4 anni ago · Francesca Di Donato - Psicologa · 0 comments
Murgia contro Morelli. Francesca Di Donato
Ho ascoltato l’intervista -se così si può definire un attacco pre intenzionale- della Murgia a Morelli.
Puoi guardarla qui prima di legegre se vuoi https://www.youtube.com/watch?v=cmzmhnHEIi0&t=7s
Morelli non è stato compreso e tutta l’intervista mi pare avesse un solo fine: quello di tirar fuori un sessimo ostile che in realtà non c’è.
In quell’intervista vedo due persone che hanno -in tre minuti- parlato su due livelli distinti:
intrapsichico lui, extrapsichico lei.
Chi conosce le transazioni e i giochi dell’AT ha anche una lettura aggiuntiva. Osservando un’intervista di lei a Freeda possiamo persino ipotizzare un transfert https://www.facebook.com/watch/?v=2861195840628612
Tuttavia se a Morelli fosse stata data la possibilità di spiegarsi e contestualizzare, magari lo avrebbero capito tutti cosa intendeva.
O forse no, visto che anche buona parte degli Psicologi si è indignata.
Le parole di Morelli sono un tentativo di esternalizzare una dimensione intrapsichica e la Murgia non lo ha compreso.
Ma ci sta, perché lei non lo conosce quel mondo.
Ma uno Psicologo o chi studia Psicologia invece ha meno scusanti.
Il contesto di quelle affermazioni, quindi, non è solo la frase presa per intero ovvero quella che lei riprende nella chiamata, ma è la cornice teorica a cui quelle informazioni fanno appello.
Io ho avuto modo di studiare molto Jung e Hillman e infatti non ho trovato nulla di sconcertante nelle sue parole.
Morelli ha gestito male quella pressione?
Si l’ha gestita male. Molto male.
Qualcuno ha detto: e ma noi dobbiamo essere in grado di gestirla.
Certo, sarebbe auspicabile.
Ma dovremmo essere capaci di fare tante cose, come:
– non giudicare senza conoscere
– aprirci a conoscere ciò che della Psicologia non conosciamo
– evitare di puntare il dito verso qualcuno senza conoscere bene il contesto di cui sopra
Quindi, mi sembra che in questa faccenda tutti abbiamo qualcosa da rivedere in nome della professione che rappresentiamo.
Il teatrino non verbale intavolato dai due speaker radiofonici, mostra che non c’era davvero voglia di comprendere attraverso quelle domande…. e, dunque, l’aver gestito le domande in quel modo allusivo e inquisitorio, la rende co-responsabile dell’epilogo, compreso quel “stai zitta!”.
Ma per molti è più semplice vederla solo come vittima e inneggiare a un femminismo di bassa qualità: due dimensioni che ritengo siano tra gli atteggiamenti che più danneggiano noi donne.
Quindi, molto banalmente, in quell’intervista È MANCATO L’ASCOLTO…
In molti spettatori, invece, è mancata la capacità di osservazione e capacità di analisi.
Ti lascio con una domanda spunto di riflessione:
PER VALORIZZARSI COME DONNA, BISOGNA DIVENTARE COME UN UOMO?
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Francesca Di Donato – Psicologa
Psicologia clinica, dinamica e della salute – percorsi individuali, di coppia e in gruppo: in presenza e online
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