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Forniture e fatture elettroniche di acquisto per minimi e forfetari

5 anni ago · · 0 comments

Forniture e fatture elettroniche di acquisto per minimi e forfetari

Come sai, in vista della fatturazione elettronica obbligatoria dal 1 Gennaio 2019, il regime forfettario e dei contribuenti minimi al momento non è necessario/obbligatorio adeguarsi all’invio delle fatture elettroniche.

Di fatto, però, accadrà che tutti i fornitori chiederanno pec o il codice identificativo a cui inviare la loro fattura elettronica nei tuoi confronti.

ATTENZIONE: non comunicare pec o codice identificativo ai fornitori; bisogna comunicare loro che sei un forfettario o minimo, quindi assimilato a un privato senza partita IVA.
Devono mandarti la fattura cartacea, come copia di quella elettronica, in cui va riportata la tua partita IVA. 
(In poche parole devono trattarti come farebbero con un privato cittadino senza partita IVA, pur inserendo nella fattura la tua partiva iva, per permetterti di scaricarla).

Se ti inviano pec con la fattura elettronica va fatto lo scarto tramite il sito “fatturapa.gov.it” onde evitare l’obbligo di dover conservare elettronicamente le fatture elettroniche ricevute.

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Se vuoi ricevere o inviare comunque le fatture elettronicamente, si possono utilizzare diversi servizi, tra cui quelli gratuiti dell’agenzia delle entrate: in questo caso è necessario recarsi all’agenzia delle entrate per richiedere le credenziali per “fisconline” ed attivare la conservazione sostitutiva tramite il sito dell’agenzia delle entrate, sezione “fatture e corrispettivi”.

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A prescindere dalla volontà o meno di utilizzare la fattura elettronica dell’agenzia, consiglio comunque di prendere le credenziali di Fisconline presso l’agenzia delle entrate, in modo da poter accedere ai propri dati fiscali in ogni momento e verificare inoltre se qualche fornitore ha inviato comunque fatture elettroniche nei tuoi confronti ed eventualmente procedere allo scarto delle stesse.

https://fatturapa.gov.it/export/fatturazione/it/index.htm

Fonte: Dott. Marco Gallucci – Commercialista

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Francesca Di Donato – Psicologa
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Modelli di fatture possibili e timbri. Francesca Di Donato

5 anni ago · · 0 comments

Modelli di fatture possibili e timbri. Francesca Di Donato

BLOCCHETTO RICEVUTE SANITARIE

Premessa: online esistono sistemi di fatturazione digitale che possono sostituirsi del tutto al cartaceo. Essi sono molto utili per chi lavora prevalentemente online.

Questo tipo di modello che segue nasce per i regimi fiscali semplificati e ordinari. 
Quindi di per sé non è idoneo per chi ha un regime agevolato (minimi a esaurimento e forfetari). 
Tuttavia possono usarlo anche i professionisti con regime agevolato, purché apportino le dovute modifiche.


Di seguito lo stesso modello di ricevuta sanitaria con le modifiche necessarie:

la dicitura sul blocchetto “ricevute sanitarie” non qualifica, infatti, come molti credono, la prestazione ai fini della detrazione del paziente, bensì  qualifica la prestazione ai fini dell’esenzione IVA del professionista.

Dunque chi ha il blocchetto sanitario, pur avendo il regime forfetario o dei minimi, dovrebbe ogni volta CANCELLARE la voce che riporta l’esenzione iva per prestazione sanitaria, per SOSTITUIRLA -con timbro o a mano- con quella del regime fiscale di appartenenza.
L’AdE in caso di controlli potrebbe, senza quella SOSTITUZIONE, sollevare delle contestazioni.


BLOCCHETTO FATTURE PER FORFETARIO

Per chi ha il regime agevolato (quello dei minimi a esaurimento o forfetario) l’IVA è già esclusa dal regime stesso, quindi ha più senso procurarsi il modello apposito, qualora si volesse evitare di far fare e apporre dei timbri in più, rispetto a quelli già necessari. Riporto un esempio di compilazione dello stesso:


Non sono da scartare e, anzi, per chi ha il regime agevolato, hanno persino più senso del modello sanitario, il modello fattura a 1 aliquota e quello per prestazione professionale, dove però poi è necessario apporre il timbro legato al regime fiscale di appartenenza. Di seguito riporto rispettivamente i due modelli presi dal web, sito Buffetti:


Esiste anche quello Multiuso chè è personalizzabile in tutte le sue parti.

In ogni caso i blocchetti fatture più utili sono quelli non numerati in quanto permettono di porre rimedio a eventuali errori.

 

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Come redigere un consenso informato e la previsione di contratto

5 anni ago · · 0 comments

Come redigere un consenso informato e la previsione di contratto

Lo psicologo, nella fase iniziale del rapporto professionale, fornisce all’individuo, al gruppo, all’istituzione o alla comunità, siano essi utenti o committenti, informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle stesse, nonché circa il grado e i limiti giuridici della riservatezza. Pertanto, opera in modo che chi ne ha diritto possa esprimere un consenso informato. Se la prestazione professionale ha carattere di continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la prevedibile durata. (Articolo 24 del Codice deontologico degli Psicologi italiani, unitamente all’art.9 e all’art. 31 dello stesso)

Il consenso informato non è un modulo da scaricare dal primo sito che ti capita a tiro -o che ti convince di più- e da usare, poi, tale e quale, ma un processo che prende forma a partire dal singolo psicologo, come espressione del suo personale agire professionale e che va, poi, co-costruito con l’utenza all’interno della relazione terapeutica che si vuole, di volta in volta, instaurare. 

Non escludo che si possa avere una difficoltà iniziale a stilarlo e, quindi, comprendo e appoggio la consultazione dei moduli presenti online, anzi trovo che leggerli per bene e confrontarli tra loro, possa davvero essere di aiuto su come dare forma al proprio e assicurarsi che ci sia tutto il necessario.

Ottenere la firma del consenso informato è un momento importante nel nostro lavoro e non va, perciò, sottovalutato:
. ogni persona che si rivolge a uno psicologo ha il diritto, nonché il dovere di conoscere tutte le informazioni disponibili, chiedendo al professionista ciò che non gli è chiaro, e di scegliere, di conseguenza -in modo, appunto, informato- se sottoporsi a una determinata terapia e a quali condizioni;
. ogni psicologo che segue un paziente ha il diritto, nonché il dovere di offrire tutte le informazioni disponibili, chiedendo, a chi vuole avvalersi della sua prestazione, di offrire il suo libero consenso a procedere, così che anch’egli si assuma la responsabilità del processo che prederà forma.

Quindi, il consenso è una tutela per tutti i soggetti coinvolti e anche per la relazione che si andrà a instaurare

La persona che viene adeguatamente informata, offre a questo punto, il suo libero e consapevole consenso ai contenuti esposti: questo crea le basi per la relazione e fa da premessa all’alleanza e al lavoro che si avvierà; a tal fine, è fondamentale che innanzitutto il professionista abbia consapevolezza riguardo la prestazione e le relative condizioni che offrirà.  

Ricapitolando, il consenso dato dal paziente deve essere:
informato: preceduto da un’informazione dettagliata, tale da mettere in condizioni la persona/paziente/utente/cliente/ di
effettuare una scelta consapevole, in nome della propria autodeterminazione;
personale: dovrà essere esposto direttamente al destinatario del trattamento, tranne nei casi di esercizio della potestà genitoriale o della tutela;
legale: deve rispondere all’ordine pubblico e all’etica deontologica;
attuale: contestuale al setting e al trattamento da praticarsi e può essere revocato in qualunque momento;
specifico: adeguatamente ritagliato sulla specifica prestazione e sulla relativa proposta di contratto che vi si vuole allegare;
manifesto: espresso il modo chiaro e inequivocabile;
libero e consapevole: deve provenire da un soggetto giuridicamente capace, in grado, quindi, di intendere e di volere e che abbia l’età adeguata a poter disporre di quel diritto.

Da notare, dunque, che non occorre  un foglio da far firmare per sentirci a posto con un onere burocratico e deontologico, ma occorre realizzare quanto esso rappresenti:
. un dialogo tra terapeuta e cliente/utente/paziente
. un processo decisionale in cui si fanno valutazioni basate sulla discussione e sull’informazione
. una buona prassi da interiorizzare 

A esso va a integrarsi l’obbligo di preventivo,  cioè una proposta di contratto da redigersi obbligatoriamente in forma scritta
(L. n. 124/2017, denominata anche “Legge annuale per il mercato e la concorrenza”, entrata in vigore il 29 agosto 2017, articolo 1, comma 150): 
– il compenso per le prestazioni professionali deve essere pattuito in forma scritta o digitale al momento del conferimento dell’incarico professionale;
– è necessario rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fino alla conclusione dell’incarico stesso;
– devono essere indicati i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale;
– il compenso deve essere adeguato all’importanza dell’opera e va pattuito indicando per le singole prestazioni
  . compenso
  . contributi
  . valori bollati
  . oneri vari
– è esclusa ogni possibilità di trasmissione verbale del preventivo 

Ecco qui, spero che questo articolo ti sia di aiuto, perché anche se sicuramente è meno immediato di un copia e incolla, è senz’altro più professionale, visto che non può esistere un modulo che si adatti a tutte le persone e a tutte le prestazioni sempre e comunque.

DEFINIZIONE DI CONSENSO INFORMATO tratto dal documento La Sicurezza dei Pazienti
e la Gestione del Rischio Clinico – GLOSSARIO pubblicato dal Ministero della Salute: 

Processo con cui il paziente o chi lo rappresenta (genitori, tutore), sulla base delle informazioni ricevute rispetto ai rischi e benefici che derivano dal sottoporsi o meno ad un atto medico, fornisce il suo consenso alla esecuzione delle stesse.
Per garantire il “consenso informato” gli operatori debbono fornire le sufficienti informazioni sul trattamento proposto e le alternative possibili per permettere al paziente di esercitare autonomamente e consapevolmente la scelta, che, se del caso, deve essere documentata (forma scritta o prova testimoniale).

 

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