e ombre naturali, o continuare a garantirti che il mondo veda solo quella luce che forse neanche ti appartiene fino in fondo.

Scegli: l’amor proprio o l’approvazione condizionata.

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Francesca Di Donato – psicologa
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La promozione professionale che non funziona. Francesca Di Donato

Promozione e consapevolezza per una crescita professionale congrua con le attività che si propongono è possibile.
Così come è possibile, tuttavia, inviare messaggi altamente contrastanti che mancano di coerenza e adesione all’attività che si propone.

Promuovere il massaggio psicomotorio, che tra le varie finalità ha riduzione dello stress, diminuzione e rilascio delle tensioni muscolari, invitando ad AFFRETTARSI per non perdere il posto trascina con sé una forte ambivalenza, un contrasto disfunzionale.

“La fretta” e lo “sbrigarsi” attivano il sistema nervoso simpatico, rilasciando sostanze come l’adrenalina e il cortisolo, che preparano il corpo per un’azione di emergenza.

Mobilitare questo tipo di comunicazione su attività simili equivale quindi prima a colludere con eventuali distress presenti, sollecitandoli perfino, per poi proporre la soluzione.

Chiediti se ha senso e se ti è utile.

Questo tipo di stimoli, qualora li si voglia usare, andrebbero dunque usati su attività di altro genere.

Questo post prende spunto da un post promozionale visto nell’home page di facebook ed è rivolto solo ed esclusivamente al contenuto, lasciando fuori la persona.
Lo scopo è riflettere su come comunichiamo alle persone per pubblicizzare attività e sulle possibili cause di un avvio professionale mancato e/o di cosa possa sfavorire l’adesione ad alcune proposte/attività/incontri che rivolgete all’utenza.

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Francesca Di Donato – Psicologa
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